·oischi Toni Esposito « Processione sul mare » (Numero Uno) « Processione sul mare,. è l'ultimo brano del disco e la chiave di interpretazione di tutto il mondo musicale di Esposito. E' tutto realizzato con strumenti a percussione (salvo alcuni interventi finali di altri strumenti) suonati in sovraincisione dallo stesso Esposito. Appare chiara, innanzitutto, la intenzione crescente •da parte del percussionista di rendere sempre più completo e totale il mondo sonoro, melodico, timbrico che si può realizzare con le percussioni (molto spesso si tratta di oggetti concreti della realtà di tutti i giorni proprio per rendere più esplicito il nesso di metafora che c'è tra la musica e la realtà circostante). In « Processione sul mare » Esposito compone la scadenza di base (per l'appunto quella della processione), le sovrapposizioni ritmic,he, la melodia, i contrappunti melodici (in qualche modo anche armonici), gli effetti, i colori ecc ... Da « Processione ... » appare chiara anche l'intenzione di fare musica in una funzione essenzialmente rituale. Il ritmo, cioè, non è semplicemente un elemento ripetitivo ipnotico e coinvolgente, ma il perno catalizza. tore di una situazione che non si può fare a meno di cercare•di tradurre in una dimensione fisica, spaziale, visiva. La musica di Esposito, cioè dà delle precise immagini che non sono affatto realistiche ma egualmente, in senso espressionistico, sono reali. Una specie di « realismo magico •, prendendo a prestito la derinizione dalla letteratura. In questo sta la funzione rituale della processione in particolare, e di tutta la musica di Esposito in generale; nell'essere, o meglio voler essere, un modo di « invadere ,. e non di • evadere » la realtà. E in questo, Esposito si pone come tramite, consapevolmente o no, tra la funzionalità sociale della musica popolare e la creatività e l'aggressività « elettrica ,. del rock-jazz. E sarà certamente questa la strada che Esposito vorrà approfondire in seguito. In tutti gli altri brani la formula è di gruppo. Ma il discorso non cambia. La percussione è sempre l'elemento centrale, l'ottica di base. Tanto che pur apprezzando la crescita di Esposito, ci dispiace vedere, in qualche modo sacrificati gli eccellenti partners, che vedremmo volentieri in espi,rimenti propri in cui personalizzarsi meglio, al di fuori della giustificata invadenza di Esposito. Nuova Compagnia di Canto Popolare • Tarantella ca nun va 'bbo-na » (Emi) G.C. Al quinto Lp, il lavoro della Nccp si delinea con una sua organicità completa e, in qualche modo, definitiva. « Tarantella ... • è certamente il disco della maturità. Una maturità stilistica ed espressiva tanto « perfetta • quanto pericolosa. « Perfetta • in quanto la Compagnia è arrivala. a dei livelli di virtuosismo interpretativo assolutamente mostruosi e, per certi aspetti, irripetibili. Pericolosa perché la musica popolare è al centro di un giustificato vespaio di polemiche di tipo sciwntifico, politico ecc ..., per cui lo stesso fatto di essere portati spontaneamente all'uso di termini come «virtuosismo» e « perfezione,. non può non provocare dubbi e perplessità di vario genere. Il rischio principale ci sembra quello di porre la musica popolare in una metaforica bacheca da ammirare e non da « vivere •, in un luogo di cristallizzazione al di sopra delle parti, incontaminato, in qualche modo istituzionalizzato. Una delle ragioni che più frequentemente si porta a sostegno della musica popolare è la capacità di essere alternativa alla cultura dominante, di opporre una diversa visione del mondo. NUOVA COMIIICNIADI CANTO POPOLARE 44 Funzione, tra l'altro, che la Compagnia ha svolto per un lungo periodo quando il compito della pura e semplice testimonianza aveva già un valore « ideologico ,. ben preciso. Ma che senso ha oggi il puro e semplice testimoniare? Ora che la musica della Compagnia è stata pienamente acquisita dalla infima, piccola, media e alta borghesia come prodotto « coloristicamente» e « pittorescamente ,. popolare. Mi sembra la negazione degli assunti originali. Questa musica oggi serve a divertire e intrattenere (e perché no, anche ad entusiasmare) masse indefinite di pubblico, dalle vaghissime connotazioni sociali e politiche. A questo punto ci si domanda quale sia il senso, oggi, della riproduzione asettica e acritica di canti della tradizione nel momento in cui questi vengono acquisiti senza particolari effetti traumatici dai canali di comunicazione di massa. Era lo stesso Roberto De Simone, mi pare, che tempo fa, presentando il gruppo, sottolineava l'importanza della « funzione viva » di un eventuale recupero della musica popolare. Non basta il ritmo di un certo tipo (liberatorio, rituale ecc.) a supplire a questa mancanza. E' noto come certi elementi vengano completamente stravolti e ribaltati dal momento in cui tra esecutori e pubblico si stabiliscano dei rapporti sbagliati di fruizione. Il successo « isterico » con cui, spesso la Compagnia viene accolta non ci pare affatto un segno della carica liberatoria di questa musica ma un segno dell'accettazione passiva da parte del pubblico del fenomeno in quanto tale, della celebrazione del rito deteriore del successo commerciale. La gente, in questo rito, si sente « liberata», ma non tanto dalla repressione di cui è vittima, quanto da ogni obbligo di coscienza, da ogni spirito critico, in quanto tale, della celebrazione del rito deteriore del successo commerciale. La gente, in questo rito, si sente « liberata», ma non tanto dalla repressione di cui è vittima, quanto da ogni obbligo di coscienza, da ogni spirito critico, in quanto sa che quello che sta ascoltando è accettato dalla comunità, ne può godere senza tensione, senza sforzo intellettuale nè morale. Il problema, come al solito, è quello di chiarificare la propria funzione nella società. Ci sembra, in ultima analisi, che il fenomeno rappresentato dalla Nccp sia sempre più vicino alle caratteristiche che generalmente riscontriamo nei fenomeni pop. Ma se la Compagnia fosse un gruppo pop, non ci sarebbe motivo di fare tante questioni. Steve Relch Drummlng-Muslc for Mallet lnstruments, Volces and Organ Slx Planos. (Deutsche Grammophon) G.C. Si tratta di un disco triplo che contiene le opere migliori del musicista americano. Drumming, la più lunga delle tre composizioni, fu scritta nel giro di un anno, durante il 1970. E' divisa in 4 parti che vengono eseguite senza intervalli. li suono è costruito attraverso la ripetizione continua di una sola frase a cui gli esecutori si rifanno durante tutto l'arco del pezzo. I cambiamenti avvengono per mezzo di variazioni timbriche o ritmiche, per una graduale desincronizzazione delle frasi le une rispetto alle altre o per mutamenti di fase. Gli strumenti usati sono 4 paia di tamburi bongo e voce maschile per la prima parte, 3 marimbas e voci femminili per la seconda, 3 xilofoni ed un piccolo per la terza, mentre per la quarta parte tutti questi strumenti vengono usai contemporaneamente. E' senza dubbio un'opera estremamente affascinante ma occorre ascoltarla con grande attenzione e disponibilità se non si vuole rimanere estranei al processo di reiterazione. La seconda composizione, Six pianos, nacque nel 1973 da un 'idea che l'autore coltivava da tempo. Si trattava di un'opera ritmicamente complessa giocata su un processo di opposizione che si viene a creare durante l'esecuzione tra le diverse frasi dei pianoforti. Un pezzo forse un po' troppo rigido e statico che alla lunga può risultare monotT. I Jj
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