Muzak - anno III - n.09 - gennaio 1976

Il ministro di Grazia e Giustizia, Reafe (repubblicano) si « dimentica » di far pubblicare la legge sulla Gazzetta ufficiale (senza questa formalità la legge non è valida). I radicali strillano, i socialisti presentano interrogazioni, e la legge viene pubblicata. Però nessuno esce lo stesso. I procedimenti burocratici sono lunghi e noiosi, si sa. E i magistrati devono pure fare le loro vacanze. I radicali fumano pubblicamente marihuana davanti alla procura di Torino e il giudice (di Magistratura democratica) si affretta a tornare dalla montagna. I nsomma: tira-e-molla, mentre Muzak va in stampa sono pochissimi quelli usciti di galera. E questo sarebbe l'unico aspetto « positivo » della legge. Perché per gli altri. .. quasi tutti i giornali hanno scritto, almeno in una prima fase, che l'uso personale di droghe è depenalizzato, che solo i grandi spacciatori sono perseguitati, che i « drogati » verranno curati. Anche il partito radicale (vedi riquadro che ha premuto in tutti i modi perché la legge venisse approvata al più presto, e una parte della sinistra extra - parlamentare (quella della « caccia al drogato ») sono stati di questo parere, contribuendo a creare questa opinione (favorevole o moderatamente favorevole alla legge tra la gente. Non è così. Prima di dimostrarlo, con un esame analitico della legge almeno per i suoi Parlamento Lamiadrogasi chiamarepressione Il fatto più strombazzato da chi è d'accordo con la nuova legge sulla droga approvata dal Parlamento prima di Natale è la depenalizzazione: cioè « fumare » non è più un reato, e chi è in galera ne esce. Anche chi considera la legge pessima era d'accordo: l'unico pregio di una legge che presenta aspetti davvero inquietanti è proprio questo. Già ci si preparava a far Natale con i 700 compagni che da mesi ( o da anni) marcivano nelle patrie galere per qualche grammo di erba. Passa Natale, passa capodanno, e nessuno esce. Cos'è successo? articoli più importanti, vediamo come si è arrivati alla sua elaborazione e approvazione. Che la legge in vigore finora (varata nel 1954) andasse modificata, erano d'accordo tutti. Era stata scritta in una situazione completamente diversa, quando l'uso di sostanze stupefacenti non era certo un fenomeno di massa. Ci hanno provato una prima volta, al tempo del centro-destra di Andreotti e Malagodi, il ministro della Sanità Gui (oggi felicemente agli Interni, dove fa uso di un'altra legge « spe9 ciale » per sparare alla gente) e quello della Giustizia Gonella, un vecchio arnese democristiano degli anni '50. La legge, subito soprannominata « fermo di droga », non è passata per la mobilitazione di tutti i democratici. Gli articoli che avevano destato più scalpore erano quelli che permettevano di mandare in galera i proprietari di appartamenti, tende, roulotte, bar, ecc. e i responsabili di sedi di partito, circoli politici, ecc. nei quali qualcun altro avesse fumato. Si ipotizzò giustamente che questi articoli avrebbero permesso alla polizia di montare provocazioni continue contro le comuni, i circoli e i club di giovani e contro i partiti e i gruppi di sinistra. Nella nuova legge c'è un articolo (art. 73, comma lf) praticamente identico, ma questa volta nessuno si è scandalizzato troppo. Forse alle leggi speciali si fa il callo. Avremo dunque migliaia di irruzioni in comuni e partiti, al grido di « fermi tutti, faccia al muro! » e con la scusa di un grammo di hashish «tro- ➔ -

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