Muzak - anno III - n.11 - marzo 1976

Inchiesta musica CantaNapoli Napoli sociologic.a.. « E mentre moriva nel povero lago che il suo sangue gli aveva fatto dintorno, Pulcinella sentì quella voce e meravigliato comprese che davvero i cantastorie andavano in giro narrando la sua misera vita di fame e di servo buffone: e fu l'ultima vergogna che battè nel suo cuore. In quella avanzò fra due ali di popolo il Cardinale; e il popolo cadde in ginocchio, e il Cardinale si piegò su Pulcinella, gli chiuse gli occhi. Allora tutti sentirono un battito d'ali, alzarono il capo e videro l'Augelbelverde che era venuto a posarsi in cima alla Forca, e gridava: « Oh traditore! ». E poiché il popolo molto temeva il suo Cardinale, e poiché non sapeva quel che avveniva dando risposta all'Augello, a sua volta gridò: « Traditore sei tu! », e perciò si trovò trasformato in statue di sale: e ancor oggi aspetta di sciogliersi da quell'incantesimo». Così, due anni fa, Luigi Compagnone chiudeva la storia del suo Pulcinellasimbolo in « Ballata e morte di un Capitano del Popolo». E' possibile che quell'incantesimo sia già sciolto oggi? E' possibile, cioè, che il popolo napoletano abbia dimostrato, agli storici e ai politici del potere, di non essere più plebe, così come questi avrebbero preferito per .perpetuare quella strumentalizzazione che ha fatto di Napoli una delle città più lacerate dalle contraddizioni sociali, e di essere invece classe proletaria, con tutte le implicazioni politiche che ne conseguono? Anzi: quell'incantesimo si è già sciolto da molto tempo. Non si spiegherebbero altrimenti le lotte di oggi, la maturità politica, le conquiste ottenute (e non solo quelle elettorali). La tesi di un risveglio improvviso (e inspiegabile) nasconde il residuo di una vecchia mentalità, frutto della volontà della classe padronale di mantenere il « popolo » in stato di disgregazione ideQlogica e politica; per trincerarsi dietro una presunta irrecuperabilità della situazione sociale napoletana; per giustificare la miseria, le malattie e la disoccupazione come mali endemici della città. Napoli ha una sua specificità, è indubbio. Ce l'ha per la sua storia che, per molti aspetti, è particolare. Ma la soluzione dei problemi di classe non è e non deve essere « specifica » e questo i proletari napoletani lo sanno assai bene. Hanno imparato che il colera, i fascisti e i padroni non sono calamità naturali, ma calami politiche, Le cose

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