Hifi Un Akai da 110.000 Lire In altre pagine di Muzak avrete già letto del concorso-referendum che mette in palio quasi 200 premi. I concorsi sono sempre « straordinari, eccezionali, e fantastici », ma consultando la lista dei premi sembra che il concorso Muzak si sia meritato davvero questi attributi. Tra i premi ci sono tre degli apparecchi più interessanti, più « importanti » del momento: il nuovo giradischi Lenco L 65 e due oggetti della Akai giapponese, la piastra di registrazione a cassette CS-30 D e il giradischi AP-001. Cominciamo con Akai: per la prima volta, un giradischi porta il marchio Akai, nome tradizionalmente legato alla registrazione, amatoriale e professionale, dalla minicassetta al nastro larghissimo da studio. L'AP-001 ha uno chassis in ABS (plastica acrilica) bianco, e questo già ne fa un apparecchio che si distingue da tutto ciò che è stato fatto finora. Ha un braccio tubolare a « S », staticamente bilanciato, munito di un sistema di antiskating magnetico, lo stesso usato dall'illustre braccio Stax giapponese, solo che questo costa da solo più del giradischi Akai completo. Alla fine del disco il braccio si alza e il piatto si ferma, grazie ad un congegno magnetico. Il piatto dell' AP001, inserito nello chassis (quindi non sporge e contribuisce all'estetica molto riuscita) è trascinato da una cinghia. Il rumore di fondo e le fluttuazioni di velocità sono quindi molto ridotte ( rispettivamente -50dB e O,06 % ) . La cosa più sorprendente di questo giradischi rimane comunque il prezzo: un incredibile 95.000 Lire IVA (e pick-up) compresa. Anche la piastra di registrazione a cassette ha un prezzo incredibilmente basso: il nuovo importaton: per l'Italia, la Polycolor, ha deciso di attuare una speciale campagna sul CS-30 D che venderà a 110.000 Lire, IVA inclusa. C'è da scommettere molto sul fatto che questo apparecchio sarà il best-seller del 1976. E' una piastra da collegare all'ingresso e all'uscita « tape » dell'amplificatore. Ha un selettore di nastri che consente una risposta in frequenza ottimale sia con nastro standard sia con nastro al cromo. Pos64 siede due ingressi per microfoni, un'uscita per cuffia ed è dotato di un indicatore luminoso di scorrimento del nastro che permette di sapere, a distanza, se la cassetta è finita o meno. Risponde, con linearità, alle Hertz ha un rapporto segnafrequenze da 40 a 15.000 le/rumore di 46 dB, per dimostrare che non c'è per forza bisogno di un Dolby per fare delle registrazioni senza fruscio. I giapponesi di Torino Anche se non fanno parte del concorso di Muzak, i nuovi amplificatori della Hirtel sono particolarmente interessanti. Il costruttore di Torino propone una linea di quattro amplificatori da 20 a 100 watt per canale, che per la prima volta pongono una ditta italiana in diretta concorrenza con i prodotti giapponesi della stessa categoria di prezzo. Il modello più economico, il 2020, ha una potenza di 20 + 20 watt effettivi (potenza minima garantita dall'importatore) per un prezzo di 166 mila Lire. Ha una risposta in frequenza molto estesa (10-70.000 Hz), un bassissimo tasso di distorsione meno riverbero ai dischi o potenza massima). I numerosi controlli di cui è dotato consentono una grande elasticitàdi uso e tante possibilità di collegamento. Ci sono quattro controlli di tono separati per ogni canale, controlli che agiscono su +o -10 decibel: sul 2020 c'è un compensatore di ambiente, che aggiunge più o meno riverbero ti dischi o ai nastri; c'è anche un compensatore fisiologico ad azione regolabile con un pote;ziometro: permette di intervenire sui bassi e sugli acuti, a volume ridotto, compensando la scarsa sensibilità dell'orecchio umano sugli estremi dello spettro audio. Una realizzazione quindi molto completa per un prezzo molto competitivo. Gli altri Hirtel, con la stessa linea e gli stessi comandi, ma con prestazioni superiori, sono il 4040 A (40+40 watt effettivi e 210.000 Lire di listino), il 6060 A ( 60 + 60 watt e 250.000 Lire, un prezzo quasi imbattibile) e il 250 A di 100 + 100 watt a 350.000 Lire.
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