Muzak - anno III - n.09 - gennaio 1976

sinio di Pietro Bruno: « Che ci faceva davanti all'amba- ~ciata di un paese straniero? Se stava a casa non gli succedeva niente», hanno detto. L'unica violenza che i;iustificano è quella della polizia. Muzak: E quella dei loro fidanzatini armati di coltello e pistola? Isabella: Loro gli uomini non si permettono di giudicarli, parlano soltanto di quello che ha un cane alto tre metri che costa tre milioni. Una sola violenza ammettono e amano: la gelosia. Per loro è un vanto dire: « se mi scopre con un altro mi gonfia la faccia di schiaffi ». Sarebbe una prova di amore. Muzak: li rapporto uomo donna è sempre violento, o solo se l'uomo è fascista? Antonella: Gonfiarti la faccia di sberle non è l'unica violenza che ti fanno: quella la fanno solo i fascisti, ma anche non cercare di capire è violenza. Isabella: Se intendiamo violenza in quel senso lì, allora la peggiore delle violenIlcolonnello scriveaqualcuno Dal taccuino privato di un dirigente del servizio d'ordine di un gruppo della sinistra extraparlamentare, Muzak pubblica alcune considerazioni sulla violenza. E' una brutta bestia la violenza. Non averne paura, ma anche impara a temerla, ad evitarla se è possibile, quando è perdente. A chi ti minaccia: « chi di spada ferisce di spada perisce » ri-· corda che ancora deve perire chi da troppo tempo ferisce, e senza che il buon Dio ci pensi. Ma tu ricorda che da quando è passata la legge sulle armi è più pericoloso andare in giro con una « spada » che trovarsene sprovvisto al momento buono. A chi è contro la violenza spiega che la violenza ci circonda e ci sovrasta: è la violenza degli uomini contro le donne, è la violenza dei geni tori con malintesi intenti educativi, è la violenza della scuola contro la possibilità di utilizzare curiosità, ed entusiasmi per capire com'è e come si cambia il mondo, è la violenza di un sistema di produzione e di consumo, è la violenza di chi uccide non solo; in piazza ma tutti i giorni in fabbrica, negli ospedali fatiscenti, nelle prigioni, nelle caserme, negli ospizi. A lui racconta cosa diceva Marx della nostra violen• za: « è la levatrice di una nuova società», spiegagli che è la violenza che sopprime la violenza, che è necessaria, indispensabile per far nascere qualcosa di nuovo dal corpo decrepito di una società inguaribilmènte malata. A chi ti propone solo l'illegalità, la violenza solo come pratica individuale racconta le prodezze inutili di Don Chi se io t te contro i mulini a vento: contro la forza dello Stato (dalla polizia all'esercito) e dell'imperialismo (dai marines alle testate atomiche) non servono i vari Robin Hood. Ricordagli che l'imperialismo è una tigre di carta solo di fronte alle masse armate. A chi si è formato sulle pagine del libro Cuore spiega che l'imperativo morale « non metterti contro i deboli » è l'imperativo dei deboli che restano deboli e tu ricorda cosa diceva un buon combattente come Giap: « se il nemico è forte si evita se è debole lo si attacca ». A chi parla sempre solo di fasci da sprangare e vanta le sue imprese spiega che i comunisti sono qualcosa di più che a n ti fascisti, che non rutti coloro che dicono di essere fascisti lo sono nei fatti, che .lo sono invece molti altri che non lo dicono, che in ogni caso la spranga è un deterrente ma non convince.

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