Muzak - anno III - n.11 - marzo 1976

prestig10. Finora ho pensato che se i sentimenti che provano erano questi, allora era una cosa che sapeva talmente di « vecchio » che non valeva la pena viverla. Ora però penso che, comunque, una donna è talmente un'altra cosa, talmente sconvolgente, che non ci si deve fermare se si intuiscono ruoli vecchi e scontati. Perché se aspettiamo di avere rapporti puri da ogni violenza e da ogni prevaricazione, rischiamo l'impotenza per sempre. Intanto è importante « lasciarsi vivere », fare le cose anche se non sono ancora perfette. Francesca - Mentre parli mi viene da pensare che mai e poi mai io farò una cosa del genere. Proprio un rifiuto, quasi nausea. Ma so benissimo che è la classica fuga ~i quando si ha paura. Maria - Banalmente si potrebbe dire « paura dell 'ignoto ». Ma non è così semplice, perché poi ad esempio, il corpo di ~na donna, oltre che essere il nostro, è anche quello di nostra madre, che non mi sembra una cosa così ignota. L'ignoto sta nel cosa potrebbe venire fuori, che sensazioni che reazioni, che sessualità' può scatenare il rapporto con una donna. Francesca - Quando sento parlare di omosessualità non posso fare a meno di immaginare anche io cosa p_ossonofare due donne assieme. Penso a cose che conosco, ma credo che ci sia qualcosa di più. Cioè, non credo che un bacio fra due d~mne sia uguale a un bacio tra un uomo e una donna. Maria - Credo anche io che non sia uguale. E la diversità sta nel fatto di avere di fronte a te una persona che non devi distruggere annullare, come è nel rap~ porto con l'uomo (lo devi annullare, non per essere una brava femminista ma perché se no lui annull~ te). Allora puoi far venire fuori tutta la tenerezza, tutta la dolcezza che in genere reprimi, che nascondi perché te ne vergogni, perché quello che ti si chiede è di scopare bene. Cecilia - lo queste cose non le ho mai vissute. Il corpo di una donna per me è come un nemico. Io devo cercare di essere più bella delle altre, non posso vederle allora, tanto meno desiderarle. Mi viene in mente solo una cosa. Che per amare una donna, il suo corpo, bisogna per prima cosa accettare il nostro corpo perché quello dell'altra don~ na che hai di fronte è come il tuo, pressappoco. Il corpo di un uomo è talmente diverso, talmente un'altra cosa che lo si può accettare senza averne paura. Il corpo_di una donna fa paura. Mi_se~to strana però, perche m1 viene in mente che a volte, nelle riunioni, ci sono delle compagne che « sento » di più, magari quelle con cui sono d'accordo, ma le sento vicine solidali. Quando mi capita' . sto più attenta a loro, an'. che a come sono fatte, a come sorridono. Però non riesco ad accettarlo come fatto esistente. Lo sento ma preferisco far finta di ~iente. Preferisco continuare a stare con un uomo, perché ci sto bene, anche se su tante cose ci capisce poco. Preferisco non rischiare e tenermi quello che ho. Perché penso che si possa forse stare bene, con una donna, ma è un tale salto che si può stare anche malissimo, o non stare affatto. Annalisa Usai Compagno discuola compagno di sesso 1.5 Anche fra i giovani nelle scuole, ' incomincia a crescere la coscienza: l'omosessualità prima perseguitata, poi tollerata, oggi viene discussa. « Omosessuali: anche a scuola è bello ». Così era scri~to _nel cartello apparso n~ll atno durante la ricreazwne. « C'era un ragazzo del noséro collettivo che andava a scuola ali'Albertelli aveva formato un picco!~ g_ru~po di compagni che si numva per discutere dei problemi della sessualità Abbiamo discusso insieme ii suo progetto di intervento a scuola; si trattava di un grosso precedente, un esempio da diffondere ». Claudio, militante del Fuori! autonomo di Roma, sta raccontando la prima esperienza di intervento omosessuale in una scuola, svoltasi nel maggio dello scorso anno al liceo classico Albertelli di !l 0ma. « Per il preside e per 1 professori è stato uno s~ock; e così anche per molti compagni: quelli che dicono sempre che il movimento non è ancora maturo». Nei licei sono queste le contraddizioni più grosse, quelle legate a tutti gli aspetti della, vita quotidiana. « Per questo abbiamo deciso di allargare il nostro discorso e abbiamo collegato il dis~orso sull'omosessualità al discorso più vasto di una sessualità emancipata dalle repressioni di ogni tipo». Marco, uno studente di 18 anni militante nel collettivo studentesco romano • del Fuori ufficiale spiega Je trasformazioni che in questi anni sono avvenute nelle reazioni degli studenti delle organizzazioni politiche sul tema dell'omosessualità. '.< Agli studenti queste cose interessano di più; e poi ben7 o male le organizzaziom stude_nteechesi sono aperte, abbiamo cominciato ad avere rapporti stabili con la sinistra extraparlamentare. la Fgci è ancora abbastanz~ chiusa, indifferente su questo problema, ma gli studenti reagiscono bene. La omosessualità è un argomento che interessa abbastanza, anche se permane una forma di interesse per Jo aspetto, per così dire folc!oristico della questione; es1ston? ancora comunque gli atte_gg1a1;1enftaiscisti, le prese m giro. Il bilancio del lavoro del Fuori nelle SCUO· 1 7 _romane è abbastanza positivo: una presenza attiva è st_ata organizzata al profess10nale del Testaccio al Fonteiana, al Convitto Nazionale, all'istituto per il Turismo. E' stata garantita una presenza abbastanza costante nelle iniziative di autogestione, nei dibattiti nelle iniziative organizzate dalle femministe. E' ancora abbastana difficile smuovere concretamente gli studenti delle organizzazioni ma quando viene fatto i risultati sono sempre positivi, i dibattiti si vivacizzano, molti studenti interessati al problema che è abbast_anza nuovo vengono a sentire: la curiosità rimane ancora l'aspetto dominante. La strategia portata avanti da entrambi i tronconi del Fuori! è quella di intervenire soprattutto allo i?tern~ .delle strutture già es1stent1 per poi estendere l'intervento a livello di massa. « Due anni fa dovunque proponevo il mio discorso m_iveniva risposto che questi ~ono problemi borghesi, o~g1.a?che se le organizzaz1omrispondono ancora con molta lentezza il discorso sull'omosessualità è accolto. E' già qualcosa ». Marcello Sarno

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