Muzak - anno III - n.10 - febbraio 1976

l'équipe (15 persone fra i 20 e i 22 anni) di Milano Interflational: nessun notiziario perché la crisi di governo difficilmente può essere trasformata in un ballabile dal ritmo trascinante. Per gragire, un po' di sport: « Notiziole sciolte e veloci, cose che interessano i giovani », puntualizza una delle animatrici dell'emittente. E dall'accusa di qualunquismo si difende con un argomentazione classica, a prova di dialettica: « Noi lasciamo la parola a tutti, destra o sinistra non ci interessa proprio ». La casa produttrice della Coca-cola non avrebbe potuto desiderare di meglio, eppure gli ascoltatori di Milano International sono calcolati, a una stima approssimativa, intorno al mezzo milione, in un arRadiocittàfutura co ,di territorio che copre tutta la provincia. « Io l'ascolto perché c'è tanta musica, il suono è più nitido e non ti rompono le balle se non con qualche comunicato pubblicitario, ma sempre meno che alla radio», ha dichiarato uno studente. Dispiace disilluderlo ma i comunicati cresceranno: costano 15 mila lire ogni trenta secondi e la redazione non mette alcuna discriminante (« Per noi tutto va bene, da Panorama a Rusconi ai bluejeans »). C'è di peggio, nell'etere Alla destra del qualunquismo, in genere, siede la Chiesa, e il cielo lottizzato della modulazione di frequenza non fa eccezione: Super Milano, libera voce A Roma per iniziativa del Pdup e di Avanguardia Operaia sta per trasmettere « Radio città futura». « Una radio gestita dalla nuova sinistra - dice Furio Moretti della redazione e dirigente del Pdup - che diventerà uno strumento decisivo per tutto il movimento, che sarà in grado di liberare mille po• tenzialità: dalla capacità di autogestire un'informazione di classe, a quella di definire nuovi settori d'intervento e di chiarire problematiche interne al movimento di lotta ». « Dunque non una radio di "partito" che esalti le iniziative delle due organizzazioni - ha precisato Renzo Rossellini, dirigente di Ao che ha lasciato il suo posto nella redazione romana del Quotidiano dei lavoratori per dedicarsi a tempo pieno alla radio - ma una radio aperta a ogni rapporto con il movimento di lotta e a ogni collaborazione politica». Le trasmissioni copriranno sin dall'inizio it'intero arco delle 24 ore. Ci saranno 6 giornali radio; inchieste giornaliere su fatti di cronaca dai risvolti sociali e politici; inchieste che vanno dalla condizione giovanile alla violenza fascista; programmi in diretta dallo studio con « personaggi importanti » da Berlinguer a Cefis - dicono scherzosamente gli organizzatori -; tavole rotonde condotte direttamente dal pubblico invitandolo a telefonare in studio; rubriche di controinformazione scientifica sui prodotti alimentari; rubriche per i bambini; rubriche di cucina povera e alternativa; 8 ore al gior- ·no di musica. « Non musicaccia - affermano i compagni del collettivo musicale appositamente creato e che conta già più di 40 persone - ma programmi che spieghino i legami della musica con la storia del movimento. Inoltri! molto spazio avranno i giovani produttori, tutti quelli cioè che fanno musica e non si vogliono legare con l'industria discografica». Infine tre ore giornaliere saranno dedicate alla condizione della donna con programmi interamente curati da un collettivo femminista. Riuscirà questa nuova emittente a trovare un suo spazio? « Sarà la cosiddetta area del 15 giugno - ha affermato Furio Moretti - quella stanca della Dc e del suo monopolio sull'informazione a garantire il successo della nostra iniziativa ». C.R. 57 dell'ala integralista della Democrazia cristiana trasmette dalle 20 alle 23, prediche e canti di chiesa, alternati a brevi, succulenti flash di derivazione cardinalizia, così chi non ce la fa a sintonizzarsi sulla radio Vaticana, ha ugualmente materia di meditazione. Se il prelato non soddisfa i giovanissimi, c'è sempre la versione diskjockey del Sant'uffizio, fornita da Comunione e liberazione, sindacato dell'ordine dei Chierichetti, pronto a tutto, anche al pop, per riportare nell'ambito della religione i fratellini minori del sessantotto, tendenzialmente laici, ma trattabili. Che questo supergruppo non avrebbe mancato l'appuntamento delle radio era prevedibile: hanno impiantato un trasmettitore a Montevecchio, una località poco fuori Milano, sopraelevata (praticamente l'unica collina nel giro di tutta la provincia) e di lì incominceranno presto a mandare in onda la loro musica. Si chiamerà Radio Montevecchia e probabilmente raggiungerà, dalla sua posmone geograficamente privilegiata, l'arco più esteso di territorio: gli addetti ai lavori prevedono formule di fratellanza universale riverniciate di terminologia democratica, molta musica, qualche dialogo costruttivo, dediche e corrispondenze, talvolta il quarto d'ora dell'esperto, in uno sfrenato canzonettismo di sottofondo. Più innocua Radio City, che nella logica sperimentata del profitto, trasmette tre ore al giorno le canzoni delJa City Records, finanziata dalla City records, gestita e presentata dalla City records. Ma allora dov'è la rivoluzione? Sul Canale 96 La crisi di governo, la caduta della lira, le ultimissime dal mondo sindacale, fascismo e antifascismo, proletari in divisa. Portogallo: con ➔

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==