Muzak - anno III - n.08 - dicembre 1975

'Riviste & Libri Uautunno delpatriarca Gabrlel G. Màrquez Feltrinelll, pg. 296, L. 4.000 Màrquez è l'autore di quel Cent'anni di solitudine che ha aperto il « boom » della letteratura sudamericana. Fra quello e quest'ultimo romanw ha pubblicato parecchi racconti lunghi e brevi, più pause di riflessione che autentiche novità. Con La candida Erendira aveva dato una prova di continuità (e di rinnovamento insieme) dei toni narrativi convincente. Con L'autunno del patriarca ci dà un libro di rara bellezza. Non c'è spazio per esaurire in una schedina la complessità del romanzo. Rimandiamo a più spazio e più tempo una riflessione maggiormente articolata. Ma in quest'ultimo libro Màrquez, mantenendo la facilità e felicità narrativa di Cent'anni di solitudine, scardina con maestria il romanzo tradizionale, facendo sortire il racconto da un lunghissimo « monologo a più voci », in cui i protagonisti si intrecciano senza soluzione di con• tinuità inframezzando l'essere descritti e il descriversi in prima persona. r;_ P. Occidente di Ferdinando Camon Garzanti, pg. 312, L. 3.500 Penetrare nella psicologia di un fascista è uno dei viaggi più ripugnanti che uno scrittore, affetto sempre, prima a poi. da GABRIELGARCIAMARQUEZ tenerezza per i suoi protagomsu, può imporsi. Ferdinando Camon, riproducendo con attenzione il delirante monologo interiore di Franco, aristocratico nero con velleità teoriche nevrosi naziste e retroterra padovano, si conquista più di un merito. Meno felice la seconda parte del libro dove l'azione sostituisce l'elucubrazione e l'estrema sinistra, nei panni un po' schematici di « Potere rivoluzionario », entra a contrappuntare le gesta e l'anima di Franco. (L'autore, intellettuale un po' spiattato si è fatto documentare sui vizi e le virtù della sinistra da Marco Boato, dirigente di L.C., ma idealizzazioni ed eccessi di zelo clandestino restano). Nel complesso Occidente è un libro da leggere per una certa intelligenza storica, per il coraggio dell'attualità, per il linguaggio ricco e frammentario, un po' sensuale alla maniera del Corporale di Volponi, spesso abbastanza suggestivo. Pregando il signor Garzanti di ripubblicarlo al più presto in edizione economica: far pagare 3.500 lire un libro è quasi immorale. L. R. Sei] seme nonmuore di André Gide Oscar Mondadorl, pg. 264. L. l.400 Grande della letteratura contemporanea, Gide è addirittura il simbolo del nodo fondamentale della cultura borghese ( e francese in particolare): la contraddizione vivacissima fra arte e moraie. Questa autobiografia è volutamente antiletteraria e proprio per questo immensamente vivace e di spiegazione della vita e delle motivazioni artistiche di Gidc. Molti passi, infatti, sono il « brogliaccio ,. di episodi dei maggiori romanzi: primo fra tutti « L'Immoralista » che in questa autobiografia trova, in pratica, una sua prima stesura approssimativa. E della contraddizione fra arte e morale, fra estetico cd etico è qui esemplificata, con spietatezza autoanalitica, la distinzione gidiana fra piacere e amore, cardine di tutta la morale cristiano-borghese e qui rovesciata (anche grazie al perfetto ritratto di Oscar Wilde) nel suo paradosso e vissuta in un'atmosfera autoironica stupefacente. G. P. Lamorte diIvanIric di Leone Tolstoj Garzanti, I grandi itbrl pg. 140, L. 1.000 « Gli era successo quello che capita a chi viaggia nei vagone di un treno: penss cii andare avanti e invece viaggia indietro, e all'improvviso riconosce la vera direzione del viaggio ». Viaggio inconsapevole della sua stessa direzione è la vita falsa e sciocca di un piccoio borghese qualunque, Ivan Il'ic, burocrate della giustizia in un tribunale russo, educato a menare le sue giornate secondo le regole, nella meschinità di una piccola famiglia unita solo dal culto nevrotico delle apparenze. INTllOOUZION( DlltOIUlO CANTINI ~(!)

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