Muzak - anno III - n.11 - marzo 1976

mente estraneo a certi stilemi, e rivela invece nettamente la continuità con le precedenti fasi. Le nuove sonorità, le nuove atmosfere allucinate e atemporali creano, anzi, una situazione quanto mai adatta agli interventi di tromba, che, ancora più di prima, realizzano quella forza simbolica di cui si diceva prima. Gli strumenti si intrecciano in relazioni complesse e irreali, al limite della fantasia onirica, in un limbo intellettuale sperduto e desolato. Il ritmo è una pulsazione gelida, ipnotica. In questo luogo senza crescendi e decrescendi, senza precisi connotati spazio-temporali, in continua sospensione, la nota-simbolo è portatrice dell'intero significato. Il suono, assolutizzato dal contesto globale, assume un valore polivalente, in cui ognuno si può rispecchiare. Inutile sottolineare come tutto ciò sia un punto d'arrivo nella poetica di Davis. Afroamericanita di Miles Davis La visione del mondo leggibile tra le righe della musica di Davis è profondamente afroamericana, anche se diversa dagli elementi che generalmente tendiamo a riconoscere come tali. E a contraddire questo non servono certamente argomentazioni che si rifanno all'origine borghese o alla attuale ricchezza del trombettista. Il problema è un altro. E l'ha messo in rilievo Leroi Jones affermando che il suono davisiano, introverso e nichilista, corrisponde ad una precisa tendenza dell'universo afro-americano, come una delle tante reazioni dell'uomo nero allo sfruttamento razzista. Questa tendenza, che era già riscontrabile nel blues classico, in Davis è, ovviamente, sublimata, a livello di proiezione inconscia, ma è fondamentale e imprescindibile. Gino Castaldo Elettronica Maestrocomputer Dire che il musicista pop ha i mezzi per uscire dalla crisi presuppone che egli sia cosciente della realtà attuale. Deve poi conoscere forme egualmente attuali per tradurla e coinvolgere il pubblico nell'atto creativo. Il rock aveva in sé ben poche possibilità d'evolversi. E ora è del tutto sfruttato, se non superato. Ci si è rivolti ad altre forme che meglio si adattassero all 'interpretazione del momento Phlllp Glass 38 presente. Ci furono il pop inglese e la rinascita di S. Francisco. Ma anche questo è passato. I musicisti più sensibili, all'avanguardia della musica popolare, hanno ora riscoperto le possibilità della musica modale. Già dai primi anni '60 l'interesse per le musiche extra europee, in particolare quella indiana e africana, avvicina i musicisti alle strutture modali. I Beatles accettarono ingenuamente le apparenze dei ragas india~ ni e composero Love yoJ to e Within you without you. Coltrane e Davis andarono alle origini della misica africana in ricerca di un modo di comunicare indipendente dalla cultura occidentale. Con l'avvento dei mezzi elettronici si è avuto un ulteriore accostamentq alle forme modali. Essi tendono naturalmente a suoni continui o prolungati e possono memorizzare frasi di note ripetendole sotto il controllo del musicista. Anche l'avanguardia classica si è aperta' ai· nuovi rivolgimenti. Dice Steve Reich, musicista contemporaneo: « Molte musiche attualmente popolari, c~me la classica indiana e il pop diretto dall'esperienza delle , droghe, possono renderci consapevoli dei dettagli minuti del suono, del suono puntuale, perché essendo modali focalizzano naturalmente su questi dettagli più che sui cambi di tonalità, sul con-· trappunto e altre caratteri- 'stiche proprie alla musica • occidentale ». La forma modale, o meglio la seriale, è adatta a farsi portante del nuovo pop e assumerne i nuovi dati sociali, politici, culturali. Ridare al pop le caratteristiche di fenomeno di massa, significa porre l'ascoltatore di fronte a una scelta attiva. Il musicista diventa colui che porta informazioni a coloro che ne sono interessati. Non porta un discorso soggettivo o limitato dalle proprie esperienze positive-negative ma un linguaggio che ognuno può interpretare in maniera diversa a seconda della propria inclinazione e dello stato d'animo momentaneo. O con le parole di Philip Glass: « La musica che suono non avrebbe significato senza la partecipazione cosciente dell'ascoltatore essendo lo svolgimen-

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