Musica Funzione e popolo Non è nostro costume piangere sul tramonto o sulla crisi di determinate espressioni della cultura giovanile. Non è nostro costume perché sappiamo che esse non richiedono di essere difese aprioristicamente, ma che crisi e tramonto sono determinate dal rapporto nuovo che il pubblico giovanile stabilisce con esse e dunque dalla crescita di questo pubblico, dai suoi bisogni. Ci rendiamo però anche conto che è da critici aristocratici dar per morte forme che non lo sono per nulla, anche se questa tendenza è possibile intravedere. Parlare di crisi del pop ha, per esempio, alcuni risvolti interessati: da una parte, infatti, non si può propriamente parlare di crisi di mercato. ma semmai di crisi di « identificazione » nel pop come fenomeno complesso; d'altra parte esistono una serie di risposte positive che affondano in certe proposte « metodologiche » che il pop (oggettivamente) ha dato e che meritano di essere seriamente considerate. Vorrei soffermarmi su questo secondo punto, il primo essendo già stato più volte e a diversi livelli affrontato. Il pop, in Italia almeno, ha sempre vissuto su un equivoco. Quello fra le sue origini «popolari» e il suo svilupparsi come industria culturale e cultura di massa. Ora fra « popolare » e « di massa » la differenza non è da poco: nel primo caso si afferma una concezione della musica particolare che affondi cioè nella vita e nella stessa ragion d'essere e la sua vitalità (e dunque il suo « uso » e la sua « funzione»), la seconda è una musica di largo consumo che non nasce dal popol e non vive per esso, ma nasce altrove e viene consumata dal popolo. C'è cioè, soprattutto, una diversa funzione, ma anche un diverso linguaggio, una diversa nascita, una diversa vita, un diverso sviluppo. Ora il pop è, in Italia, musica di massa e non musica popolare, se è vero quello che abbiamo detto. Esso, infatti, nasce altrove e non nelle masse popolari e arriva alle masse popolari (giovani, nel caso nostro) come prodotto da consumare. 2.3 Ma, e qui sta il « nuovo», il pop riacquista una « funzione » che è propria della musica popolare: la funzione rituale. Intendendo con il termine rituale, che il suo significato culturale è un tutt'uno con il modo in cui è vissuto. Quando, in passato più volte e in polemica aperta con la critica delle good vibrations, abbiamo affermato il valore socializzante del pop, volevamo esprimere esattamente questo concetto. E allora in Italia, per paradosso quasi, il pop ha riacquistato, grazie alla sua funzione rituale, il carattere popolare che aveva perso e che oggi esso non ha più in Usa o in Gran Bretagna dove è puro fenomeno di consumo culturalmente per lo più inutile. Si è così creato, ci pare, un ulteriore contraddizione: il pop ha riassunto il carattere popolare in quanto ha riassunto la dimensione rituale, ma i suoi contenuti specifici non si sono per questo modificati o, meglio, sostituiti con altri che oltre al carattere rituale avessero in comune con la musica popolare anche le origini e i contenuti specifici. (Di qui, con ogni probabilità, molti degli equivoci sulla morte e non morte del pop, sulla popolarità o la commercialità di esso. Di qui inoltre la confusione frequente fra « contenuti » popolari e funzione popolare, per cui i contenuti popolari sono solo una proiezione della funzione che è indipendente, cioè sociologica e non « artistica »). So che questa spiegazione mi attirerà l'accusa di « vivisezionatore »: ma c'è altro modo (mi auguro di si e vorrei conoscerlo: sinceramente) per spiegare il revival della musica popolare e della musica napoletana in particolare? Non è forse una tarantella l'esempio più lampante di riunificazione di linguaggio popolare e funzione popolare (in questo caso la festa, la· danza, il battere le mani)? Ecco perché, pur essendo convinto, che bisogna distinguere fra musica popolare autentica (ma non archeologica) e musica popolare rifatta (ma non straniata) credo che oggi il successo dei gruppi popolari napoletani vada riguardato con ottimismo: esso riporta ad unità la musica giovanile, fornendogli un pavimento culturale di enorme importanza. E dimostra che questa musica non è ancora una moda senza tempo. Giaime Pintor
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