DavidBowie Dallalampada diAladino uscìunbuffone « Mi piace la musica, ma assolutamente non è la mia vita » Fra svenevolezze e trovate sceniche, David Bowie, stella del rock coi lustrini, racconta il suo personaggio. Chiusa la fantasiosa epopea di Ziggy e i suoi Ragni di Marte, ancora un guizzo di « futurismo » con Diamond Dogs e poi è stato il soul, la musica da ballo di Young Americans in cui molti si sono dati un grande ed ingenuo daffare a individuare la genialità di alcuni sogni bowiani. In realtà alla luce di questo nuovo StaDavld Bowie tion to Station la verità viene fuori in tutta la sua imbarazzante crudezza: David Bowie fa sul serio nel dipartirsi a quanto pare « per sempre » dal medium rock. « Il rock'n'roll mi ha proprio -stufato ultimamente. Corre il grosso pericolo di diventare un fascista sterile e immobile che vomita la sua propaganda in continuazione attraverso tutti i media. Rock è stata sempre la musica diabolica, non potete convincermi del contrario! » Chi parla è proprio lui in persona, il re del glitter rock, il rock pieno di paiette e lustrini, l'ultimo stile capace di iniziare una moda così come accadeva agli albori del pop. L'uguaglianza Bowie-glitter rock potrebbe facilmente trarre in inganno chi non conosce o si è sempre rifiutato di conoscere il lavoro di questo « nuovo falso profeta » come lui stesso ama definirsi. In effetti nel caso di dischi come Hunky Dory, Ziggy Stardust e qualche cosa di Diamond Dogs ci troviamo di fronte a un compositore, lirista ed esecutore come da tempo non si vedeva sulla scena rock. Evidentemente però i parti della fantasia di David Jones (è il suo vero nome) vanno presi per quello che sono. Guai a cercare un filo conduttore di natura morale o ideologica. «Non vi aspettate di trovare il mio vero io... il David Jones di una volta sotto tutto questo». La tecnica è quella di cambiare continuamente pelle, adattandosi ai gusti e alle esigenze del pubblico teen-ager lasciando nello stesso tempo viva l'illusione di essere lui a indicare il cammino. Bowie in realtà considera se stesso un artista in senso assoluto e attualmente, dopo avere interpretato il « fragile Mr. Newton caduto sulla terra » nell'ultimo film di Nick Roeg (regista ira l'altro di Via Dalla Pazza Folla, A Venezia Un Dicembre Rosso Shocking e Performance), si 41 interessa soprattutto ai film. Il cinema è il nupvo medium pre scelto: la sua prima sceneggiatura si chiama Dog. Interpreti potrebbero esserne Terence Stamp e Yggy Pop (di cui Bowie sta producendo un album) « Terence sarà il papà di Yggy. Bello no? Non vedo l'ora dicominciare » « Penso che gli attori di più grande talento sono tutti nel rock'n'roll. David Johansen (il cantante dei New York Dolls) è un attore. Una rinascita nell'industria del cinema verrà dal rock'n'roll. Vi dirò: io non ho nulla a che fare con la musica. Ho sempre interpretato dei ruoli nelle mie canzoni ». Eppure noi sappiamo di un musicista che, pur senza essere mai un virtuoso, suona chitarra elettrica e acustica, tastiere miste e sassofono, e dimostra un gusto spiccato dell'armonia negli arrangiamenti. Ma Bowie è di parere discorde. Perché ha cominciato col rock? «Il rock'n'roll è un medium molto accessibile per ogni giovane artista. Mi piace la musica ma assolutamente non è la mia vita. Prima facevo il pittore, ma come pittore non riuscivo a fare abbastanza soldi per vivere. Allora sono passato alla pubblicità, ma era orrendo. Ho provato col rock perché sembrava un modo piacevole per fare un po' di soldi e prendersi quattro o cinque anni di tempo per decidere cosa volevo veramente fare». « Non ho mai avuto l'aspirazione di essere un artista affermato » « E' strano come è cominciato tutto. Ai tempi in cui ho fatto Ziggy Stardust tutto quanto avevo era un piccolo seguito in Inghilterra da Hunky Dory. E' stato per curiosità che mi sono cominciato a chiedere come sarebbe stato essere una superstar. Avevo capito che il pubblico voleva un prodotto di plastica e io produssi la miglior confezione di rock star plastificata. Molto di più di qualsiasi prodotto Monkees. Il mio rocker era più di plastica di qualunque altro. Non mi è piaciuta mai niente di quella roba: Ziggy, Alladin Sane, Pin Ups, Diamond Dogs, David Live. Non era un fatto· di farmeli piacere. Il punto era « Funzionano o no?» E funzionavano. Mantenevano il «trip» in movimento. Ora ho finito col rock. E' stato divertente ma non lo farò più». Da Young Americans in poi David si è presentato sempre al pubblico con musica da discoteca. Si direbbe che secondo la sua tecnica stia cercando di offrire al pubblico quello che vuole: musica per ballare. Ma un manovratore di media cosi smaliziato non può aver commesso il grossolano errore di mettersi in competizione con una scena musicale, quella soul, occupata da veri e propri mostri di bravura tecnica. In realtà la attitudine con cui Bowie si avvicina al rhythm'n 'blues è quella stessa che spinse tanti cantanti di musica leggera americana degli anni '40 ad avvicinarsi al Jazz creando popolarissimi ibridi. L'artista cerca evidentemente nel kitsch un'àcclamazione di larga portata ispirandosi a un genio in questo tipo di operazione come Frank Sinatra. « Una persona che ammiro, onestamente, è Frank Sinatra. Lui si è liberato. Odia il mondo della musica come me. E' un gioco che rifiuto di giocare. Non ho fatto mai un album capitalizzando sul successo del precedente ». Ci viene voglia che a questo punto Bowie scherzi e forse questa sua « onesta ammirazione » non è che uno dei tanti atteggiamenti che la marionetta manovrata dalle mani di David Jones (ma esiste ancora un David Jones?) ama assumere di volta in volta. Mentre esce il suo nuova album fa progetti di massicci tour « per guadagnare tanti soldi e fare il cinema ». Danilo Moroni
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