Muzak - anno III - n.10 - febbraio 1976

o trasformarli del tutto nella stesura della propria musica. Lo accompagna il vecchio dobroista Tut Taylor, anche produttore dell'intero album. Blake si mantiene fedele ai canoni del bluegrass originario del sud ovest americano, ma a tratti usa la propria voce in una ambientazione propria agli street singers come Guthrie e Ramblin' Jack Elliot. I suoi brani si mantengono comunque perfettamente coerenti al suo modo di comunicare, pieno, disteso. Fra i migliori: Green Leaf Fancy, Coming Down from Rising Fawn e l'omonima The Fields of November. HOMEGAS: Homegas (Takoma) C. R. Gruppo puro nella tradizione del country blues americano, ha saputo rinnovare nelle forme una musica non più popolare. Nell'album d'esordio, prodotto dal chitarrista fohn Fahey, si trovano esempi vicini ai moduli del country e del blues d'inizio secolo. li gruppo vive in una comune agricola sulla West Coast, e lì compone, esegue e incide tutti i brani. Naturalmente non c'è uso di sovraincisioni, e ogni pezzo viene registrato dal vivo. Superiore la prima fac. ciata alla seconda, con i capolavori dell'intera opera del gruppo: Bumblebee, Bulldozer Blues e Maine. EARTHQUAKE: Earthquake Llve (UA . Beserkeley) C.R. Gruppo di Berkeley, California, vuole imitare gli Who e i primi Rolling Stones. La stampa estera ne ha detto tanto bene, ma sinceramente vien da dubitare che il gruppo possa valere più di una loro brutta copia affogata nell'hard rock e in lunghe esecuzioni prive di mordente. Sembra di trovarsi di fronte a quei gruppi che nel '69 cercavano di imitare i Cream suonando Route '66 e Friday on my Mind (fra l'altro presenti sull'album) ripetendo la frase e gli stacchi di chitarra all'ossesso. Di certo, una nuova forma di - hard rock non può venire da questi gruppi, per il semplice fatto che detta forma era già vecchia cinque anni fa. M.R. ROBERT PALMER: Pressure Drop . (lsland) Ex membro di Vinegar Joe, un gruppo del pub rock inglese, Palmer ha avuto un notevole successo negli Stati Uniti con il suo primo album da solista, Sneakin' Sally through the Alley. E' alla sua seconda prova, registrata con i Little Feat di Lowell George e alcuni dei più noti session men d'america. Mentre il primo album era abbastanza completo nell'ambito del rock, con chiari influssi di soul, Pressure Drop risulta meno vario, un po' ripetuto nelle frasi e negli arrangiamenti. La fretta di stendere un altro album che ripetesse le vendite di Sneakin' Sally ha dettato a Palmer un album appena discreto. KRAFfWERK: Radio-Activity (Capito)) M.R. Che Kraft werk non fosse più un gruppo sperimentale, l'hanno voluto sottolineare i membri dell'organico stesso. Il loro Autobahn, di enorme successo in America e Inghilterra, aveva segnato l'avvicinamento a un suono facile e a un'elettronica usata per secondi fini. E' difficile che Radio Activity abbia lo stesso impatto, ma di sicuro riscatta almeno in parte la musicalità del gruppo. Sempre più infatuati di elettronica pratica, autori di un'assurda introduzione alle due facciate, i capigruppo Ralf e Florian hanno sviluppato con coerenza e buon gusto una serie di tracce autonome, fra cui le più rjuscite sembrano Antenna e Ohm Sweet Ohm. Quel che è certo è che il gruppo non è morto nella realizzazione di Autobahn, ma ha solo semplificato il suo linguaggio, e in futuro le sue opere potranno essere apprezzabili quanto il terzo album, Ralf' und Florian. Ma assai più comunicative. M.R. 44 JETHRO 'fULL: Mu (Chrysalis) Molti mesi fa il gruppo annunciò una collezione di inediti di nome Rainbow Blues. Al suo posto esce ora questa raccolta di successi, approssimativa, disordinata. Sono presenti tracce del primo periodo (li singolo Living in the Past, Fai Man) e brani recenti che di certo non sono le migliori composizioni del gruppo. Una raccolta che sembra esser stata pubblicata solo per continuare la scia del successo americano. Assai più completa era la scelta dei brani contenuti nel doppio Living in the Past (uscito nel '72), che realmente contiene 45 giri e pezzi inediti degni d'interesse. M.R. STEVE MILLER: The Legend (Capito! Vine) La Steve Miller Band fu una leggenda sulla West Coast. Con la Paul Butterfield Blues Band rappresentava l'unico gruppo della rinascita di S Francisco che avesse una perfetta padronanza degli strumenti. Hanno inciso almeno tre album del tutto riusciti (Children of the Future, Sailor your Saving Grace) che hanno segnato i passi della nuova musica americana. Miller non si è dimostrato coraggioso come i Jefferson Airplane o i Grateful Dead del '68, ha preferito sviluppare con cura gli arrangiamenti dei brani che comporre di getto e rivedere poi i particolari. Questa raccolta non dimostra il suo genio. Contiene tracce escluse dal loro contesto (ogni primo album di Miller aveva un'intima armonia), confuse senza una minima attenzione. Meglio procurarsi un qualsiasi album di Miller inciso fra il '67 e il '70. BAND: Northern Llghts Southern Cross (Capito)) M.R. La Band si forma nel 1966 e Bob Dylan la fa suo gruppo accompagnatore, nel momento più difficile della sua carriera. Insieme, fanno una tournée europea, acclamati e denigrati allo stesso tempo. Dylan ha un grave incidente in motocicletta. Nella primavera dell'anno seguente registra con la Band i Basement Tapes nel casale di Big Pink, vicino a Woodstock. Da quel casale uscirà il primo bellissimo album della Band, Music from Big Pink. E' una raccolta di tracce che rimarranno fra i migliori esempi di country rock, anche quando gruppi di maggior valore come i Byrds stenderanno i loro atti àefinitivi. Il secondo album, The Band, propone da ultimo soluzioni originali. Il gruppo comporrà molto altro, e Bob Dylan li rivorrà al suo fianco nel secondo momento decisivo della propria vita, nella stesura di Planet Waves, nel grande rientro sulle scene e nel doppio album tratto dalla tournée americana del '74. Poi, ognuno continuerà per la propria via. Dal 1968 in poi la Band ha inciso album dello stesso valore, con la stessa musica e gli stessi arrangiamenti. Nel '74 ha composto un tributo al rock'n'roll, Moondog Matinée A quasi due anni di distanza,. Northern Lights Southern Cross risente ampiamente del compromesso commerciale, si allontana dal country rock per farsi addirittura vicino al rhythm'n 'blues e al rock annacquati. Gli arrangiamenti, tecnicamente perfetti, hanno il gusto dell'americano meno creativo, ed è forse per questo che l'album ha successo più di qualsiasi altro disco della Band inciso senza la benefica guida di Dylan. Ci sarebbe da dire che Bob Dylan ha salvato la faccia nell'ultimo Desire, e la Band non ci è riuscita. Ma sembra più veritiero che la Band abbia voluto definitivamente staccarsi da Dylan, e per far questo abbia messo un punto al suono preciso ma del tutto spontaneo che l'aveva caratterizzata in passato. M.R. STEPHEN STILLS: Uve (Atlantic) Conosciutissimo in Buffalo Springfield e al fianco di Crosby, Nash e Young, egli ha sempre arrangiato i suoi dischi

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