Muzak - anno III - n.08 - dicembre 1975

segue da pag. 44 Sparks: Indlscreet (lsland) Ospitalità in classifica (Hospitality On Parade); questo gli Sparks chiedono a vocina spiegata, ammiccando ed ostentando avanguardie. Data la « confezione » perfetta del prodotto Indiscreet e dato il momento attuale del pop inglese, il successo non dovrebbe sfuggire ai fratelli Mael, neanche stavolta. Il fatto è ancora più scoperto che nei casi precedenti di « Kimono My House » e « Propaganda », ma il problema per Ron e Russell resta quello di giustificarsi della propria logorrea, del ripetere all'infinito una formula divertente quanto cretina, cioè di dare il rock in falsetto punta di piedi occhiatine languide e Berlino anni '30. Idee che Indiscreet batte con disarmante noncuranza. M. B. Roxy Music: Siren (lsland) Quattro anni fa, Roxy Musicmiracolo, come dire una via elettrica al rock futuribile, mentre a ben guardare sotto le note vibravano due personalità e basta, Brian Eno e Brian Ferry, che dicevano tutto il proprio dandysmo e le molte idee di successo. Oggi Siren dimostra che certi passi semi-falsi sono stati superati, che la defezione di Eno non è poi così tragica e che il gruppo con Manzanera, Jobson e gli altri cerca effettivamente, e la trova, una via ritmica dura ed efficace oltre che gustosa come al solito. « Love Is The Drug » è un po' « The Bogus Man», « Sentimental Fool » è un po' il gesto paranoide degli esordi, ma la pellicola è perfetta ed il divertimento assicurato. M. B. Papa John Creach & Mldnight Sun: l'm the Fiddle Man (Kama Sutra) Di male in peggio va il violipista collaboratore della Jefferson Starship: con il nuovo gruppo Midnight Sun si diverte a ricreare atmosfere da music hall senza avere il minimo rispetto di chi lo ascolta. E' come se a un pessimo violinista fosse data l'opportunità di incidere l'album da titolare. Una volta passi, date le brutture che di questi tempi fan l'America, ma questa è la quarta e, sinceramente, non ne possiamo più di un tal furbo nonnetto. Dave Mason: Split Coconut (Columbia) Dave Mason continua per la sua via e noi continuiamo per la nostra: l'ex membro dei Traffic con pretese da cantautore non vale più di qualsiasi altro profe_ssionista del diletto. Ha l'aria dell'entertainer da tavola calda, o da Juke box che ripete sempre le stesse canzoni. Anche in simili panni, comunque, non varrebbe più di tanto: la sua voce è piatta ed il modo in cui tratta la sua chitarra pare quello di un orchestrante da routine. Manuel Gottsching: Invertions For Electric Guitar (Cosmisc Courier) Ash Ra Tempel vive dal 1968 ma la sua voce oggi arriva per bocca di un leader quale Gomching, introverso e limpido. Dal gruppo più californiano della Germania, in quest'epoca tutta dedicata alle possibilità tecnicotimbriche della chitarra -elettrica, non resta che un'immagine lontana, lontana dalla leggendaria Essen '68, diversa dalle frasi acide di « Seven Up », ma disciolta sulle tracce mentali di Tim Learv e dei suoi insegnamenti. Questo resta. L'opera, musica elettronica per minuti lunghissimi di invenzione pura e mai tecnicista, è bellissima, semplice e priva delle metafore romantiche che « i maestri cosmici » perseguono con tanta ostinazione. M. B. Edgar Froese: Epsilon In Malayslan Pale (Vlrgin Records) Pomposo, grasso, Edgar Froese scrive un'opera pomposa e grassa. Distante mille miglia finanche da « Aqua », suo primo «solo» per la Virgin, ma priva di qualsiasi legame c?n i vecchi JDX't MUSIC 49 Tangerine Dream, dei quali fa parte tuttora con Franke e Baumann. Epsilon è una lunga teoria di blocchi elettronici creati dal mellotron e dal sintetizzatore, elementi monolitici e pesanti che cercano unicamente l'immagine e la non realtà, ovvero l'effetto: il telespettatore assiste drogato e non è vero che il compito di creare qualcosa di nuovo risieda nel suo cervello. Resta tutto fermo nella mente di Froese, nonostante le moltissime magie e la volontà « di allargare la coscienza » che questa opera incautamente innalza a mito elettronico. M. B. Sonny Rollins, « First Recordings », Prestige (Cetra) Inutile per chi al jazz si è appena avvicinato, questo LP del sassofonista afroamericano Sonny Rollins può piacere a chi volesse approfondire tutti gli aspetti, anche i più remoti e marginali, della personalità di uno dei musicisti più interessanti del jazz moderno. Il disco, in questo senso, offre delle vere e proprie rarità: le primissime registrazioni di Rollins (1951-1953), in cui il sassofonista è in parte ancora confondibile con tanti altri jazzisti del momento. Del suo scabro, ruvido inconfondibile stile c'è solo qualche traccia, che acquista un senso alla luce delle opere posteriori. Al di là di Rollins, il disco è anche uno spaccato della situazione del jazz agli inizi degli anni '50, quando il bebop, con Parker ancora vivo, infuriava e stimolava i musicisti a bruciare le tappe dell'innovazione. G. C. Louls Armstrong, « Records story in 12 voi._,., (Joker) Notevolissimo lo sforzo editoriale della Joker che ha pubblicato nella sua serie economica questi 12 LP dedicati ad Armstrong, e che insieme formano un quadro molto esauriente degli anni più importanti del celebre trombettista: l'arco di tempo che va dal 1925 al 1933. Un'ottima occasione, quindi, per chi volesse informarsi su questi primi anni dell'esplosione jazzistica. Un recupero archeologico, insomma, ma con tutte le carte in regola, e oltretutto a prezzi accessibilissimi. G. C. Stan Getz, « Captalo Marvel », Verve (Phonogram) Non si può fare a meno di segnalare questo Lp, se non altro per la sorpresa che l'organico non può fare a meno di suscitare. Con Stan Getz, infatti, suonano niente di meno che Chick Corea, Stanley Clarke, Tony Williams e Airto Moreira, musicisti tra i più apprezzati dai giovani. Come dire il diavolo e l'acquasanta. E il diavolo è proprio Stan Getz, il sassofonista bianco che insieme a Gerry Mulligan è il caposcuola di un certo jazz disimpegnato e soffice che ultimamente è stato tanto contestato. Non ci rimane che prendere atto che neanche nel jazz è tanto facile individuare e separare il « Bene » ed il " Male ». G. C. Charlie Byrd, " Latln Byrd "·· Milestone (Cetra) Sulla scia di una nuova ennesima moda del sud-americano, viene distribuito in Italia questo vecchio disco del più raffinato dei chitarristi di jazz-bossa. E' innegabile il piacevole virtuosismo di Byrd che con la sua chitarra acustica e tanto buon gusto, interpreta i classici della bossa-nova riuscendo a produrre la migliore musica da « salotto » che sia mai stata concepita, ancora oggi resistentissima malgrado le incisioni siano dei primi anni '60. Non a caso, si dice, il tempo, nei « salotti », non passa mai. G. C. Ceci! Taylor, " Sllent Tongues », Jazz Idea (Ricordi) Taylor è, senza mezzi termini, il fenomeno pianistico di questi ultimi anni. La sua musica, totale, vulcanica, e profondamente « eretica», mette seriamente in crisi ogni metodologia critica, né in questa sede tenteremo di formularne di nuove. Ma a nulla serve

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