chitarra e il violino da più di dieci anni e al tempo dell 'incisione stava applicandosi al banjo suonato con il plettro in uno stile particolare, derivato dalle tradizioni americane occidentali del '700. Sebbene pubblicato di recente, Let's go Riding è stato concepito fra il 1971 e il '72. La prima facciata raccoglie alcuni classici arrangiati fra cui Easy Rider (del periodo centrale di Blind Lemon Jefferson) e altri originali composti secondo i dettami del country blues, mentre la seconda è formata da brani di « old time music ,. in genere per banjo e violino. Nonostante l'opera si muova nel puro ambito del folk americano, può coinvolgere chiunque abbia la mente sgombra da preconcetti e veda nella musica tradizionale un mezzo per comunicare anche al futuro. M. R. Chip Taylor: Thls Side of the BIJ Rlver (Reprlse) * Taylor è un cantautore americano e adotta il linguaggio del- ! 'ovest degli Stati, vicino anche alle soluzioni compromesse del country di Nashville. Il suo album migliore fu Gasoline, inciso più di quattro anni fa. In quest'ultima prova Taylor rivede il suo stile con ingegno e semplicità, This Side of the Big River è uno dei migliori esempi del country ora in commercio, ben suonato, arrangiato e meglio realizzato: si notino a questo proposito almeno Big River, Circle of Tears e You're Alright, Charlie. Chiunque ascolti abitualmente questo genere di musica non potrà negarlo. f. B. Mahavlshnu orchestra John McLaughlln': Inner Worlds (Columbia) • Fondatore della Mahavishnu Orchestra dopo alcune fattive collaborazioni (si vedano Solid Bond con Graham Bond e Bitches Brew con Miles Davis) e altre esperienze da solo, il chitarrista si è ultimamente dedicato a una musica senza colore, a volte sterile e assolutamente non dinamica. lnner Worlds è un passo avanti, ma non decisivo. Le possibilità dei sintetizzatori applicati allo strumento di Mc Laughlin' sono infinite e il chitarrista è ancora all'inizio della sperimentazione, incerto fra l'imitare il suono di altri mezzi e la ricerca di nuove sonorità. A ciò si aggiungono passi davvero banali, come le canzonette In my life, River of my Heart e il rhythm'n'blues Planetary Citizen, non composti da lui, che davvero sono i peggiori temi mai suonati da McLaughlin'. Altrove prende il sopravvento la sua voglia di continuare l'opera passata, e lì sviluppa i tratti migliori del disco: Miles Out, Lotus Feet e lnner Worlds raccolgono musicalità e armonia interna in un'unica grande realizzazione. Thelonlous Monk Pure Monk Milestone (Cetra) f. B. Il pianista afro-americano Thelonious Monk è un musicista ancora tutto da scoprire per il nuovo pubblico che si sta interessando di jazz. Monk è una figura centrale. Lo è stato, soprattutto, negli anni '50, quando la sua tematica rientrava in pieno nelle indicazioni più fertili e vitali che il jazz offriva in quegli anni. Monk, malgrado il jazz sia andato ben oltre, rimane ancora oggi un musicista del massimo interesse per il suo stile dalle armonie audaci e imprevedibili, per il fraseggio angoloso, ruvido e allusivo. Uno stile, cioè, che tende a sfuggire alla cristallizzazione e all'isterilimento. Vale la pena, quindi, ascoltare queste improvvisazioni al piano solo datate dal 1955 al 1959 raccolte in doppio album. G.C. CINE CLUB - DISCOTECA - SALA DA THE ]lraqorn ROMA - VIA DEL MORO, 33 IL PRESENTE TAGLIANDO E"VALIDO PER UN BIGLIETTO D'INGRESSO GRATUITO ORARIOSPETACOLI 10° 17° 19° 21°23 Richard Muhal Abrams Slghtsong (Black Saint) Volendo ricercare le tendenze più interessanti della nuova Black Music (quella, per intenderci, della seconda generazione dell'avanguardia nera) ci si deve necessariamente soffermare sull'ambiente musicale di Chicago. E' da qui che provengono l'Art Ensemble of Chicago, Antony Braxton, e tanti altri. Ed è da Chicago che proviene anche il pianista Muhal Richard Abrams vero e proprio agitatore culturale oltre che musicista eclettico e creativo. A lui si deve la fondazione dell'AACM (Association for the advancement of creative musicians), molto attiva nell'ambiente di Chicago, oltre ad un innumerevole serie di proposte e stimoli culturali di ogni genere. li disco, mette molto bene in rilievo le doti liriche ed espressive di Abrams, autore di un lungo e poliedrico discorso in cui è accompagnato dal solo Malachi Favors, bassista dell'Art Ensemble of Chicago. Don Pullen Jazz a confronto n. 21 (Horo,) G.C. Don Pullen è uno dei tanti giovani talenti scoperti e resi fa. mosi da Charlie Mingus. Prima, era uno sconosciuto, anche se validissimo, pianista d'avanguardia afro-americano. Nelle numerose tournèe fatte insieme al « maestro», si è fatto conoscere da un folto pubblico, ottenendo dovunque anche un discreto successo personale, tale da consentirgli il lusso di abbandonare il gruppo e mettersi in proprio. Il disco è stato registrato proprio in una di queste tournèe che lo ha portato anche in Italia. I suoi partners sono quindi, gli stessi dei concerti: George Adams (sax) e Dannie Richmond (batt.). Unica eccezione è David Williams che sostituìsce, ovviamente, il «maestro» Charlie Mingus al contrabbasso. Pullen è uno dei musicisti più interessanti della nuova generazione afro-americana, come questo disco italiano mette in risalto. Mescola con abilità e duttilità, fraseggi fluidi e swinganti e impennate « totali ,. alla Ceci! Taylor; passa agevolmente da un'intensità all'altra, da un ritmo ad un altro. Un gusto del collage sonoro, insomma, realizzato perfettamente nel lungo brano « Traceys of Daniel » in cui suona da solo. Lee Konltz The Lee Konltz duets » Milestone (Cetra) G.C. Konitz è un sassofonista jazz bianco, una volta tanto, e per di più estremamente interessante. Negli ultimi trent'anni è stato più volte al centro di momenti innovativi, con una pronunciatissima personalità di sperimentatore, restando, però, sempre in ombra, oscurato dalla fama di alcuni suoi più celebri partners. In questo disco, registrato nel I967, Kon~tz si presenta proprio in veste di sperimentatore e tra i più sottili e intelligenti. Il disco è veramente unico ed inusuale. Si tratta di una serie di duetti, di vario genere, in cui il sax di Konitz dialoga o con un altro fiato o con altri strumentisti. Tra questi ci sono Joe Henderson, Elvin Jones, Eddie Gomez, Karl Berger e tanti altri. A completamento ci sono due pezzi d'insieme. Una situazione, in ultima analisi, atipica e per questo sconcertante, ma ricca di spunti e indicazioni assai felici. Supersonlc Via . Gregorio VII, 391 Te). 6377904 · Roma G.C. 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