Muzak - anno III - n.08 - dicembre 1975

27 voro e nel corso di queste speculazioni ho capito che Tubular Bells era il disco della vita in città, se capite cosa voglio dire, mentre Hergest Ridge era l'opera della vita in campagna. Ommadawn ... per Ommadawn veramente non ho ancora una speculazione pronta: staremo a vedere, sta di fatto che durante l'incisione sono stato ossessionato dai miei problemi di perfezionismo più che negli altri due, anche se ora mi sento molto più forte e più sicuro di prima come persona e come musicista. Una cosa vorrei che fosse chiara ed è che sono ancora molto soddisfatto di Hergest Ridge. Non mi importa quello che la critica ha pensato: quel disco mi piace come mi piaceva appena finito. Quello che non mi piace è il missaggio che esiste ed è in circolazione e penso anzi che lo rimisserò. Ci sono delle idee belle in quel disco, molto belle. Ora, coma dicevo, trovo la vita più facile che non ai tempi di Tubular. Mi sento più forte, più abituato ad essere me stesso in questa situazione. Ho questa nuova casa in campagna. Non ci sono rumori intorno e ho' tutto lo spazio che voglio. Ommadawn l'ho fatto praticamente tutto da solo a casa anche se in questo più che negli altri ci sono musicisti ospiti. Come Jabula i percussionisti africani che hanno però inciso il ritmo al Manor Studio senza aver ancora sentito prima di cosa avrei suonato io sopra. Ecco perché il ritmo in quella parte ha delle accentazioni indipendenti da quello che io suono con la chitarra. L'ho voluto cosl, naturale. Una cosa per me nuova, ora che abito in campagna, l'andare a cavallo. E' la mia nuova passione che però non ha soppiantato quella dei modellini d'aereo. C'è una canzone in Ommadawn sull'argomento. « E' bello stare sulla groppa di un cavallo ». Si chiama Horse back song e doveva essere un pezzo tutto cantato, però quando mi sono risentito cantare sono stato tanto imbarazzato che ho sostituito il canto con un parlato. Anche il parlato è a volume molto basso. E' strano, c'è molta della mia voce in tutti i cori, ma sui brani a solo proprio non la sopporto. Horse back è molto importante nella concezione generale dell'album, perché bilancia molto bene il finale della prima parte che è cosl pauroso. Forse « pauroso » non è il termine più adatto eppure vi posso garantire che dopo aver inciso l' « a solo » di chitarra su quella parte io stesso ero terrorizzato e quella notte non sono riuscito a dormire. Horse back invece è una canzone gioiosa. Be' forse gioiosa non è esatto, comunque ... Sono contento di questo album, molto, come del resto ero contento dopo Tubular e Hergest Ridge, anche se non mi ricordo esattamente quanto fossi contento allora. Prima usavo la musica per cambiare il mio stato mentale mentre ora ... ben non so... questo disco forse è un rispecchiamento, il rispecchiamento della mia situazione presente. Dopo Hergest ero sicuro che non avrei più fatto altro mentre ora so che farò tanto e tanto ancora, specie dopo che sono venuto ad abitare qui. Il mio studio privato è quasi pronto e ho in progetto di registrare una piccola orchestra. Poi voglio rimissare Hergest e curare il missaggio quadrifonico di tutti e tre i miei albums. Esiste già un « quad » di Tabular ma è stato elaborato al master stereo quindi è quadrifonico per modo di dire. Tutte queste operazioni verranno eseguite col computer e ci metteremo un decimo del tempo che v'è voluto a me e Tom Newman per missare Tubular. Beh... Questo è quanto ... Fare concerti? No,· non ci penso proprio. Danilo Moroni

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