cazione ma sempre totale leggibilità; una comunicabilità che mai era superficiale. (Ne possiamo ·cogliere tutta la forza se lo confrontiamo con l'approssimazione e la dispersività del tratto di altri autori militanti, anch'essi rivolti a lettori popolari). Ma altro ci sembra il merito maggiore di Gasparazzo: quello di aver portato, dentro lo spazio angusto del fu. metto, la pratica della dialettica. Gasparazzo è portatore di una concezione del mondo: quella dell'operaio che ha ~l « da perdere solo le proprie catene » ma che sa di « avere un mondo intero da conquistare»; delle masse, cioè, che dalla miseria della propria condizione di ·oppressione sanno conquistare l'ottimismo della volontà, la voglia di felicità e di vita; che, nell'urto coi conflitti interni al popolo, trovano la forza di ricercare ostinatamente l'unità, che, nella propria particolare infelicità e nella propria particolare ribellione, sanno individuare il filo che lega entrambe a quelle universali e collettive. E' solo questa pratica della dialettica che può fare di un fumetto nientemeno che una arma micidiale puntata contro la pigrizia intellettuale, la rassegnazione morale, il conformismo dei pensieri e dei gesti. E il gesto per cui la coperta di Linus, nelle mani di Gasparazzo, diventa cappio per soffocare il padrone non va letto (come qualcuno semplicisticamente ha fatto) come atto di violenza rivoluzionaria opposta alla mitezza del fanciullino americano, ma piuttosto - crediamo - come dichiarazione di fiduèia nel fatto che la liberazione del proletariato sarà opera del proletariato stesso, della sua capacità di autonomia dai riti consolatori e alienanti. Questa, riteniamo che sia la modesta immensa lezione di Roberto Zamarin e di Gasparazzo. Simone Dessl Garzoncello scherzoso Non é reato: condannatelo! Dopo la nuova legge-droga continua la galera: un lettore si è rivolto a Muzak « State attenti che vi fregano. Con la nuova legge non cambia nulla ». Sandro Masella è un artigiano di 31 anni, 'tuttora impegolato in una brutta avventura. Il 29 ottobre del '74 la Guardia di Finanza irrompe nella sua casa di Ospedaletto, una localttà umbra nei pressi di Orvieto. Insieme a Sandro vengono arrestati per uso e detenzione di hashish Max, Francesco e Carla. Qualche tempo prima, per evitare di venire di frequente a Roma, magari da qualche spacciatore, avevano deciso di andare in Marocco a rifornirsi per tutto l'anno. Mettono i soldi insieme e partono: « per un artigiano è semplice - dice Sandro - fai delle scarpe con la suola svuotata, come gli anfibi che si possono svitare. E poi riempi lo spazio vuoto . che si è venuto a creare. 53 Con un buon paio di scarpe numero 44 si possono porquasi tre etti di « robba »: mi hanno persino telefonato da Milano per avere qualche paio di queste scarpe ». Il viaggio va bene, nessun problema tranne quello della polizia che li aspetta ad Ospedaletto: avevano messo il pacchetto, sei etti di hashish, dentro la canna del camino, sotto ad un mattone. « Quando è arrivata la polizia la mia ragazza ha continuato ad alimentare il fuoco; poi la legna è finita e hanno voluto mettere il naso nella canna fumaria, sembravano cani da tartufo... » « Intanto - continua Sandro - era arrivato Max che abitava un casolare vicino. Aveva coltivato due pianticelle con successo. Ne aveva tirato fuori due veri e propri « alberi alla marihuana », quindi, orgogliosissimo, aveva raccolto un pò' di foglioline per farcene assaggiare la qualità ». E in questo modo vengono arrestati tutti e quattro. Processo per direttissima: il Pubblico Ministero chiede pene varianti tra i quattro e i cinque anni, il giudice non è d'accordo, infligge il minimo della pena: solo due anni e trecentomila lire di multa ciascuno, cioè tre anni ridotti a due per le attenuanti del caso; senza condizionale. Il processo d'Appello, che si svolge nell'aprile dello scorso anno, in tre minuti la sentenza. Intanto era stata concessa la libertà provvisoria e il 21 novembre Carla, Max, Francesco e Sandro escono dal carcere. Il 26 gennaio di quest'anno il processo è in Cassazione. La nuova legge sulla droga nel frattempo è stata promulgata: la condanna viene ridotta ad un anno e quattro mesi più trecentomila lire per Carla e Sandro, e un milione di multa a Max per la coltivazione. Francesco che non ha fatto il ricorso si vede confermati i due anni. « 13 mesi ce li siamo già fatti, rimangono tre mesi da scontare, e naturalmente la multa. Abbiamo deciso di farli; non voglio soldi dai miei e quindi non pagherò la multa: 15.000 lire al giorno sono 20 giornate in più; preferisco farle e non pagare. Il giorno dopo la sentenza sono andato al commissariato: volevo entrare in carcere subito ma non si può, ora devo aspettare qualche mese, deve arrivare la notifica della condanna, non posso fare nulla, può arrivare in qualsiasi momento e allora tornerò dentro ... » Discutendo con noi Sandro ci ha ricordato che la sua condanna è dovuta all'articolo 71 della nuova legge, che proibisce l'uso e la detenzione di hashish e all'articolo 74 che prevede una associazione a delinquere nel caso che 3 o più persone usino insieme sostanze stupefacenti. « Ci hanno dato il minimo delle pene previste dalla nuova legge » conferma Sandro « ma era meglio prima, tutto dipendeva dal giudizio personale del giudice, potevi essere fortunato. Adesso non più, tutto è previsto, ti salvi solo se sei un tossicomane che sta per morire, in tal caso vai in ospedale o al manicomio ». L'ultima possibilità a questo punto resta la grazia, « non la chiedo neanche se mi spaccano in due, non si può fare; tra tre o quattro mesi mi arriverà la notifica della condanna e prima me la sbrigo e meglio è». M.S.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==