Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

"'~ sarà dato alle attività' musicali, teatrali e ricreative autogestite. E quindi molto ridotto sarà lo spazio per gli autori professionisti. A Parco Lambro e a Licola l'ottanta per cento del tempo è stato riservato alle attività musicali sul palco e il venti per cento alle iniziative autogestite e creative. « Quest'anno vogliamo rovesciare le proporzioni ». Questa posizione è sostenuta da un giudizio politico che vede nella prima festa di Licola soprattutto una volontà di unificazione: dal movimento degli studenti a tutto il proletariato giovanile. Così era scritto sul manifesto di convocazione. Licola e il Parco Lambro '76 invece vogliono essere la festa dei circoli e dei collettivi giovanili, la festa delle donne e della loro capacità di aggregarsi, unirsi, lottare, fare musica e cultura. « Al Parco Lambro '75 avevamo individuato dei momenti di creatività collettiva e spontanea, di ballo, i momenti creati dal Fuori e dalle femministe, le tarantelle spontanee, tutto ciò che era fuori della parte spettacolo ». Secondo Andrea Valcarenghi direttore di Re Nudo questo è il problema sostanziale. Più che cadere nella trappola demagogica del « tutti sul palco », che fa sì che solo una parte si diverta, perché la musica che si fa non soddisfi! tutti, il problema è quello di creare momenti di espressione collettiva. E' per questo che Re nudo ha organizzato le feste da ballo al Palalido tutte incentrate sui momenti di creatività. « II momento centrale era il ballo, poi c'erano i giochi con i palloncini e i momenti di espressione creativa come la pittura dei pannelli che ave- ~ vamo preparato ... ». Queste esperienze milanesi hanno mostrato come è possibile recuperare qualcosa di base, di fondo, di antico come la luna e il sole, uno strumento che non si può più usare in posti squallidi come le balere. La partecipazione al ballo, i balli di massa, sono una forma di espressione che dimostra la presenza di una grossa voglia non soddisfatta di stare insieme e di recuperare una dimensione infantile e gioiosa, collettiva e creativa. Quest'anno comunque la festa del proletariato giovanile sarà sdoppiata. Il programma culturale e musicale sarà identico ma le feste saranno due: una festa settentrionale a Milano e una festa meridionale sul mar Tirreno e probabilmente nel Lazio. Le feste del proletariato giovanile settentrionale e meridionale si terranno, ad una distanza di quattro giorni l'una dall'altra, nei due ponti festivi che vengono nella seconda metà di giugno. La Fgci organizzerà la festa della gioventù per la fine di luglio, e prima ci sarà Umbria Jazz, la rassegna annuale organizzata dalla regione umbra. A maggio invece si terrà a Napoli una rassegna della nuova Napoli musicale e popolare, promossa da Muzak e organizzata da tutte le forze giovanili della sinistra parlamentare ed extraparlamentare. In più ci saranno le consuete feste de l'Unità e forse anche feste di Democrazia proletaria. Al di là di questo programma molto ampio tutte le organizzazioni politiche sembrano consapevoli del mo26 mento delicato in cui si trova tutta la complessa questione delle feste giovanili. E quindi della capacità di elaborazione culturale che il movimento, in tutte le sue componenti, sarà in grado di esprimere. Tutti sono consapevoli del carattere profondamente politico che assume oggi la questione, e la polemica tra Lotta continua e la Fgci sulle feste e sulla morale ne è un esempio. Organizzare una festa oggi vuol dire avere delle proposte « politiche », e quindi anche e soprattutto ideali e morali da proporre alla lotta dei giovani; organizzare una festa oggi vuol dire realizzare un'aggregazione di giovani su un programma; e inserirsi così nella ricerca su una ricostruzione dei valori e della moralità a partire dalla discussione e dalla pratica del movimento che è stata avviata proprio da Licola '75. Sulle diverse proposte, e quindi sui diversi tentativi di sintesi tra politica e cultura, tra politica e scelte quotidiane, tra politica e grandi questioni dell'esistenza, il dibattito ormai è aperto. Molto diverse sono la morale e la politica che le feste del Parco Lambro e di' Licola 2 o di Ravenna pro: pongono ai giovani. Intorno a queste grandi questioni la gioventù italiana sarà chiamata a confrontarsi e probabilmente intorno a questi nodi della politica e della morale la divisione sarà acuta e profonda. Certo è che quando un coordinamento di circoli giovanili di quartiere, come è successo a Milano, si riunisce per discutere della « idea della vila » allora vuol dire che qualcosa sta cambiando. Non è dunque solo intorno al programma musicale o alla riuscita numerica delle diverse feste che questa estate si giocherà la partita e si verificherà la possibilità e la necessità di continuare ad organizzare feste ~iovanili. Marcello Sarno Dossierfeste Pregovuol sballare conme? La Banda della Madonnina, un elefante rosso a rappresentare il governo delle sinistre, canti, balli e slogan. A Milano i giovani hanno imparato a sostituire dancing e balere. In fondo quella di primavera non è stata che una delle ultime. La grande invenzione di Milano, quella che oramai si ripete ogni domenica alle colonne di S. Lorenzo, a porta Garibaldi, in piazza Vetra o in un qualsiasi altro spiazzo o piazza della città, sono state le feste « urbane ». Feste magari piccole, fatte al chiuso d'inverno, nei centri sociali occupati o al Palalido, organizzate spesso semplicemente da uno o due collettivi giovanili, con dietro, solo nelle grandi occasioni, le forze politiche. Per la prima volta forse raccogliendo l'esperienza dei grandi festival pop, di Parco Lambro in particolare, feste davvero e non paraventi per le sottoscrizioni. In un inverno il rito delle feste dell'Unità, quello che

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