tuazione degli elementi psicologici « interni » al personaggio, sull'espressione degli stati d'animo personale dell'attore che riviveva una parte imedesimandosi. Ma Kazan ha lavorato abilmente su ciò che Dean era: un'adolescente ms,curo, dall'aspetto fisicamente comune. un poco sciatto, in blujeans e con un accenno di capelli già un po' più lunghi e disordinati di quelli alla « marine » allora maschilisticamente in voga, e anche con qualche accenno di tic, di goffaggine e di disagio nello stare tra i grandi. Il suo personaggio è quello dell'adolescente « ribelle senza causa », che si rivolta contro il padre e cerca conforto in personaggi materni, e quando questi lo tradiscono, in personaggi di ragazze-sorelle, comunque con un atteggiamento materno nei suoi confronti. La sua rivolta è una rivolta da anni 50, contro la fa. miglia e non contro la società da un punto di partenza proletario, Dean e i giovani del suo tempo non sanno andare oltre l'ambito psicanalitico dei complessi di Edipo scombinati, e la loro rivolta è destinata per questo, o a rientrare o a concludersi, più raramente, nelle vite gettate per disperazione alle ortitiche. Dean insomma è stato l'adolescente tipo in anni di difficile transizione, quelli della guerra fredda, tra un passato più duro e con scontri più forti, e tempi nuovi che solo Merlon Brando gli anni 60 (la rivolta dell'università di Berkeley li annunciò solo qualche anno dopo la morte di Dean, avvenuta nel 55, che è anche l'anno del suo fulmineo successo) faranno esplodere in America come altrove I giovani ai quali la società capitalistica nega, come a tutti, una maturità che non sia fittizia, perché non li rende in gra52 do di scelte veramente autonome rispetto ai suoi durissimi imperativi economici e sociali, si sono visti in James Dean, ma sono andati rapidamente molto oltre, fino al 68 e fino ad oggi. Ancora in molti film, certo, la loro ricerca - sia nella disperazione che nella lotta - è del tutto diversa - I protagonisti di Easy Rider non hanno famiglia, se la sono lasciata alle spalle da un pezzo, quelli Alices Restaurant tentano già le comuni, e quelli della realtà si ribellano contro qualcosa di molto più grande e più vasto - anche se si tratta tuttavia di strutture sociali economiche e psicologiche autoritarie, quindi in qualche modo paterne e materne. E con loro entriamo in un oggi che il cinema non riesce a rappresentare, tanto questo oggi è denso e cavalca veloce; e soprattutto che non ha bisogno di miti in cui specchiarsi ma di modelli vicini, simili, attivi, frutto di una faticosa costruzione comune. Abbiamo tuti la sensazione e la convinzione che il mito deve essere oggi collettivo, che siamo noi stessi con le nostre incertezze e i nostri entusiasmi, con le nostre paure e i nostri slanci a costruirlo, costruendo un modo di vita diverso e lottando per una società diversa. I giovani si sono fatti protagonisti della storia e della politica, che non delegano più ai soli adulti, e stanno appropriandosi e stanno costruendo una comune e nuova visione del mondo. I motociclettoni e le bottiglie di latte di James Dean suscitano ancora simpatia, magari qualche sorriso e qualche lacrima, ma sono un ricordo lontano e un po' patetico. Goffredo Fo/i
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