prezzo per un tentativo che per definizione è difficile e complesso. Non è ancora, in definitiva, qualcosa di ben definito. Manca di una personalità chiara e precisa. Ma si tratta di un'incertezza necessaria, muovendosi in uno spazio in cui, tutto sommato, c'è ancora molto da scoprire e da dire. li dato più importante è la dimensione collettiva del lavoro, che è il messaggio più rivoluzionario emerso dal jazz, e che nella big band può raggiungere dei livelli notevolissimi, a patto di eliminare ogni equivoco di magniloquenza, di ridondanza e di superficialità spettacolare. Roberto Renzi Il baricentro Il pop non si ferma neanche ad Eboli, lo sappiamo, ed oramai il rock meridionale, o mediterraneo cresce, si espande, non si riduce più solamente alla pur ricca area napoletana. La « cosa nuova», questa volta, viene da Bari (da qui l'ameno gioco di parole nel nome del gruppo), città finora decisamente spoglia di suoni elettrici, lontana dalle necessità biologiche del pop, orgogliosamente (o provincialisticamente) aliena dai venti muscolari di marca angloamericana. « Il Baricentro», riunisce quattro giovani musicisti (che già da qualche tempo operavano nella zona sotto altre vesti), in una formazione abbastanza atipica: due tastieristi, basso e batteria, sostanzialmente, più alcuni altri strumenti suonati dagli stessi. Altro fatto inusuale è che il gruppo abbia un carattere esclusivamente strumentale, orientato sulle direzioni più vitali del popjazz; cosa abbastanza rara in un contesto musicale, come quello italiano, che ha sempre cercato di caratterizzarsi più sul concetto di elaborazione di testi di musica che non sulla ricerca musicale vera e propria (a meno che non si parli di jazz in senso stretto). Basti pensare a quanti pochi esempi di pop (o anche di pop-jazz) esclusivamente strumentale abbiamo avuto in Italia. Vero è, d'altra parte, che le cose, in questo senso vanno rapidamente cambiando. « Il Baricentro "• così, va ad incidere su un antico pregiudizio (malgrado tutto duro a morire), tuttora in auge nei confronti della musica strumentale, secondo cui a quest'ultima, senza il supporto delle parole, sa- :ebbe negata ogni possibilità di aggancio col reale. Pregiudizio, ovviamente, tanto infondato quanto pericoloso. Detto questo, che cos'è « Il Baricentro»? li gruppo sembra volersi muovere in quella zona scoperta e delimitata dal jazz-rock e dai Weather Report in primo luogo, ma in un ambito tipicamente mediterraneo, con tutto ciò che ne consegue. Dire di più sarebbe prematuro. Meglio aspettare il loro primo Lp, attualmente in preparazione. Di sicuro, però, « Il Baricentro » dovrà essere inserito tra quelle esperienze musicali che con sempre maggiore chiarezza e decisione si muovono all'interno della cosiddetta « autonomia » musicale, che partono cioè da modelli stranieri, ma col preciso scopo di arrivare ad un discorso che risponda ad esigenze autentiche e non freddamente imposte dal colonialismo culturale dello « show business». Roberto Renzi LaMonte Young Musicista contemporaneo con pochi eguali, Young ha diretto la propria ricerca alla comprensione delle musiche arcaiche etniche, lavorando per lungo tempo con il Maestro Pandit Pran Nath .e vivendo per qualche tempo in Tibet, dove si è completamente dedito alla meditazione. Ll ha elaborato la logica della sua opera più completa, Dream House. Delle due parti che formano l'album Drift Study (studio del flusso), è un suono mantenuto e modulato impercettibilmente dall'autore. La frequenza complessiva di Drift Study è data dalla sovrapposizione di alte e basse frequenze. Quelle che, concentrati in meditazione o rinchiusi in camera anecoica, ci conducono vicino alle porte del silenzio e che, scientificamente, sono l'effetto della forza nervosa (alte frequenze) e della circolazione sanguigna (basse). E' il suono ultimo che l'uomo può sentire nella sua realtà attuale, poiché il silenzio, al nostro grado d; evoluzione, è inudibile. Drift Study è dunque uno studio condotto con parametri ben precisi là dove In the Theatre of Eternai Music, prima parte del disco, è pura espressione musicale. Qui come In the Well Tempered Piano e nelle altre opere modali dell'artista, evidente è l'accostamento a metriche orientali. Young si è diretto all'Oriente per esigenze interne, ed è chi come Stockhausen può arrivare a dare al suono il suo connotato primigenio, quello di universalità. AIJarreau