Affanculononti manderò « Vaffanculo non è un insulto, perché è una cosa bella! » Così un omosessuale commenta lo slogan estraparlamentare « la classe operaia ripete in coro: vaffanculo governo Moro! ». li linguaggio, anche nella sinistra e anche per i compagni più avanzati risente sempre della sessuofobia e del disprezzo per il diverso: figlio di puttana, prendersela in culo, andare a farsi fottere, chi se ne fotte, etc. « Abolire queste espressioni, e soprattutto il senso dispregiativo che gli viene dato, sarebbe già un passo avanti: a meno che anche i compagni non abbiano bisogno di esorcizzare i loro tabù sessuali ». E di recente in un numero monografico sull'omosessualità della rivista Recherches alcuni compagni omosessuali del F.A.H.R. (fronte d'action homosexuelle revolutionnaire) francese proponevano di abolire il termine dispregiativo « masturbazione intellettuale •: « Quando ,;i dice "smettete di masturbarvi intellettualmente" si compie una repressione atroce quanto quella di dare a qualcuno del "rotto in culo" ... non ammetteremo più che qualcuno tratti qualcun altro da "rotto in culo " e questo vuol dire non ammettere più che le parole sega, segarolo. masturbazione intellettuale, masturbarsi siano usate in senso dispregiativo ... •· « Se il comportamento degli individui sta anche nell'uso che essi fanno del loro linguaggio è senz'altro importante stabilire - scriveva Mauro Bertocchi sul Fuori! - il significato che assume l'uso di un gergo pornolalico (pornolalia = parlare di cose sporche, oscene) all'interno del discorso politico complessivo elaborato dai gruppi rivoluzionari ... significa forse assumere il gergo « volgare » - popolare per avvilinarsi alle masse, per fondersi con le classi proletarie e per sventolare cent'anni dopo la frusta bandiera del populismo? O non significa piuttosto vivere uno significa piuttosto vivere uno squilibiro fra momento ideologico e momento erotico, tra momento politico e momento individuale, tra la sfera pubblica e quella p1 ivata, frutto di una educazione inibita che considera «sporche», «peccaminose», le attività legate all'eros?» Uoperadatremilalire Con le canzoni di Salve signori, sono anormale, Alfredo Cohen, 28 anni, insegnante di italiano, poeta e omosessuale (insieme ad Angelo Pezzana è stato fra i fondatori del Fuori!) esprime con molta ironia, ogni tanto con dolcezza, ogni tanto con durezza e tensione, con partecipazione sempre, l'estraneità profonda dell'omosessuale ai valori dati, ai valori su cui si basa questa società. Lo accompagna un pianoforte che sembra una pianola, riproduce stacchi da cinema muto, arie da cortile creando un sonoro disincantato, epico, alla Kurt Weill. Niente di casuale: anche Cohen, con i suoi capelli cortissimi, il viso largo e gli occhiali cerchiati di tartaruga, ma soprattutto con le movenze esagerate, i gesti caricati e l'espressione «indicativa» (occhi tragici su sorrisi troppo allegri) si rifà, apertamente, al cabaret del primo novecento tedesco, da Wedekind allo stesso Bertolt Brecht, a cavallo fra espressionismo e teatro epico. Tra una ballata e I'altrn, un breve recitativo: si parla sempre di « un amico » (realtà ammesse cantando, fanno vergogna a parlarne), un amico omosessuale, un amico normale, un amico che va dallo psicanalista perché gli piacciono le donne. E qui c'è un vero e proprio pezzo di bravura, di un umorismo feifferiano, demistificazione dei miti da borghesia illuminata, anzi di quello, fra tutti, più sottilmente ridicolo, più integratorio: lo psicanalista (o lo strizza cervelli, come lo definisce Erika Jong), il santone della normalità, quello che dietro a ogni libertà sessuale trova il trauma (« Madre autoritaria, padre inesistente? Sei frocio! » e via esemplificando). E' una critica, fra un lazzo e un frizzo, estremamente radicale: è IJ rivendicazione infatti della normalità di essere anormale, in ullima an~lisi la negazione del concetto di norma. Ma quello psicotraumatico non è l'unico ambito considerato: c'è anche la condizione sociale, il vecchio omosessuale sulla panchina a masturbarsi sotto un foglio di giornale, a guardare i ragazzini e desiderarli, a essere deriso. E poi la checca da cinema, quei piccoli asfissianti sale parti1,;olari che le famiglie evitano con indignazione, e dove i ragazzi di borgata si fanno toccare e guardare, giù in fondo, nell'ultima fila, per Tre mila lire: Arrestato, braccato, schifato, e- - __ vitato, ucciso, deriso, « sorpre- >' ""31 so », indifeso, pestato, annui- ,, -,,/"'- lato, violato, castrato ... me ne • j sono andato per i fatti miei in , , un cinemino di periferia . J Manitestazione degli omosessuali , appartenenti al Fehr nelle vie di Parigi. • Vado con le « marchette », ragazzi sbandati, ventenni ammaz. zati nel giorno dei nati. Con loro mi trovo ed altri emarginati: gli dò, mi danno quello che potete immaginare ... • Ehi, tu, che vuoi fare l'amore con me? Mi devi dare tremilalire sì, tremilalire, tremilalire, tremilalire mi devi dare, tre:nilalire devi pagare, tremilalire e stai con me! Tremilalire se vuoi toccare, tremilalire se vuoi sapere tremilalire e stai con me . • L'ultima f'ila è riservata: là nessuno ti vedrà, nessuno parlerà, né ti denuncerà! • Tremilalire devo trovare, tremilalire! devo mangiare tremilalire devo aver! ono arrivato l'altra mattina, soon arrivato l'altra stagione, io sono nato e vivo qui. Tremilalire, per stare un po' con tre: dovunque puoi toccar. Io non ti guarderò: la faccia volterò! Ehi, tu, che vuoi fare l'amore con me? Mi devi dare tremilalire. Sì, tremilalire, tremilalire, tremilalire, tremilalire ... Alfredo Cohen
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