Schede Tubes Una band americana composta da ricchi ragazzi americani allevati in Arizona prima dell'ecologia, la droga e la crisi energetica. La seconda fase della formazione di Fee (voce solista) e compagni avviene immancabilmente a S. Francisco giusto in tempo per veder morire il Flower Power e per immettersi nel movimento di droghe, comuni e filosofia Gay Power di Polk Street. Prima dell'esperienza musicale collettiva ognuno persegue le proprie finalità chi scrivendo opere spaziali e brani di hard rock, chi nel settore artistico dipingendo tulio dalle facciate dei palazzi alla mensa universitaria, uno, il cantante Fee, attore sperimentale. Una band dall' Arizona di nome i Beans visita il Messico nel se11anta con gravi difficoltà per far passare alla dogana il proprio guardaroba di uniformi spaziali. Nello stesso anno un gruppo di teatro rock che si chiama Arizona rappresenta S. Francisco alla Expo '70 in Giappone dove impara Malaguena da un gruppo folkloristico che abita nello stesso albergo. Nel '72 dall'incontro di "Prairie" Prince (batteria) con l'ignoranza musicale dello studente d'arte Michael Co11en (sintetizzatore), l'allore di college John Waldo "Fee" Waybill (voce solista), un'allrice che ha da poco intepretato Montagna Sacra di Jodorowsky, Re Styles (assistenza generale), i chitarristi Steen e Spooner, il bassista Rick Anderson e il tastierista Vince Welnick nascono i Tubes. Oggi, dopo l'uscita del loro primo album, i Tubes sono ancora più conosciuti per il loro spe11acolo cinico dissacratore a base di barzellette sise-culo e spruzzi continui di Lsd misto a umorismo nero che per la loro musica un po' come le ew York Dolls e Iggy pop. Lo spettacolo, secondo la nuova mitica dello show biz è qualcosa di sontuosamente· ineccepibile con tanto di travestimenti del cantante Fee che a11raverso il filo condu11ore dei brani impersonifica più personaggi in una pantomima sulla creazione della superstar. Tra le note di Up From The Decp, Malaguena Salerosa (!) e White Punks On Dope tulle le stars, da Keith Richard a Ronny Wood fino a Elton John e Mick Jagger sono scomodate per l'inno di chiusura. White Punks On Dop: « Siamo "fattoni" bianchi smidollati / Papà e Mamma si sono appena trasferiti a Hollywood / Mi impicco appena trovo abbastanza corda / Non posso pulire anche se so che dovrei. .. •· Marco Dani Tubes Mandrake 46 Mandrake « Mandrake è tulli noi; Mandrake è la musica; Mandrake è la felicità, grazie a tutti voi ... ». Cosi mi ha risposto il percussionista brasiliano lvanir Do ascimiento, universalmente noto corr,• Mandrake, quando ho cercato di sapere qualche notizia sul suo conto. Ed ha certamente ragione lui; non meritavo certo una risposta diversa. I biografismi, sembra voler dire Mandrake, hanno fano il loro tempo, e noi dobbiamo interessarci a lui come ad una realtà presente; non al suo faticoso peregrinare fino alla gioia di adesso. Ed è solo per i le11ori più puntigliosi ed esigenti che darò alcuni brevi cenni informativi. Alcuni anni fa Mandrake è arrivato a Roma, innamorandosene, suppongo. Inizialmente, se non sbaglio, il suo primo lavoro è stato nel gruppo del chitarrista brasiliano !rio De Paula da cui, ad un certo momento, nessuno sa bene perché, si è scisso. Da allora è passato attraverso una lunga serie di esperienze, suonando praticamente con tutti per periodi più o meno lunghi e diventando uno dei sideman più noti dell'ambiente musicale romano (noto anche per le sue indubbie qualità di « personaggio• oltre che per la sua validità musicale). Ha dovuto anche conoscere le prigioni italiane per fatti, come al solito minimali, di hascish, e solo in questi giorni la vicenda si è conclusa con una tardiva sentenza di assoluzione, con gioia sua, degli amici e di tulli i democratici. Ma veniamo al presente, radioso come nessun passato può mai essere. Mandrake oggi è felice, e lui stesso ce lo ha spiegato molto bene. Finalmente, dice, ha potuto formare un gruppo tutto suo, con compagni giovani e bravissimi. Finalmente, dice ancora, Mandrake si è realizzato; ha trovato nel gruppo la sua esatta dimensione. I partners sono tutti pressoché sconosciuti al pubblico. I loro nomi sono: Sergio Scollo, Damaso Grossi, Michele, Wilfred e Riccardo "Rick" Romei, e suonano rispettivament'e il piano, il sassofono, la chitarra, la batteria e il contrabbasso. Tuili insieme fanno « Mandrake son •· Mandrake vuole trasmettere a tutti la sua gioia e lo fa con un jazz samba allegro e comunicativo. Una musica disinvolta e piena di verve, che qualcuno potrebbe confondere con un consapevole « disimpegno» e che invece di consapevole ha solo la voglia di trasmettere gioia e felicità. Anche il mercato discografico ha aperto le braccia a questo divertimento musicale, e cosi Mandrake ha potuto realizzare il primo LP a suo nome. Si chiama Sombossa ed è distribui10 dalla Emi italiana. Roberto Renzi Gttàfrontale La musica napoletana, dagli Osanna alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, da Tony Esposito a Bennato, da Napoli Centrale a questi Città Frontale è difficile abbia un'ideologia, è difficile che si chiuda in ghetti intellettuali, che invece non preferisca fare musica popolare parlando chiaramente al cuore della gente, che rappresenti infatti il teatro quotidiano della vita sociale. Per questo il suono di apoli ha oggi ragione di esistere ed è per questo sopra11u110 che Città Frontale, seppure nelle ingenuità di una ricerca del tutto inintelle11uale, raggiunge lo scopo di una musica che ha rispondenza con la realtà, lontana dal sogno, dalle utopie che il solo sguardo alla propria città, Napoli, impedisce.
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