Muzak - anno III - n.09 - gennaio 1976

Dire che la nostra generazione ha intensamente vissuto la sua musica può sembrare una frase fatta e un po' demodé; spogliare la realtà che dichiara di un certo alone pseudoletterario, può rappresentare invece, il punto di partenza per un discorso più strutturale sul tema dell'ascolto, su come si è organizzato l'incontro tra il pubblico e le forme proposte dalla musica pop. Per strutturale non intendo lo sproloquio tecnico che si esaurisce in se stesso, ma un indirizzo che ricerchi l'esistenza e lo sviluppo nel tempo di uno spazio culturale preciso, cioè di una relazione coerente tra le immagini proposte dalla musica e quelle dei nostri atteggiamenti verso la realtà intera. Da questo punto di vista la immagine essenziale che il pop nel suo momento di massima vitalità ci comunica è quella di una generazione che non si è seduta in poltrona ad asco Itare lo svolgimento di una forma d'arte in se stessa, anzi è l'immagine di un movimento sempre più dichiarato, nelle platee, sul palco, nei dischi, che sostituisce per importanza il valore musicale legato alla realizzazione linguistica di alcuni schemiforma. L'energia di vita esasperata che rappresenta la realtà di questa musica ne costruisce il volto particolare fatto di colori estremamente accesi ed immediati applicati a tutti i momenti, sia il pieno che il vuoto, la velocità o il riposo, l'armonia o il ritmo poiché la stessa energia non è espressa in una sola direzione ma contemporaneamente fuori e dentro l'individuo e le sue esperienze. Così è estremamente accesa la violenza ritmica. degli Who nella stessa misura della profondità ferma del suono dei Pink Floyd o della leggerezza armonica delle ballate di Nei! Young, giacché in ognuno di questi tre esempi la traccia di ascolto non è lo svolgimento strumentale o vocale, improvviMusicanaisli Terzopotere « L'immagine essenziale che il pop nel suo momento di massima vitalità è di una generazione che non si è seduta in poltrona ». L'energia di vita esasperata che rappresenta la realtà di questa musica: colori accesi e violenza ritmica. sato o scritto di una serie di temi, armonie, e delle possibili relazioni che li collegano, quanto la creazione di un momento di massimo coinvolgimento. Questa idea spontanea di situazione musicale sostituisce quella di composizione che sposta invece l'accento all'interno del linguaggio e delle sue regole cosicché il momento dell'ascolto porta in primo piano assoluto certi elementi interpretativi all'interno dei quali prosegue la ricerca dei singoli artisti. L'amplificazione dei suoni come la loro natura elettrica diventa elemento estetico, insostituibile, potente quanto la totalità e l'importanza della situazione; il ritmo, 23 cardine di tutta l'evoluzione strumentale della musica pop è la danza, cioè la sessualità manifesta che apre il rapporto di partecipazione fisica, di interpretazione del corpo; la ricerca strumentale esaspera principalmente gli aspetti che meglio sviluppano e consumano le energie messe in gioco, per esempio la tecnica « single no- ·1e » e l'eccezionale distorsione timbrica che umanizzano la chitarra elettrica permettendole il massimo di immediatezza espressiva. Tra lo strumento batteria e l'azione del percuotere spesso non c'è differenza e per la stessa logica, ma in senso opposto, anche la chitarra acustica perde i suoi connotali strumentali e diventa la compagna di strada del cantautore, dalla quale ricavare solo le poche e semplici armonie che servono alla « semplicità » scoperta di quel momento musicale. Suoni, immagini e atteggiamenti si incontrano coinvolti dalla reale identità di energie tra l'ascoltatore e la musica. Il problema è ora un altro. Questa sensibilità spontanea se da un lato rappresenta il nostro patrimonio più originale, dall'altro rischia di bloccare il suo stesso sviluppo proprio perché fissa il modello di ascolto ad un livello esteriore. E' sufficiente che vengano proposti quei particolari elementi interpretativi perché emerga l'immagine di quel preciso rapporto, a prescindere dalla qualità delle intuizioni o dallo sviluppo intero del brano. Questa considerazione però non coincide con quella affermata, per esempio da una certa concezione vecchia ed estetizzante del jazz, secondo cui « i più evoluti ascoltatori del rock, quelli che badano alla musica e non agli· aspetti socio-sessuali che la dominano, evaderanno verso il jazz » (così scrive il critico Dan Morgenstern su una rivista americana). Tutt'altro, essa parte dalla consapevolezza che dopo l'esperienza pop per noi la musica non può più essere solo musica ma che esistono delle ragioni non solo estetiche per cui quel rapporto particolare che ha permesso tale esperienza non è più proponibile in quei termini. Primo: quegli elementi interpretativi caratteristici della musica pop sono quanto di più riproducibile a livello puramente commerciale, e basta dare un'occhiata in un negozio di dischi per accorgersi che c'è sul mercato una quantità impressionante ed anonima di musica per dancing-club eseguita in maniera impeccabile secondo i canoni dell'hard rock, della west coast song o del psiche- -+

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