Libri & Riviste La politica del corpo a cura di Angelo Pezzana - Savelli - controcultura .,ag. 208 lire 1900. « Questa .an10Jogia racchiude alcuni momenti di una volonlà rivoluzionalrice ... Apriamo, consegnando ai compagni questo materiale, un secondo di~corso, dove come prima, e non meno di prima, saranno porlati avanti i 1emi della liberazione omosessuale dalla cappa consumistica, dal condizionamento dei fascismi, dalla repressione sempre più grave e pesante; dalle strettoie che li hanno umiliati; verso una prospettiva dove gli esseri saranno in grado di recuperare il proprio corpo e i significali politici positivi di cui è portatore». Cosl Alfredo Coehn, uno dei fondatori del Fronle Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani (Fuori) neJl'introduzione a questa antologia. Un'antologia di scrilti già usciti sul giornale Fuori! del movimento, che esaminano da più punti di vista, ancora spesso pre-politici, alcune volte di drammatica 1estimonianza, altre di sistemazione poli1ica e di analisi approfondita, il problema dell'omosessualità vis1a dall'interno, dagli omosessuali stessi. Stufi (e giustamente!) di essere analizzati, psicoanalizzati, repressi, studiali, rivoltati, emarginati, oggetto di tesi scientifiche, di congressi o di articoli più o meno scandalistici, più o meno pseudo-scientifici. L'aggressività, la forza disperata ma anche lucida con cui il Fuori ha condotto le sue battaglie sono qui ben documentate: ed appaiono come il frutto maturo di una battaglia morale e culturale che ormai sta esplodendo dappertutto, ma che era ancora difficile, nella stessa sinistra, far passare nel periodo (fra il '72 e il '75) in cui gli articoli di questa antologia sono stati scritti. Il movimento omosessuale è adesso cresciuto, ed è diventalo un momento non marginale neJla lolla ai ruoli stereotipati di « maschio » e « femmina » e rappresenta una faccia della grande lotta di liberazione totale di cui il femminismo è, indubbiamente, il momentoguida. In questo senso questa antologia non è affatto il « pianto ,. degli omosessuali su di sé e per sé, ma un punto di riferimento del movimento. G.P. Omosessuale Repressione e liberazione di Denis Altman Arcana, pag. 234, lire 2.800 Questo df Altman è un libro uscilo da tempo: lo riprendiamo in considerazione perché ci sembra un 1es10 fondamentale per comprendere la tematica, cosl vivace oggi, dell'omosessuali1à. Per comprendere non tan10, forse, gli aspelli più direttamente politici, quanto tutto il mondo culturale e psicologico che è alla base dei movimenti di liberazione omosessuale e del rifiuto sociale verso gli omosessuali che hanno ricostruito (o lentato di ricostruire) la propria iden1i1à. E' un'analisi allenta, impietosa verso gli« avversari», quelli direlli e scoperti, ma anche quelli mascherati o occultati sotto la specie di « tolleran. ti». Così di particolare interesse è l'analisi del rapporto fra le11eratura e omosessualità, fra movimenti di liberazione dei negri delle donne e degli omosessuali, fra politica « gradualista » e rottura violenta, fra psicologia imposta e psicologia reale. La tesi, cenlrale a nostro avviso, è che l'omosessualità vada vissuta non come malallia, diversità o ghello, ma nemmeno come richiesta di essere toJJerati e accettati, ma come ricostruzioni di un'identità complessiva, di una forza politica di rottura, di un movimento che ritrova in se stesso la forza per uscire fuori. « La speranza dei radicali che gli omosessuali emergeranno impercettibilmente nella società come noi la conosciamo - scrive Altman - sembra improbabile come sperare che l'integrazione di negri i bianchi in America possa essere raggiunta senza ulteriori mutamenti sociali». G.P. Primavera al parcheggio di Chrlatlne Rochefort ed. Bomplanl, lire 3.000 Ingiustamente sconosciuto più di altri questo romanzo ha alcuni spunti interessanti. Ma il principale è che potrebbe essere considerato la versione europea e post-sessantottesca del Giovane Holden di Salinger. Certo se ne discosta per una meno felice ironia, per uno spaccato meno rilevato della piccola-borghesia, per alcune indubbie cadute di gusto (il finale, per esempio). E' la storia di uno studente francese che fugge di casa e incontra per caso un professore giovane e « gauchiste » e prima si innamora dell'intelligenza, alla fine si innamorano l'uno dell'altro e scoprono un « modo nuovo » e li• beralo di stare insieme. Ho detto pos1-sessanto11esco, ma in realtà la storia è datata prima del Maggio francese: ma scritto dopo, tutto fa intravvedere il prossimo arrivo di quell'esplosione libertaria. Intendiamoci: si !ratta di un romanzo e non di un'opera teorica sul valore liberatorio dell'omosessualità. Ma proprio per il suo volontario e solo accennato discorso di fondo sdrammatizza, enfatizzandoli, alcuni traumi sull'innamoramento. L'idea di questo amore che fa difficoltà a essere riconosciuto dagli stessi innamorati e che viene dunque sublimalo in continuazione, che essi si negano e che alla fine esplode in modo naturale e creativo, impone un tono narrativo parlicolarmente felice, anche se, francamente, un po' troppo facile e ingenuo. Ma è proprio questa ingenuità che dà valore di letteratura al romanzo nel suo insieme. G.P. Uerbanasce verde di Bruna Alasla ed. Van1ell1ta, lire 3.500, paJ. 238 « E' bello drogarsi »? «Si». « Bello come »? « Bello e basta». E' un dialogo-tipo dell'opera prima di Bruna Alasia, asciutto e fotografico, probabilmente e purtroppo non molto dissimile dal povero, continuo, neppure più mitico ~ parlare di droga » che lega in •una socialità fragile e incerta i giovani emarginati delle zone « liberate» delle grandi città. Non si può negare al libro un certo verismo e la buona volon1à di riprodurre con poca enfasi l'immagine di un sottomondo reale. Ma non basta, anzi, è quasi una occasione sprecata: primo perché la formula letteraria esige, per non ricordare gli spenti riassunti del Reader's digest, un uso della lingua un po' più accurato. Deve suscitare immagini, sensazioni, essere allusivo e intenso, avere dimensioni alte e più profonde del linguaggio parlato. Se no, non è letteratura, è un'altra cosa, magari documènto. Quando si dice di fila, come nei cataloghi dei grandi magazzini, « Tizio aveva i blue jeans così e cosl, i capelli cosl, gli occhi azzurri, la vita stretta, i sandali e la sacca in questo modo, la madre e il padre in quelJ'altro »,
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