voglia ad aspettare che le cantino tutti! Non è proprio possibile! E non è un caso che, sempre per citare Contessa, questo tipo di canzoni nascano in un momento in cui c'è questa forza, il bisogno e la forza di fare le che insieme. E non è un caso quindi che sono tutte canzoni che sono cantabili in marcia, camminando, in situazioni di massa, in certe dimensioni... adesso nessuno scrive più Contessa, e secondo me non è un caso, è che non ci si riesce più, non è proprio più possibile... A me, per esempio, non basta più fare delle cose con la chitarra ... Purtroppo non ho gli strumenti né culturali né di altro genere per farla in altro modo. Dovrei andare a voce libera, inventare le melodie e poi... infatti le mie ultime cose sono proprio un tentativo di fare tutto questo, nevroticamente ... G.: Per esempio adesso Paolo si fissa su un accordo e con la voce fa quello che gli pare: già diventano melodie aperte. Poi comincia a essere sollecitato da certe sillabe, e fa tutta una cosa sillabica. E mi pare che adesso, dal Cavallo di Troia, questa cosa che Paolo faceva anche prima sia divenuta più cosciente... E facendo il canto sillabico ( anche se la chitarra continua a fare tonicadominante ) la melodia può diventare di tutto: certo, c'è bisogno del registratore, il registratore diventa importante perché la cosa difficile è ricordarsele. Ma mi sembra che cosl la limitatezza della ch,itarra diventa quasi un aspetto positivo, gli dà maggior apertura. Perché se si imbarca in altri strumenti deve studiare 5-6 anni e poi riparlare di fare musica, mentre cosl è possibilissimo superare l'armonia tradizionale, il canto accompagnato... la sua musica diventa quasi contrappuntistica, non più melodia armonizzata... In questo senso io credo sia tremendo l'uso della chitarra: la retroguardia musicale in mezzo alle avanguardie politiche è tutta colpa della chitarra, perché imparano la musica attraverso la chitarra, la chitarra la si insegna attraverso gli accordi e tu impari a fare una melodia con accordi! P.: La chitarra però è uno strumento di massa, quindi c'è una contr;iddizione in questo. Adesso non c'è un ragazzo di 15 anni che non sappia fare 4-5 accordi... G.: Certo Paolo, è importante perché si riconoscono, è importante come lingua. P.: Ma voglio dire il problema è che può darsi che sia uno strumento di retroguardia, però è importante il fatto che tutti suonino la chitarra. Non credo che la chitarra sia di per sé una stronzata, uno strumento facile... perché 1a chitarra la puoi suonare anche in modo particolare, senza accordi. Per esempio Paolo Ciarchi ha cominciato a conoscere la musica attraverso la chitarra Paolo Pletrangall 16 ma l'uso che oggi fa lui della chitarra è molto diverso dall'uso consueto e banale... M.: Certo però che può essere diseducativo imparare la musica attraverso gli accordi, con la chitarra, e cioè nella sua forma storica particolare che è l'armonia tonale. P.: Si, ma io penso che con tanta gente che suona la chitarra, con il fatto che è ormai uno strumento di massa, c'è più possibilità che esca fuori qualcuno che invece fa un altro uso dello strumento e poi magari passa ad altri strumenti e cosl via. G.: Ha un doppio aspetto: è di retroguardia per come imposta la musica è d'avanguardia come strumento educativo, come fatto di educazione ... P.: Fra l'altro l'educazione non è affatto assolta dalle strutture sociali. Sl, mettono anche gli insegnanti di musica nelle scuole, ma bisognerebbe vederli! Invece credo che proprio la chitarra aiuta la gente a scoprire la musica e alla fine in qualche modo qualcosa ne viene. Per questo è un fatto positivo, perché garantisce un minimo di ascolto, un minimo di ascolto critico. Adesso magari in un palazzetto dello sport su 20.000 persone ce ne saranno 500 ai quali poter fare un certo discorso, però dieci anni fa non c'erano nemmeno quei 500 ... M.: Tu pensi cioè che il pubblico abbia un atteggiamento diverso, più critico, anche rispetto ai contenuti musicali? ... P.: Guarda, proprio non ricordo se a Licola o alla Festa dell'Unità di Firenze, parlavo con un compagno che diceva che il pubblico ha fatto e fa continuamente dei passi avanti. Cioè anche l'abbandono non so quanto definitivo della musica pop (o comunque il fatto che anche nella musica pop sia entrato un elemento critico e non di accettazione passiva di qualGiovanna Marini
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