Muzak - anno III - n.09 - gennaio 1976

Tangerine Dream 15 delle sonorità. Il nostro problema è trovare sonorità nuove, al momento è molto difficile ». E' possibile che i tre cosmonauti del rock comincino a trovare già degli ostacoli nella sterminata schiera di apparecchiature elettroniche che si portano dietro. Sembra impossibile mentre seguiamo con Io sguardo gli oscilloscopi dei vari mello-✓ tron, e sintetizzatori che si muovono secondo imperscrutabili ritmi •elettronici eppur questo sembra essere il vero handicap, quello che ha portato perfino a riconsiderare chitarra e batteria. « Voglio lavorare di più sui modi di cambiare i suoni » dice Froese. « Sapete può diventare noioso per me suonare per due ore solo il MelIotron e l'organo. Ho bisogno di imparare cose nuove su come cambiare i suoni, specialmente col Mellotron. E' forse il mio strumento principale ». Mentre riesamina strumenti tradizionali Christoph Franke è in procinto di introdurre un nuovo tipo di sintetizzatore nel sound del gruppo. « Sto lavorando per il mio album solo con strumenti tradizionali come lo hapsicord, ma la cosa nuova è uno strumento chiamato speech synthesizer (sintetizzatore di discorso) che può produrre consonanti e vocali così da permetterti di sintetizzare un tuo stesso discorso. Non mi interessa comporre frasi in modo semantico. Voglio usare il discorso come uno strumento musicale ». Un dubbio resta a proposito del capitale in strumenti che il gruppo si porta in giro (ma poi saranno tutti veramente indispensabili? vien fatto di chiedersi) e dei conseguenti tre milioni che il gruppo deve ( ma deve veramente?) chiedere per una esibizione come quella 'di Lugano. Il dubbio sulla strumentazione è del resto congenito alla musica stessa della band e chi apprezza le atmosfere quadrifoniche a cui « non è possibile resistere a mente fresca » si renderà anche conto del f~tto che tanta dovizia di suoni richiede diversi programmatori anche a costo di usarne ognuno per il trenta per cento. Quanto al problema di prezzo che l'attrezzatura comporta la risposta l'ha data il gruppo di freak di Lugano che ha duramente contestato il prezzo del biglietto (più di quattromlla e duecento lire!) sfondando le porte del Palazzo dei Congressi e bucando le ruote del camion del gruppo con gesto di dubbio gusto ma di sicuro effetto. Mentre i tafferugli erano ormai finiti e i poliziotti che avevano fino a poco prima manganellato di buona lena erano già ridiventati dei bonari padri di famiglia un ragazzetto ha gridato « E scrivetecelo sui giornali che a diciannove franchi a biglietto noi spacchiamo su tutto. Lugano è il cesso più pulito d'Europa ». Danilo Moroni

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