ca. E' in questa situazione che si diffondono e si generalizzano le parole d'ordine degli « sporki », scritte quotidianamente sui muri. Tutti i corridoi della scuola sono completamente invasi da queste « scherzose » iscrizioni cancellate, riscritte, corrette, aggiunte o addirittura poscritte e rivedute, che testimoniano l'andamento quotidiano della polemica. E sopra le risposte delle compagne, o addirittura i manifesti di « censura » atcollettivo • uomini sporkl •. tacati dagli esponenti più « responsabili » o meno antifemministi del Cps. Ma nel frattempo le parole d'ordine sporke si sono estese in tutta Roma: « se vedi un punto rosa spara a vista / o è una saponetta o· è una femminista». E' uno degli slogan meno aggressivi del Cusp (la firma con cui si firmano) ed ha praticamente conquistato il favore di buona parte dei militanti studenteschi di Roma; a testimonianza di come l'antifemminismo « scherzoso » ma non troppo diventa una delle possibili risposte alla crisi di un ruolo troppo comodo, quello del militante antifascista convinto e sposo comprensivo che viene tuttora difeso da molti compagni. Si può scherzare su Rosaria Lopez? Si può inneggiare allo stupro, anche se si vuole attaccare quelli che vengono definiti luoghi comuni femministi? Ha senso svolgere un ruolo cosciente di provocazione contro il « senso comune », per far emergere i comportamenti repressi della gente? E soprattutto in questo modo non si dà per scontata una volontà generalizzata di stupro che, in ultima analisi, si accetta e si disinibisce? Muzak è tornato al Castelnuovo dopo l'inchiesta sul comportamento sessuale degli studenti, per intervistare gli uomini sporki e le femministe. Enzo, 17 anni: il collettivo uomm1 sporki non è mai esistito, è solo una firma apposta a scritte originali e polemiche. E poi non è vero 21 che siamo antifemministi, con le nostre scritte abbiamo voluto colpire i luoghi comuni femministi, il moralismo e il perbenismo femminista. Politicamente le compagne non ci vogliono incontrare mai. l'unica forma di dialogo sono slogan scarabocchiati sui muri come questo: « siamo tante / siamo forti / siamo tutte femministe ». Delle compagne e del femminismo so solo questo, anche se poi usciamo insieme. Enrico: per noi parlare sporko, sudicio, è una critica radicale ai modelli di comportamento imposti dal capitale e dalla società mercantile e spettacolare. Parlare sporko voleva essere la verifica della possibilità di avventura esistente nella società della noia, contro la miseria della vita studentesca. Noi siamo d'accordo con le femministe: l'invasione del Duomo di Milano ci è sembrata molto bella. Franca, 18 anni: il vostro discorso non mi sembra sufficiente, la cosa più antimoralista che c'è al Castelnuovo siamo noi. « Siamo stufe di essere figlie / distruggiamo le famiglie » non è uno slogan né settario né moralista. Muzak: quindi il cusp non è una cosa antifemminista? Enzo: certamente no, volevamo soltanto scherzare. Enrico: quasi nessuno ha capito quello che volevamo dire con le nostre scritte, ma si trattava di una critica della miseria quotidiana e non di sciovinismo maschile. Chiunque poteva fare una scritta sul muro e firmarla cusp; senza proporre modelli una scritta può anche essere un modo per rimettere in discussione Sl: stessi. Enzo: è vero che con la nascita del collettivo femminista i compagni si sono sentiti isolati, tagliati fuori. Per questo abbiamo assunto spesso un atteggiamento ironico, e anche un po' cattivo. I nostri slogan scritti sui muri si sono diffusi in tut- ,a Roma, ma non è vero· che abbiamo partecipato a manifestazioni goliardiche; e poi non siamo responsabili noi di tutte le scritte, ognuno ha scritto quello che voleva. Roàna, 20 anni: a me invect· sembra che abbiate un sacco di aggressività, anche nei vostri rapporti interni, quando state insieme sembrate amici e invece non lo siete. Nel collettivo sporko non ci sono donne, forse avete anche qualche bella idea ma per una donna stare nel vostro collettivo sarebbe difficilissimo, state insieme solo quando vi menate. A noi invece interessa recuperare soprattutto la capacità di stare insieme, di trovare un modo nuovo, più libero e meno aggressivo di stare tra le persone. Voi invece siete individualisti. . Enzo: bisognerebbe vedere perché le donne non scrivo• no sui muri. Rosina: questo non è vero; le scritte le facciamo anche noi ma non per sfogare le nostre frustrazioni. S., tu sai chi è, ad esempio faceva le scritte su Aurelia, si ➔
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