Muzak - anno III - n.08 - dicembre 1975

siasi cosa) il fatto che nella musica pop abbiano avuto più successo prima quelli che facevano degli incisi jazz, e poi direttamente siamo arrivati al jazz, e poi ancora ( attraverso delle contaminazioni se vuoi discutibili ma comunque esistenti, come il Canzoniere del Lazio) a tutto questo movimento intorno alla musica popolare, tutto questo, mi pare, vuol dire che c'è nei confronti di ciò che si ascolta un processo critico in evoluzione, almeno lo spero... Oppure il Sud, per esempio, che prima era proprio tagliato fuori, mentre ora per tutte le nuove canzoni si sta vivendo una nuova giovinezza perché sono $tate scoperte nel meridione. Adesso non voglio fare un discorso stronzo o razzista, però al sud mi è capitato, a Benevento, che non mi abbiano chiesto Contessa, ma gridavano L'Armatura. P.: Poi, per esempio, c'è Reggio Calabria la canzone Ivan Della Mea con P.P. e G.M. di Giovanna: Il, il testo è un testo politico, ma non è un testo trionfalistico. Nello studio della musica popolare l'ipotesi che porta lei avanti, anche con la reinvenzione che ha fatto con l'Antonuccio, cioè dell'esasperazione dell'inciso, le è servito come aumento di maturazione nel momento in cui crea della musica sua, ma comunque utilizzando quegli elementi che sono presenti nella tradizione popolare... G.: Tu dici che Reggio Calabria piace non solo per il fatto che racconto la manifestazione dei metalmeccanici? P.: Ma, io questo non lo so. Magari questo non è vero, magari è vero che piace solo perché racconti la manifestazione o perché la musica è bella, però è strano che quest'anno la Contessa del '68, per quello che riguarda il nostro ambito di spettacoli (dopo ci sono anche altre esperienze al di fuori di noi ) ... è stata pro17 prio Reggio Calabria, ciÒè, ovunque vai tu dici la terza battuta della canzone, che poi non è una canzone ma una specie di ballata e c'è immediatamente un riconoscimento ed un'adesione proprio completo. Anche li è difficile stabilire quanto conta il fatto del testo, però è vero che finalmente è importante trovare un pezzo dove anche la parte musicale conta, non è soltanto accompagnamento di parole. M.: Come l'hai fatta questa parte musicale? G.: Dunque, Reggio Calabria ... Beh! Ci ho messo più di un anno a farla, perché prima non la potevo fare. Sono le solite tante parole, senza rime perché non ho messo rime, però ho messo cadenza. Nella musica popolare non c'è il metronomo, c'è però una cadenza, che io credevo sempre che la Daffini fosse stonata, perché faceva questi larghi intervalli assolutamente a cazzo, cioè, non si capiva perché aspettava tanto. Aspettava e poi riattaccava. lo pensavo alla caramella (che lei si tiene sempre una caramella fra due denti) e pensavo « Beh! Succhia un po' », invece poi ho scoperto un fatto che fanno tutti, questi cantori popolari, contadini: aspettano, non si sa quanto, però poi analizzando strofa dopo strofa ti accorgi che è regolare il loro modo di aspettare. Aspettano 3 poi aspettano 7; poi di nuovo 3, poi 7; poi 3 poi 7, allora non è un caso, è proprio un fatto di ritmi e di cadenze interne. Allora l'ho buttato sulla cadenza invece che sulla rima, che le sillabe sono quelle che ti danno il ritmo. Allora ho fatto: sillabico ma non rimato, cadenzato. Poi l'ho fatto lungo, perché racconta, e quindi non ha ritornelli, non ha niente. Volevo farci il solito ritornello ma poi non c'entrava musicalmente. Poi pensavo allo svolo, che è questa cosa che mi sono inventata io, ed anche tutta la metodica che lo circonda me la sono inventata, però quello che è vero è che i contadini svolano. Non lo chiamano « svolare » però improvvi.sano continuamente su delle cose fisse. Allora ho pensato « facciamo uno svolo con la voce, andiamo sù, poi torniamo giù, poi sù, poi giù, facendo· proprio una cosa di tipo cantastorie, però con questo viene la noia. Come si fa che in questo modo uno si annoia a sentire sempre le stesse cose? Allora, con la tecnica, ho risolto il problema della noia facendo degli accordi diversi. In certe parti, poi, degli accordi, in certe altre non accordi, cioè, con una melodia che non rientrava nell'accordo. Allora, quello dà quel senso di malessere passeggero che viene poi calmato dal fatto che poi arriva l'accordo e allora forse questo dà un senso di attesa, per cui stanno a sentire tutto il pezzo e piace, senza accordi e senza niente, senza ritornelli, perché se uno ti vuole ricantare Reggio Calabria non può, questa è la cosa strana, però piace, effettivamente. Poi in mezzo ci sta un inciso, non tanto tonale, una scalata, e poi ritorno come prima; poi rifaccio la scalata, anche questi non regolari, però. Dopo un po' rifaccio la scalata e poi rifaccio invece la parte normale. Come fatto musicale, proprio come aria, cambio, cambio moltissimo, perché è sempre il solito anagramma, cioè, quelle note a disposizione te le giri. Infatti Checco, mio figlio, che la canta con me, cambiava sempre, andava sopra, sotto, anche lui, faceva un po' di tutto. E' proprio la forma di una cosa contadina con un supporto tecnico classiço, per non annoiarsi troppo, perché le cose contadine sono mortali! ..

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