Muzak - anno III - n.12 - aprile 1976

legge « in più », quello programmaticamente destinato all'evasione che però - per carità - non sia troppo evasiva; un fumetto un po' kitsch, di cui si possono accumulare sornionamente le annate accanto a quelle di « Playboy » e de « Il Manifesto »; ridendoci, magari un po' su. Al terzo posto - ex aequo - Corto Maltese di Hugo Prati e le Stumtruppen di Bonvi. Il risultato di Corto Maltese ci delude un po'; il nostro amore sconfinato per lui ci portava a desiderarne la vittoria; fatto sta che - o per volere dei lettori o per brogli elettorali o per la scarsa diffusione delle sue gesta - Corto Maltese deve accontentarsi di questo risicato 3° posto col 10% dei consensi; assieme a lui la satira antimilitarista di Bonvi, che dimostra una capacità di tenuta e di resistenza notevoli per un autore e un fumetto che non usufruiscono se non marginalmente dei grandi mezzi di comunicazione di massa (editoria e riviste). Al primo posto fra i fumetti peggiori, ci stanno quelli pornografici. Questo risultato non è privo di interesse; innanzitutto perché questo alto indice di spref erenza testimonia di una conoscenza approfondita della materia e di una consuetudine critica con essa, e - in secondo luogo - perché questa necessità di mettere al bando come peggiori questi fumetti indica un atteggiamento giovanile di massa nei confronti della pornografia che sarebbe utile accertare, attraverso un'inchiesta più particolare e approfondita. Tra i peggiori, il secondo posto va a Topolino, il terzo a Diabolik. Risultati sorprendenti, a nostro avviso, e immeritati; sanno, ambedue, di un po' di snobismo e di saccenteria, e sono, ambedue, inquinati da motivazioni esterne al giudizio sul fumetto stesso. Il rifiuto nei 17 confronti di Topolino è, probabilmente, la diretta conseguenza del mondo in cui Topolino, nella nostra infanzia e adolescenza, ci è stato propinato, come si dice, in tutte le salse; un rigetto comprensibile, conseguenza della ossessività con cui ci è stato imposto e delle costruzioni ideologiche che, su di esso, genitori, insegnanti, pedagoghi, hanno elaborato (e il soggetto, beninteso si prestava). Questa diffusa condanna di Diabolik non riusciamo, invece, a spiegarcela. Diabolik avrebbe molti requisiti per,piacere: è un fuorilegge, gabba costantemente le forze dell'ordine, ne combina più di Bertoldo e - per giunta - in questi ultimi tempi, ha assunto connotati rubinudeschi (da Robin Hood) e libertari. Quello che lo rende sgradevole è, forse, l'apparente povertà narrativa e una certa rozzezza stilistica. Gli si chiede ancora di più insomma, a questo Diabolik già così pieno di buona volontà e di guai. Ce la farà? Figlioli miei, leggete Marquez! S. D. La Cultura (C maiuscola, prego) ha ancora una sua rispettabilità che ha impedito che in questa parte del referendum si sprecassero (come è avvenuto anche troppo altrove) le battute di spirito e i paradossi. Se si tralasciano alcune spreferenze clamorose (La Bibbia, I Promessi Sposi, fra le maggiori) i risultati sono non scontati ma neanche stupefacenti. Soprattutto « il migliore » ha dato poco spazio a novità e paradossi ma anche a conformismi e appiattimenti. « Il peggiore » è più tradizionale: qualcun·o ha scritto « non ho letto brutti libri nel '75 », forse questa è la ragione di un maggiore conformismo del brutto. Così in testa sono tre prodotti che più che « brutti » in assoluto sono essenzialmente reazionari e stupidi, e anche quelli che seguono hanno una connotazione negativa più politicamente che letterariamente (beninteso: non che Figlioli miei sia letterariamente giudicabile... diociscampi! ». Anche il cattivo piazzamento di Horcynus Horca (libro ingiudicabile per la sua pre- • suntuosa noiosità: chi mai arriva alla fine?) è più di sentito dire che non per esperienza diretta. Anche Sandokan abbastanza spreferito è una risposta a una sollecitazione televisiva, più che non il ricordo delle letture salgariane dell'infanzia (per molti lettori - ahiloro - assai lontana nel passato). In linea di tendenza la sinistra extra tenta battute politico-colte (miglior libro: Il Capitale, L'accumulazione, Stato e Rivoluzione), la sinistra ufficiale è più concreta e pratica, e anche più attaccata alla lettura Marquez, Pasolini, Sciascia), la sinistra under si getta sulla letteratura di movimento (Kerouac, Schneider, Contro la famiglia, addirittura successo lusinghiero per il Simonetti di Ma l'amor mio non muore). Le donne divise in parti quasi uguali fra Dalla parte delle bambine e Lettera a un bambino mai nato, che, però a onor del vero, hanno richiamato anche molti voti maschili. Nel campo delle scienze psicologiche: Reich, Cooper e Jervis ma mai Freud (menzogna o sortilegio?). La musica grande assente, salvo per Portelli (La canzone popolare in America), il che può anche essere adulazione bieca e scoperta. Insom• ma l'amalgama di saggi e romanzi, libri belli e librÌ interessanti, autori e autrici, fa ben sperare e mi sembra (al di là del « rispetto » formale per la Cultura) dato altamente positivo, proprio per la sua generalità e varietà non conformista. Ma altamente significativo è anche il rifiuto deciso della

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