Muzak - anno III - n.11 - marzo 1976

In collegio la ribellione non fa nascere una controcultura. Il collegio sostituisce tutto. Bello, dice tanta gente, hanno tutto lì... Sono quelli che non uscirebbero mai di casa, perché tutto e già .stato scoperto, perché tanto fuori della famiglia ... Cosa farai da grande? Farò la puttana, come mia madre. La ragazzina gira per i letti della camerata dondolando una borsetta. I ragazzi si attaccano ai grandi. Luciano si aggrappa al braccio e si lascia trascinare, in segno di fiducia. Qualcuno ti segue a distanza e ti condiziona. Se non sei autoritario e palioso come gli altri da te si aspettano di più, si aspettano moltissimo. Si aspettano che tratti ognuno meglio degli altri. Dovresti trattare ognuno come fosse il solo. Ti fai coinvolgere e sei fregato. Tutti sono scontenti di te. Non ci sono discorsi sulla uguaglianza che tengano. Se ti metti a parlare di uguaglianza sei palloso come gli altri. La solidarietà, la complicità non esistono. Tutti fanno la spia. Una volta uno ha pisciato nel bricco del latte. Si apre l'inchiesta, i maestri prendono ognuno sotto braccio e cercano di farsi dire chi è stato. Nessuno parla. Sarà perché io (come maestro sono un traditore) e qualcuno dei ragazzi abbiamo detto che chi parla se la passa male. Una controcultura deve avere una forza su cui contare. Io rappresento una contraddizione in seno al potere autoritario. Sarò sempre meno solo man mano che andiamo avanti. Qualche volta li appoggio apertamente, qualche volta di sottobanco, cosl i ragazzi fanno la spia anche su di me. Gianni è venuto con la macchina fotografica .. I ragazzi -sanno, anche se sono piccoli, che serve per sputtanare il collegio. Tantissime volte li deludo. Loro hanno una· capanna sui pini, e quando salgono lassù si sentono come fuori dal collegio. Fanno la resistenza sugli alberi. Io li faccio scendere perché se cadono durante la mia ora di lezione vado in galera. Certe volte ci siamo messi a pensare come si camperebbe in giro senza soldi, fare una capanna ecc. Però quando uno scappa tutti i ragazzi sono mobilitati alla ricerca, è anche quello un modo di divertirsi e di farsi notare. Lo catturano in quattro e lo tengono per le braccia e per le gambe. Quello è stanco, scaricato, anche un po' soddisfatto, e dopo un po' si arrende. Io collaboro alle ricerche. Veramente non so cosa fare. Dovrei lasciarlo andare. Mi sento come un secondino che racconta le barzellette al prigioniero per farlo divertire. Anche le assistenti si danno da fare, ma sono collegiali anche loro, alla fine. Si fa così tutte le settimane, tutti i giorni. I dirigenti dicono che il collegio è stato aperto. Dopo le elementari (c'è chi le finisce a 14 anni) i ragazzi possono uscire, basta che dicano dove vanno. Allora la tensione si allenta. Questo modo di vivere gli è così abituale che non sanno più giudicarlo. Finisce che assorbono la propaganda de11'istituto (« la loro seconda famiglia ») e gli sono riconoscenti. Que11iche si inseriranno felicemente nella società si ricorderanno del collegio come una brutta parentesi, ma faranno fatica a isolare e a neutralizzare quest'esperienza, ne riconosceranno i tratti in ogni atteggiamento nonostante i loro sforzi di non tradirsi. Quanti ragazzi, educati nell'ideologia del collegio, finiranno per lottare contro la società come « delinquenti comuni », piuttosto che come proletari coscienti? La direzione non lo sa, né si preoccupa di saperlo. I ragazzi di I0-12 anni sognano un mondo per loro, con amore, tenerezza, anche se tante volte non riescono a crederci. Fanno finta di essere grandi, e forse lo sono davvero. Ma poi, come i grandi, diventano svenevoli come i fidanzati dei fotoromanzi, gelosi, possessivi, maschilisti senza pentimenti. Si legge ne11e loro lettere:· Caro Rocco, io ti ripeto che ti amo e non ti lascerò mai più e se tu mi lasciasti io perderei la fiducia per te però sono sicura che non mi lasci e. questo è l'importante. E' vero che Paola ti aveva detto che ti avevo lasciato? Se è vero non crederci. Io sono de11a Iuwe, ma se tu vuoi sarò del Milan. A lupo e le pecore ci gioca anche Lucia e Carla ci gioca, se gioca anche Marce11o. Io anche sono in classe e sto a pensarti. Adesso non ho altro da dirti. ciao la tua Liana. Roberta, io voglio la roba mia come te lo data a te. Voglio l'anello e i soldi e la medaglietta e le cartoline, perché tu non mi ami e fai finta di amarmi e ami a Sassaroli. Roberta in vita mia sei una gran bugiarda perché ami a Sassaroli e a Borghi. Senza di te non potevo mai vivere e mi ai dato un dispiacere che me lo ricorderò per tutta la vita. Non ti amo più anche se me lo ridici. caro Sandro, spero se andate in telefisione voi qutaro te, Luciano, Palioto, Paolo, vi mettete vicino a noi ciao amore. Cara Daniela, io ti voglio bene spero che anche tu mi vogli bene devi giocare con Borghi e con Paolo -e con Paglioto, ciao amore. Tu ami a me e no invece a Ricardo che si fa la caci ca a dosso e la piscia a letto. Caro Sandro, ti faccio sapere che sei scemo. saluti da chi ti pensa. Leonardo Badioli Gianni Bomprezzi

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