Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

Un soggetto perde il suo senso originario quando si stacca dalla sua fonte, o meglio quando se ne allontana tanto da trasformarsi (sostituendosi o annullandosi) nei suoi possibili significati. E tutto bene fin qui, se a sostituire un Significante però non intervenisse una cattiva rappresentazione di un significato o la proiezione di un simbolo di riferimento del suo modello comportamentale che, non avendo una sua propria linea autonoma, un suo stile, e non essendo neanche portatore di idee, di stimoli, muore prima ancora di nascere. Vediamo di chiarire bene questo concetto introduttivo. 1) La musica si è allontanata troppo dal suo senso La negazione che certi « artisti » effettuano, rinunciando al privilegio dell'essere compositori continuando a comporre, non ci sta bene neanche come teoria distruttiva o « della saturazione », proprio perché continuano a comporre sempre in un certo modo. Per accelerare, secondo loro, il processo di disgregazione di tale privilegio, immettono sul mercato materiale di quart'ordine ed entrano così in dialetttca con quello che negano, affermandone la negatività, giusto in opposizione alla positività elitaria dell'arte. Questo se non erriamo si chiama « masturbazionè intellettual - masochista » e quello che ne viene fuori, se musica si potesse chiamare, non ci interessa. Allora, dal momento che non ci troviamo d'accordo nemmeno con quelli che fanno coincidere l'impegno e la seriosità con lo strazio e la pesantezza, sentiamo il bisogno fresco di una musica che ci faccia di nuovo godere. Ma sia perché siamo un po' smaliziati, sia perché proveniamo da una ricerca sperimentale che abbiamo amato, e siccome non ci interessa la musica da tappezAvanguardia Toccatae fuga...inavanti La musica di Paolo Castaldi, primo esponente della nuova musica europea, è l'uomo del futuro come lo immaginiamo negli incubi: purà apparenza, forma. Ne parla Franco Battiato, musicista. zeria, né quella pseudo-sociale, né tanto meno quella falsamente politica (la musica è governata da un universo sintattico diverso da quello letterario; è successo senza scandali che Wagner è piaciuto ad ha influenzato tanto uno Schoenberg, quanto un R. Strauss) la musica che ci aiuta a crescere e che è in strettissima relazione con le nostre esigenze è la sola che ci interessa. Paolo Castaldi, che in molti già conoscete, è a nostro avviso l'esponente primo della nuova musica europea. 45 anni, milanese, diplomato Paolo Castaldi in composizione e direzione d'orchestra, matura la sua formidabile personalità teorica e musicale tra Darmstadt e Strawinski, Schumann e Chopin, Mahler e Debussy. Si avvicina con diffidenza e curiosità, anche perché è giusto conoscere il nemico prima di combatterlo. La maniacale moda del « nuovo » difatti, che aveva invaso l'Europa di quegli anni, guardava a Castaldi come ad un nemico del « progressismo », non considerando per nulla le sue straordinarie intuizioni sintattiche: spirito del coolage, pardon, volevo dire collage, errore di battuta; materia metatonale (teoria dei grandi ritorni infunzionalizzati); un certo irripetibile « banale»; iteratività forse perché troppo in contrasto con il sensazionale effettismo acustico. E còn troppe altre cose. Molti compositori (a parte qualche eccezione come Stockhausen, Ligeti, Penderecki), hanno « toppato » per semplicismo accademico-additivo, insomma per mancanza di sintesi. 2) Forme di contenuti immaginari L'evoluzione, essenziale e inarrestabile, scarta sempre, durante le sue operazioni di trasformazione e superamento l'inutile, a meno che questo inutile, non diventi imprevedibilmente utile. La musica di Castaldi, potrebbe sembrare ..., ma è· invece come noi immaginiamo gli uomini del futuro: pura apparenza (forme); dove i contenuti cambiano contenuto diventando forme di nuovi contenuti; dove non esiste, apparentemente, né logica né tempo. 3) L'« Encantar.» Il magnetismo mentale, il meccanismo trascinante, ipnotico, il vero-falso, il sognante-quasi-vuoto, il fatto che la musica si identifichi con l'oggetto, senza più bisogno di rappresentarlo, in Castaldi diventa quello che noi definiremmo un nuovo « Encantar ». Ci potremo anche trovare di fronte - come per magia - ad un nano brutto e deforme che scopriamo bellissimo. Ci vengono in mente le e• splosioni di gioia ibernata <li un « Sunday Morning »: i rumori, le grida, gli odori, i sapori di una domenica mattina (o delle Palme), dove il lato più struggente, nostalgico, e decadente, è anche il lato più fortemen~c rivoluzionario. Ci vengono in mente « N0tturno », « Innere Stimme », «Esercizio», «Finale»: «co-

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