Muzak - anno III - n.10 - febbraio 1976

Più per il testo che per la musica, per il modo di comunicare le loro emozioni, i loro pensieri. Muzak: E le trasmissioni di musica pop? Quelle della televisione. quando ci sono, sono penose. Alla radio le uniche accettabili sono « Per voi giovani » e « Popoff ». Celilia Tito Crescetee moltiplicatevi Storicamente i bisogni sociali tendono a creare risposte adeguate. E' quello che sta succedendo oggi in Italia con la musica. Esiste una fortissima domanda che rivela i grossi cambiamenti avvenuti nel tessuto sociologico del fenomeno. La musica si diffonde sempre di pù corrispondendo ad un crescente bisogno di creatività e di espressione; frutto di una generazione cresciuta sulla musica, nel bene e nel male. Ma ora le cose sono cambiate. I miti sono stati demitizzati, le mistificazioni demistificate (almeno in parte). Il crescente fenomeno di -oggi è autonomo (oltretutto assolutamente non paragonabile al riflusso che c'è all'estero), è espressione propria, diretta. E' il bisogno di dare voce ai nuovi valori. Non quello di « volare » tra le proprie quattro pareti. E' un mutamento, insomma, politico. In risposta a questo ' movimento ' stanno spuntando, da ogni luogo, centinaia di cantautori, compagnie popolari, jazzisti, gruppi rock ecc... Ma che succederà a questa nuova foltissima generazione di musicisti? Potranno essere assorbiti? Discograficamente la situazione è molto precaria. Le case discografiche non si sbilanciano. Sono pochi i privilegiati che riescono ad « arrivare ». Può succedere che al gruppo dei Cadmo, di realizzare un disco e averlo per molti mesi bloccato dalla casa discografica malgrado siano un gruppo abbastanza noto e abbiano partecipato a numerose importanti manifestazioni. Evidentemente è matura l'ora per una alternativa anche in questo senso. Molti musicisti, oltretutto, cominciano a sentire l'esigenza di strutture alternative meno compromissive e falsanti di quelle tradizionali. Il compito di assorbire questa nuova realtà spetta, ancora una volta, ai circuiti politici. Bisognerà ' scoprire ' le realtà locali, creare adeguate strutture per la diffusione militante, inventare nuovi rapporti di fruizione e di proposta. Cosette da nulla, insomma. G. C. Concerto pop al liceo Mamlanl di Roma 29 Unaformula musicale checojnvolge il pubblico Roberto Mazza, obista del Telaio Magnetico. D. Pensi che esistano i presupposti per giungere a una nuova forma d'espressione o a un rinnovamento del pop? R. C'è la possibilità di una comunicativa nuova, di una forma d'espressione che rinunci al passato senza rimpianti, che coinvolga il pubblico portandolo anche a contatto con formule musicali adatte alla realtà presente. Il rock e tutte le sue derivazioni sono già passate, almeno da quando i Beatles hanno perso i connotati di fenomeno, e oltretutto non ci sono mai appartenuti in pieno. Personalmente credo nel suono acustico evoluto attraverso l'elettronica, nella rivalutazione di strumenti finora relegati al mondo classico, ma ancora tutti da scoprire per il. musicila pop. La musica classica è un patrimonio da cui tutti possiamo attingere, se cancelliamo quell'alone mitico a torto costruitogli attorno. Il suono non conosce limiti di espansione, se usat~ in modo cosciente può diventare uno strumento di c0noscenza e di progresso. Se lo si costringe a schemi rigidi e castranti (parte ritmica di basso e batteria, cambi di accordo e di tonalità, assoli), se viene prodotto in serie e confezionato, cessa di svolgere la sua funzione attiva. Nel momento in cui impareremo a rifiutare la musica così prodotta avremo imparato a non accettare l'ennesimo mezzo che il sistema vuole imporci per soffocare la nostra creatività. D. In quale direzione stai sviluppando la tua ricerca? R. Lascio che ogni nota sia la logica conseguenza di quella che l'ha preceduta, limitandomi a fissare dei cicli continui e periodi di mutazione. La nota ha la possibilità di riprodursi se inèontra un altro suono che abbia determinate caratteristiche timbriche. Ho già sperimentato questa possibilità suonando l'oboe con un Vcs 3. I suoni si incontrano e si fondono per dare vita ad armonie interne al suono stesso. Se si sfruttano certe frequenze d'onda anche il suono di una sola nota acustica può essere modulato in modo elettronico. Gli strumenti di legno, in modo particolare i fiati e gli archi, hanno una potenzialità grandissima in questa direzione. Le famiglie delle doppie ance e dei clarinetti, unite a suoni di origine elettronica, offrono allo strumentista un territorio nuovo da esplorare. Tutto questo rientra in un processo naturale di cose ma nessuno ha ancora sfruttato in modo completo e approfondito questa possibilità. D. Come pensi che si debba realizzare il rapporto fra pubblico e musicista? R. Non si deve veicolare un messaggio che ponga il pubblico in una situazione di passività. Quando si suona o si ascolta occorre respingere ciò che i mass media hanno imposto. L'importante è che il musicista si trovi sempre in una posizione prima ricettiva e poi attiva. Che sappia interpretare con esattezza tutto ciò che riceve, che lo viva in modo del tutto personale e che lo sappia tradurre coscientemente. La natura ha tutta una serie di cicli immutabili, all'interno di essi si muove la vita e tutto ciò che esiste. li musicista dev'essere solo il tramite, il veicolo della realtà in cui è immerso e che comprende, innanzitutto le altre persone. Pubblico e musicista potranno così criticare attivamente la realtà quotidiana, costruire, e dalla loro esperienza comune potrà nascere un nuovo modo di usare la musica.

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