Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

Posta/musica Unafrase, • unrigo appena A di/lerenza di Venditti che ha risposto canzonettando ad un imprudente articolista che prettndeva di incastrarlo rni fatti personali (per la precisione « Penna a sfera »), Francesco Guccini e Francesco De Grtgori si sono rivolti a Mu1.ak allraverso il mezzo espressivo "lettera" (in senso epistolare e non alfabetico). Ambedue hanno voluto fare delle precisazioni estremamente intereSJanti rispondendo a certe polemiche che, per diversissimi motivi, si sono ilicentrale sulla loro allivilà. Noi speriamo che questo tipo di intervento abbia u11 seguito anche se siamo un po' mortificati dal non saper fare altrellanto. Anche noi articolisti, i11/at1i,veniamo spesso fraintesi, ma purtroppo non abbiamo ancora imparato a fare delle precisazioni componendo delle canzoni. Buon lavoro, buon lavoro Fiorellino ... Sui fatti accaduti al Palalido di Milano, sui commenti della stampa e su cene mie dichiarazioni riportate non fedelmente,desidero fare alcune precisazioni. Quando ho detto che la contestazione nei miei confronti rientrava nella strategia della tensione non intendevo dire che a porla in atto fossero stati gruppi di estrema destra o altri in qualche modo dall'estrema destra diretti o ad essa collegati. Cosl come l'espressione « fa. scisti rossi » non è stata mai da me pronunciata. Ritengo però che il gruppo di compagni che ha cosl duramente contestato il mio lavoro e la mia persona abbia commesso un gravissimo errore po1itico, che non va a vantaggio della chiarezzama impedisce anzi un'analisi corretta della cultura giovanile,dell'attuale produzionemusicale e anche, se vogliamo, degli errori e delle inevitabili contraddizioni di quegli autori che, come mc, dall'interno dell'industriadella musica, tentano di promuovere un di• scorso diverso e alternativo sul terreno dei contenuti musicali e letterari e della gestione dei concerti. Da questo punto di vista l'iniziativa gravemente sconsiderata condotta da questi compagni non può che consolidare l'universo muskale consueto, ricaccia a destra autori e gruppi potenzialmentedisponibili ad iniziative di sinistra, incentiva i concerti a tremila lire, gli schieramenti polizieschie i servizid'ordine privati presi a nolo dai grossi impresari. Da questo punto di vista, quindi, questi episodi fanno oggettivamente ~1 gioco della cultura del potere e del!a musica tranquillizzante, e si prestano oltretutto ad essere ripresi e strumentalizzati in chiave terroristica, reazionaria e scandalistica da un certo tipo di stampa «indipendente•. Riguardo ai miei guadagni, ritengo che più che una mia sottoscrizione personale(alla quale eviterei comunque di dare qualsiasi pubblicità) sia corretto da parte mia mettere la mia musica e le mie parole a disposizione di un movimento al quale, pur non essendo io un militante rivoluzionario, ritengo di aderire ideologicamente condividendone pressoché in tutto le scelte culturali, confrontandomi con esso e accettandone i consensi, le critiche e le proposte. Lotta Continua, i circoli Ottobre, Re Nudo, gli Anarchici, sanno bene che mi sono reso disponibile in maniera gratuita in moltissime occasioni politiche e musicali; dico questo non per rivendicare medagliette di buona condotta, ma per chiarire quale è stata la strada da me seguita fi. nora e quali le mie scelte. Riguardo le mie canzoni, i loro contenuti e il mio linguaggio, io faccio le canzoni come le so fare. Esprimo ,empliccmentele cose comeriescoad esprimerlee credo che sarebbedemagogico da parte mia trasformare i miei moduli linguistici e scrivere canzoni,ad esempio,come Ivan Della Mea o Paolo Pietrangeli, autori che peraltro stimo e rispetto. Credo comunque che accanto alla loro produzione, più direttamente legata al}a cronaca PQlitica dei nostri anni possa trovar posto la mia, che muove da presupposti diversi ma che tende comunque, anche se forse per altre strade, ad un miglioramentodel livello musicaledi massa. Il pubblico giovanile più politicizzatoo almeno una parte di esso, dimostra di apprezzare ciò che io scrivo e canto, forse pcrch~ provo a parlare di cose private e di cose politiche in maniera diversa da qucl 1a tradizionale. Tutto qui. Vorrei che quanto ho detto non veni'>SCscambiato per un attacco o, peggio ancora, un'autodifesa. Soero solo di aver contribuito a rhiArire akuni momenti fondame□• ta I i di un dibattito che andava senz'altro affrontatoanche a orescindere da auanto avvenuto al Palalido di Milano. Francerco De Gregori Istanze di vita quotidiana Cari amici del collettivo per una nuova informazione, un giornale come il vostro, di solito serio e informato, prima di dare certe notizie, perché non le fa controllare? In merito ad esempio al mio fantastico « cachet » di Siena, perché non avete fatto una telefonata ai compagni di quel Circolo Ottobre. Oppure, anche ammettendo di aver guadagnato quella cifra in altra occasione, perché non vi informate sulle modalità e ragioni del concerto, a che prezzo è stato fatto, e quanto hanno incassato gli organizzatori? Bello e indicativo di certi metodi è poi il misterioso riferimento a « una provincia del nord »; non la nominate per segreti motivi di correttezza (sai, è una provincia del nord così seria, all'antica, non