Musicae politica Unamarciaperbanda rmata Se un musicista è politicizzato o no è facile capirlo: si guarda come vive, che cosa vota, quanti soldi chiede per esibirsi. Ma come si fa a capire quando la musica è politica? Quando tutti la possono cantare o riprodurre o quando parla di rivoluzione? Muzak lo ha chiesto a Giovanna Marini, cantante e musicista folk, e a Paolo Pietrangeli autore della famosissima e cantatissima« contessa». Muzak: Nel corso dell'estate passata, e penso sempre più in futuro, il pubblico ha assunto un atteggiamento più critico verso il pop. E, se da una parte ha « scoperto » il jazz, dall'altro sembra aver bisogno anche di una canzone politica, di una musica politica rinnovata. Di una musica, cioè, che non sia né l'elenco dei morti o il bollettino delle lotte, né uno sperimentalismo astratto. Paolo: Ma, a me è capitato di fare musica politica, ma non voglio essere un punto di riferimento per nessuno... Per me, soprattutto all'inizio la validità delle canzoni era stabilita dal fatto che se leggevi il testo non ti veniva da ridere: perché tu sai che se scrivi un testo nel '7 5 devi stare attento alla rima... cioè questo tipo di cose, che anche dal punto di vista della poesia e della letteratura, sono molto indietro e quindi è facile ridere. Se tu leggi una canzone in rima, probabilmente, ti viene da ridere. 15 Ecco: allora la discriminante che mi guidava era quella di leggere i testi e di vedere se facevano ridere o no oppure se erano normali, oppure addirittura interessanti. Un'altra cosa mi sembra importante: quando io faccio canzoni politiche non mi metto a fare prima il testo per metterci poi una musica qualunque. Ho sempre cercato andando a prendere molto spesso accordi balordi, di trattare insieme le due cose: la musica e il testo ... Giovanna: E' chiaro: è l'incontro fra musica e testo che regge la canzone e la musica politica in generale... mi viene in mente una definizione: la musica politica è quella che è eseguibile o cantabile da organismi di massa. Capisci? Per esempio la musica politica è la musica per banda, se la banda sta diventando un'espressione veramente della classe operaia ... nei paesi rossi, per esempio, dove c'è la giunta di sinistra rivanno le bande... non per esempio le or- _ohestre,. perché l'orchestra rimane un'isola di reazione, perché è formata così, istruita così... Poi secondo me la musica, in sé, è indifferente, ha un'indifferenza di fondo che è sconcertante, ma smette di essere indifferente per il contesto sociale: quando le bande diventano un fatto di opposizione alle istituzioni, cioè al governo di Roma, più crescono le Regioni e più i paesi diventano un fatto di opposizione al governo di Roma, più questa musica è politica, questo nuovo modo diventa rivoluzionario. La banda, espressione musicale di un intero paese, non fa più una musica indifferente ma parlante, come Verdi. Non si può dire che la Messa da Requiem sia musica politica, però la musica di Verdi era un fatto politico, progressista, perché la gente concepiva Verdi in un certo contesto. Allora a quei tempi anche la Messa da Requiem era un fatto politico. In Italia accade poi spesso che il musicista è politicizzato, ma non la musica: è quella che si potrebbe definire la scoperta dei titoli. « La fabbrica illuminata » di Nono ha solo il titolo « illuminato » non la musica. O Liguori, che è bravo, decisamente bravo, ma non è che fa della musica politica, mette dei titoli politici a pezzi peraltro suonati molto bene. Allora questa musica diventa politica perché lui la può suonare a Licola come al Festival dell'Unità, perché la suona in modo disponibile, perché è disponibile lui e quegli altri due che si porta dietro ... P.: Certo: e c'è stato anche un momento in cui era importante fare delle cose in cui tanta gente si riconoscesse. Cioè c'è il problema delle canzoni che si diffondono. Cioè Contessa la cantavano e la cantano tutti: non mi interessa più tanto (non Io so nemmeno) se è bella o brutta, musicalmente, però le ultime cose che faccio hai ..
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