Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

La parola festival ci arriva dal latino. Festum significava appunto festa ed è ciò che il festival rock era in principio e deve tendere a ridiventare. Una festa per tutti e cinque i sensi, una occasione sociale in cui si abbia la possibilità di ascoltare, vedere, adorare, toccare e parlare. Del resto quello di festival non è un concetto necessariamente legato a concezioni di vita alternative. In tutto il mondo avvengono ogni anno centinaia di migliaia di feste con varii pretesti (dalla vendemmia, alla nascita del Cristo, al compleanno di Ghandi al Martedì Grasso) ma da nessuna parte come in America il culto della festa è sempre stato tanto vivo. Più di mille celebrazioni all'anno con ogni tipo di motivazione e non è dunque un caso se il fenomeno festival rock sia arrivato a noi proprio da quelle sponde nella confezione del bel documentario Woodstock. Dossierfeste Prendi l tram e scendiaWoodstock Un festival rock è come una partita di pallone. Non ha nulla a che fare con la musica. E' solo una occasione per stare insieme. Il primo festival musicale americano si tenne nel 1858 nell'America del Nord ed è tutt'ora un evento annuale con musica classica e popolare. Nel t 969 si era arrivati ad una situazione in cui metà della popolazione degli Stati Uniti sembrava « sulla strada » o in ogni modo capace di mettersi in moto con una mezz'ora di preavviso. A quell'anno risale una stima approssimativa del giornalista Craig Gilbert, studioso di fenomeni sociali 33 e giornalisti, secondo la quale diecimila festivals di musica classica, blues, pop, jazz e rock. In realtà, anche se tentativi di creare atmosfere simili fossero già stati fatti nel '67, proprio il '69 fu l'anno dell'esplosione del fenomeno concerto pop. Possiamo scegliere come inizio la festa tenuta sui campi da polo del S. Francisco Golden Gate Park: minestra, frutta e vegetali per tutti; Allen Ginsberg prodotto in un interminabile « mantra » per salutare la nuova era (astrologicamente l'età dell'Acquario); gli Hells Angels che tenevano un occhio sulla situazione mentre Timothy Leary benediva la folla (Lsd in luogo del convenzionale pane e vino) e i Quicksilver Messenger Service suonavano tutte le canzoni che sapevano. La cosa più importante che viene fuori in ouesta nuova situazione non è però la musica o particolarmente lo Lsd o le parole di questo o quel santone. La rivelazione è che le « stelle » della festa sono le persone. Le quarantamila persone tutte uguali e ognuna differente, coloratissime e medioevali. Una principessa indiana con un copricapo di piume arancioni, un Lawrence D'Arabia su Harley Davidson, poliziotti e hippies, indiani e cow-boy. La partecipazione sempre più massiccia a questi eventi è la dimostrazione pratica che c'è qualcosa di più che fumare e ascoltare

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==