ha piacere di comparire sui giornali, poi mescolata a certa gente ...) oppure perché la voce vi è arrivata cosl, fra un bicchiere e l'altro. Mi sembra, che in questo genere di cose, si sia arrivati a pettegolezzi a livello rotocalco, il corrispettivo « alternativo" delle chiacchiere dei giornalisti mondani sugli umori e amori delle dive. Probabilmente, la « nuova informazione • si svolge secondo questi criteri, come nella giustizia italiana, dove uno intanto va in galare, poi sta a lui dimostrare se è innocente oppure no. A parte gli scherzi, se uno si comporta da stronzo, è giusto che venga sputtanato, ma con date e cifre esatte, chi era e come la controparte, perché ad esempio a volte si può anche guadagnare tanto, ma non lo si fa sempre rubando. Parlando del mio comportamento e dei miei guadagni, dirò quello che ho già in parte detto proprio su Muzak. Fino a un paio di anni fa non suonavo quasi mai in pubblico, un po' per timidezza (incredibile, eh?) e soprattutto perché volevo fare altre cose che mi interessavano di più. Andavo gratis o quasi, poche volte all'anno, in posti che mi interessavano o mi piacevano. Poi ho cominciato a fare qualche concerto in più, perché le richieste erano aumentate; nello stesso periodo, per curiosità e inesperienza, ho fatto anche qualche discoteca qui nella zona (sette-otto al massimo) ma ho smesso perché non mi piaceva. Intanto le richieste di concerti sono aumentate. Finché ho ragionevolmente potuto limitarli, ostinandomi a non voler fare questo mestiere di mestiere, ne facevo la maggior parte gratis (ma perché non date notizia anche di questi?) e il resto sulle 100 più spese. Fra la fine della stagione scorsa e l'inizio di questa, le richieste sono diventate tantissime; fino ad oggi, quelle inevase sono circa 400. Sono nati cosl diversi problemi, quanti e quali concerti fare, e a che prezzo, visto che fra impegni, telefonate, visite a casa non riuscivo più a fare altro. Cosl ho scelto di fare più o meno una media di otto concerti al mese, da ottobre a giugno, di più scoppio. Spesso con ampie pause. Per quanto riguarda il prezzo, molti concerti li faccio ancora gratis, e sono ancora molti. Sono quando il concerto è per un motivo specifico, tipo fabbrica occupata o Cile ecc.; in questi casi, se le mie spese sono basse, non chiedo neanche il rimborso. Se invece non c'è un motivo specifico, ma il concerto riguarda solo il finanziamento di un gruppo o <liuna testata, ho scelto invece il sistema della percentuale. Questa si aggira sul 50 per cento tolte o meno le spese della Siae e degli affitti e pubblicità varie, a seconda dei casi. Spesse volte ho abbassato la percentuale già concordata. Il prezzo del biglietto lo concordo di volta in volta con gli organizzatori; spesso sono stati questi a volere una cifra più alta di quella da me proposta; in tutti i casi la cifra non ha mai superato le 1500 lire, quella più bassa è stata di 500 lire o offerta libera. Si concorda il prezzo in base ai costi della sala, alla sua capienza, alla località, 1000 lire a Milano sono una cosa, a Rovigo un'altra. Cosl facendo ho anche guadagnato (una volta) di più del milione e due della vostra notizia (ma gli organizzatori, la stessa radio libera di Torino di cui parlate, hanno incassato quasi altrettanto; il più delle volte però lavorando in posti decentrati con teatri piccoli che tengono dalle 500 alle I000 persone, si guadagna meno di un terzo della cifra dichiarata. A questo bisogna togliere le spese del chitarrista, agenzia, viaggio, vitto e alloggio per tre, pensionamenti e mutue varie, mesi in cui non lavoro. E non farò questo mestiere fino all'età della pensione. Dico queste cose non per discolparmi, ma per desiderio di chiarezza, e anche perché, avendo rifiutato una certa linea, mi dispiace che si pubblichino su di me notizie a caso. Se anche questa poi è avidità, o « alternativa • da ridere, tanto per gabbare i pivelli e salvare la faccia, allora sarebbe bene discutere sul motivo per cui io debba lavorare a tempo pieno per LC e Circoli Ottobre, PdupManifesto, circoli alternativi vari, Arei ecc., chiedendo cifre ascetiche tutte le sere e lasciando agli altri tutto l'incasso. Quando spesso ci si accorge che sei usato, come farebbe un normale gestore di sala (il quale sarebbe disposto a sborsare senza batter ciglio cifre ben superiori per avermi) soltanto per fare soldi. (Non è sempre cosl, per fortuna). E' ovvio che i gruppi questi soldi li spendono in cause migliori che non siano il mio personale tornaconto (e anche questo non è sempre vero; ho anche cominciato a chiedere la percentuale perché mi ero stancato di andare a suonare gratis per compagni che avevano bisogno di soldi per rimediare i prezzi astronomici di altri colleghi); allora però tanto varrebbe fare concerti solo per i gruppi ideologicamente più vicini (nel mio caso, ad esempio, radicali o anarchici o socialisti). Ma a me va di lavorare anche con gli altri. E allora? E allora? Allora non so, forse sono stato un po' confuso, se vi va, chiamatemi e ne parliamo. Dico spesso che con la mia CO· scienza ci vado a letto io, e fino ad oggi non abbiamo avuto dei contrasti irreparabili. Saluti, e scusate se vi ho disturbato. Francesco Cuccini • Bologna

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