tende invece a delegare a corsi post-secondari, gestiti dal Ministero della Pubblica Istruzione, ogni abilitazione professionale. Dice testualmente l'introduzione al progetto, « La scuola deve preparare al lavoro e all'attività produttiva procurando ai giovani non solo una formazione specifica per l'esercizio di un preciso mestiere, ma anche l'attitudine all'indefinito per/ ezionamento ( !) e all'adattamento a compiti diversi via via che evolvono le strutture della produzione». E' chiaro che sotto questa apparente apertura di impostazione si cela la tendenza ad indebolire, con la deprofessionalizzazione del diploma, la forza contrattuale dei giovani che escono, dopo ben 13 anni, dalla scuola, e a rendere così la forza lavoro intellettuale completamente gregaria alle esigenze del capitale. Più rilevanti appaiono le differenze tra i tre progetti se riferì te ali' asse culturale che le ispira. Il PCI appare soprattutto preoccupato di mantenere uniti, fin dal primo anno del biennio, il momento culturale teorico e quello pratico, proprio perché una scissione precoce tra il momento formativo e quello professionale significherebbe una discriminazione tra studenti, non certo basata sulle « tendenze naturali », ma legata a pre-esistenti situazioni di appartenenza sociale. Il progetto socialista appare il più « moderno » sul piano culturaledidattico, rifacendosi esplicitamente ad esperienze scolastiche dei paesi europei a capitalismo avanzato. Parla di « unità di studio e di esperienza », di unitarietà dei 5 anni di corso, della non-ripetmone dell'intero anno scolastico, ma solo di alcune unità di studio, della possibilità di elaborare piani di studio individuali e sempre ristrutturabili, rompendo cJsì clamorosamente con la mentalità scolastica tradizionale. C'è tuttavia da notare che la tendenza a riqualificare dall'interno la cultura scolastica, se da un lato va senz'altro incontro alle aspettative di chi sente l'inutilità anche culturale della scuola attuale, dall'altro resta un discorso utopistico, incapace di incidere sulla realtà economica, e in definitiva pericoloso, nella misura in cui produce un effetto di falsa efficienza e utilità. La DC invece appare solo preocct.p1ata a conservare il più possibile le attuali stru tture, riproponendo con gran sfoggio di parole e formule nuove la vecchia divisionediscriminazione tra liceo classico (chiamato ora « gruppo primo dell'area opzionale ») liceo scientifico (gruppo terzo) magistrali (gruppo secondo) istituti di arte (gruppo quarto) professionali (gruppo quinto) te tecnici (gruppo sesto ) . Il tutto calato nella vecchia cornice della formazione clecRE 1STul !APE. ì/ALFATTI _:m Tcx.-c AlE< ' ricale che attribuisce alla religione cattolica obbligatoria il primo posto tra gli aspetti « generali dell'educazione », vista ancora come necessariamente individualistica e selettiva. Si parla infatti di « attitudini personali », di « ricerca interiore », di « rispetto del valore della tradizione », ma si lascia al proprio destino, in nuovi ghetti professionali, chi non può o non vuole ( ! ) completare gli studi (art. 4: « Ai fini della formazione di competenze professionali di primo livello è possibile organizzare all'interno dei canali, piani di studio alternativi a carattere applicativo »). Un cenno all'autonomia concessa agli studenti: i progetti comunista e socialista fanno riferimento a uno studio il più possibile collettivo e autogestito, mentre la DC quando parla, rifacendo il verso ai partiti di sinistra, di autogestione dello studio e di scelta delle materie opzionali ed elettive, si affretta a sottoporre entrambe all'assistenza e al « consiglio » degli insegnanti. Al di là di ogni analisi e confronto, il problema reale resta, comunque, quello della praticabilità politica della riforma. Quale riforma passerà e con quali modifiche? Da un lato dipenderà dalla situazione politica generale, dalla capacità della sinistra a portare avanti una alternativa reale e globale alla DC in tutti i settori della vita politica e sociale, non solo nel settore scuola, dal- !' altra dalla mobilitazione e dalla coscienza politica del movimento, che dovrà opporsi risolutamente a ogni tentativo di riproporre, riverniciata e ripulita, la vecchia scuola-ghetto. Lidia e Luisa Chi avesse bisogno, per collettivi, gruppi di studio o altro del testo completo dei progetti di riforma, può richieder lo in redazione.
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