Al J arreau è un vocalista che opera nella zona di S. Francisco e solo recentemente comincia ad esibirsi anche per il pubblico di New York. per ora è essenzialmente un artista di spalla ma sta già sviluppando un proprio piccolo seguito personale. I suoi precedenti musicali vanno ricercati nella sua adolescenza quando ascoltava suonare i suoi fratelli tutti musicisti jazz e nella amicizia con Geroge Duke, tastierista con Frank Zappa, Il suo stile è piuttosto eclettico, naturalmente funky e ~ontaminato dal jazz ascoltato negli anni delKarlheinz Stockhausen al Teatro Lirico di Milano. Stockhausen ha proposto una composizione non di grandissimo valore, o almeno di valore teorico e non realmente comunicativa. Essa mostra quali sono le posizioni di uno dei massimi musicisti contemporanei: spinto come ogni altro sensibilissimo autore alla ricerca della primitiva musica modale, egli ha difficoltà più di chiunque altro a liberarsi dai pesi accademici e dal presupposto di « partitura » la quale, il più delle volte, dovrebbe avere una esecuzione immaginaria riservata all'autore. Mantra, è subito detto, non è fra queste. Segna un periodo in cui Stockhausen si rifiutava di vivere le estreme conseguenze della ricerca in partiture e fu scritta di getto, senza ripensamenti, nel tradizionale pentagramma e con la tradizionale scrittura. Esistono in essa tredici note ricorrenti che si alternano in fasi secondo un processo logico di evoluzione melodica ritmica e timbrica. Mantra segna anche gli attuali propositi del compositore, come sempre in ricerca di una musica « universale », ora specificatamente diretta alle tradizioni orientali e occidentali, a una sintesi che possa contemporaneamente abbracciare musica modale e contrappunto, liberi flussi di note e scale in una nuova e definita tecnica compositiva. L'opera è stata eseguita da due pianisti italiani di valore, forse un po' pedissequi nel « tocco » da conservatorio, che sembravano non del tutto condividere la modulazione del suono dei pianoforti che il « Maestro » dirigeva in mezzo al pubblico, attraverso i comandi di un modulatore ad anello (strumento elettronico che modifica i suoni e li distorce). Peccato per il misero ambiente del lirico, solo parzialmente ricettivo e distorto a comprendere tutto ciò che è musica creativa. la formazione. Quello che Al conserva del jazz è soprattutto il divertimento dell'improvvisazione ed è questo elemento che lo porta, non suonando alcunq strumento, ad usare la propria voce come uno strumento. Questa è la caratteristica che rende J arreau uno tra i nuovi vocalisti più interessanti e sicuramente un ottimo performer dal vivo. Al scrive anche i brani che canta: si siede accanto ad un pianista e spiega « a voce » quello che vuole, le varie note di cui deve essere composto ogni accordo. Il suo primo album, costituito interamente da brani scritti da lui, si chiama We Got By. Marco Dani Frank Zappa al Palazzetto dello Sport, Lugano. Si è presentato con un nuovo gruppo formato da soli negri e ha riesumato per l'occasione la scenografia inventata al Fillmore di S. Francisco nei primi giorni del '66. E' salito sul palco con una tazzina di tè, ha fatto spettacolo e ha eseguito insieme alle Mothcrs pezzi dai loro ultimi due album, qualche vecchia composizione strappata alla leggenda e parti inedite. La resa sommaria del concerto è stata buona, ma Zappa continua a fare rock con incredibile costanza. A Lugano ha suonato come sempre in questi ultimi tre anni brani diretti e quasi elementari, benissimo arrangiati e perfino orchestrati, che rappresentano l'adesione tacita di Zappa ai tempi del '70. Egli non appartiene al passato. Semmai, la sua musica cosl come è adesso non ha sbocchi apparenti, è intelligentemente commerciale e una svolta globale è a sua detta vicinissima. Guidato da un'inconfondibile presenza scenica ha divertito il pubblico in una saga della pornografia al basso livello. E' un grande musicista e un ancor più grande artista. Sarebbe da condannare per la facilità con cui compone le sue recenti opere. Il contatto con il pubblico è del tutto reale e sincero, in ogni caso, e sebbene guidato dall'astutissimo uomo d'affari Herb Cohen, egli riesce sempre a mantenere quell'immagine beffarda e provocatoria che lo porta immancabilmente fuori dal suo esecrato ruolo di ~ superstella ».
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==