Muzak - anno III - n.08 - dicembre 1975

zata secondo rapporti di produzione ricalcati su quelli delle imprese capitalistiche » (Felix Guattari). Radio Firenze Libera, radio guelfa-laica, fa le cose in grande: 30 redattori, 17 ore giornaliere di trasmissione, 70 km.di irradiazione, si arriva comodamente a Pistoia. « Il nostro tentativo è quello di lasciare parlare i fatti, se ci riesce, ma è molto difficile », ci dice il direttore. « La nostra politica è mandare tutto in direta, però non è sempre possibile», ribadisce il direttore. « E' la maschera il vero soggetto della ripetizione », asserisce Deleuze. « Che tipo di informqzioni cerchiamo di dare? al servizio del pubblico! Quindi se c'è bisogno di latte materno, di sangue, un ingorgo stradale, oppure notizie flash... qui si cerca di cogliere la realtà locale in tutti i suoi aspetti ». C'era da ridere, dopo lo sgomento, e si rise. E come Radio Firenze Libera decine di altre radio in Italia. Il livello musicale può esprimere tutto: da Baglioni a Drupi passando per Cocciante. Poi un giorno siamo passati per Roma: inciampati in Radio Antenna Musica; il simpatico disc-joke: « Qual è l'animale che vola più alto? ... L'uccello dell'astronauta! ». Audio libera? cafonismi carducciani. Ah... finalmente! E tutti si ritrovarono dentro una comoda scarpa a Firenze per il primo convegno nazionale di comunicazione via radio organizzato dalla Facoltà di Magistero e dal Centro Audiovisivi provinciale. « E' risultata chiara dal dibattito la presenza di due tendenze contrapposte: una per l'uso democratico dei mezzi di comunicazione, l'altra ancora ispirata a una logica di conservazione e di mantenimento dei privilegi. .. Per battere l'uso che viene fatto dal monopolio Rai Tv dalla classe al potere, per sconfiggere tentativi di mantenimento del dominio reazionario sulle istituzioni, occorre affrontare il problema della comunicazione come servizio essenziale e di pubblica utilità a disposizione delle classi lavoratrici che sono sempre state escluse dalla gestione del mezzo. L'assemblea riconosce quindi la positività di tutte quelle iniziative che utilizzando sia lo strumento radio che ogni altro canale di informazione avviano a un lavoro con le classi emarginate dalla gestione dei mezzi di comunicazione per evidenziare e socializzare il loro patrimonio politico e culturale, le esperienze, i bisogni materiali, le aspirazioni. Sono iniziative strutturalmente antagoniste all'uso autoritario centralizzato della Rai Tv condotte nell'ambito delle esperienze di lotta del movimento di massa e capaci di liberare e aggregare forze ed energie presenti nel ·paese come premessa per una reale possibilità di accesso generalizzato a tutti i mezzi di comunicazione, dalla radio, alla televisione, alla stampa, fino alle fonti di informazione. E' a questi fini che l'assemblea propone partendo dall'occasione odierna la istituzione di un comitato per il diritto di comunicazione quale punto di riferimento per tutti coloro, quindi non solo per i presenti, che si riconoscono in questa piattaforma « ( Cit. dal documento finale del convegno di Firenze). La piattaforma si spiega da sola, nella sua genericità, nel suo linguaggio stanco e monotono. Gli atti del convegno verranno pubblicati presto da Feltrinelli. Il comitato ha assunto il nome definitivo di Comitato per la libertà di • comunicazione e chi volesse mettersi in contatto deve scrivere a Pio Baldelli presso la Facoltà di Magistero, via del Parrione 7, o presso la Casa della cultura, via Guidoni 1, a Firenze. Dal convegno è uscita la proposta della formazione di un con13 sorzio (ci sarà una prima riunione verso metà di dicembre) che dovrebbe assumersi il compito di: 1) funzionare come strumento di coordinamento politico; 2) garantire l'assistenza legale; 3) dare una regolamentazione omogenea alla pubblicità; 4) garantire la circolazione e lo scambio dei programmi registrati dalle singole emittenti; 5) organizzare la produzione di programmi di interesse generale anche in collaborazione di organismi esterni, per la diminuzione dei costi di gestione e per l'incremento qualitativo delle trasmissioni; 6) informazione e assistenza tecnica; 7) definire un rapporto tra le emittenti aderenti al consorzio e la Siae. Tutto buono, tutto utile, però poco: quel che manca è una indicazione politica per un lavoro veramente omogeneo che non sia solo sulla difesa dagli orchi, ma anche sull'attacco alle specifiche situazioni; ovviamente una questione di guerra per bande, non abbiamo fiducia negli spazi istituzionali. Non ci si può accontentare della soddisfazione di bisogni di comunicazione, proponiamo, e ci pare quasi scontato, una affermazione di desideri che soli possono individuare un uso diverso fino in fondo del mezzo: l'uccello dorato non canterà sempre la stessa canzone. ...E noi andremo a piedi nudi « Allora, cosa può essere politicamente determinante nel cinema? (ma il discorso vale allo stesso modo per teatro, grafica, radio, ecc.). Non le parole e le idee, ma tutta una serie di messaggi a-significanti che sfuggono alle semiologie dominanti: immagini, rumori, ritmi, insieme di movimenti che formano il desiderio indipendentemente dai valori d'ordine del potere e che dispongono il mondo su nuove linee creatrici ». (Felix Guattary) Paolo Ricci e Luciano Arricchite di un trasmettitore il vostro impianto stereoNon è difficile ed è l'unica libertà di informazione che realmente ci interessa. Ecco un preventivo: Trasmettitore: basta avere un amico che ne sappia un po' di elettronica, oppure preventivate 20.000 in più per pagare un buon tecnico. Per acquistare il materiale necessario per un trasmettitore di 3 o 5 watt di potenza bastano dalle 10 alle 40.000 lire. Se siete in grado di costruirvela da soli potete trovare schemi adatti sia in Fm che in Am in qualunque biblioteca un po' fornica. Antenna: potete utilizzare una antenna da radioamatore (15.000) e adattarla al trasmettitore (è sufficiente tagliarla alla lunghezza giusta), oppure costruirvela: prendete un piano di ottone o di alluminio, fateci un buco e infilateci uno stilo della lunghezza di 75 cm., isolacelo bene rispetto alla piastra ed attaccateci il vostro cavo, avete già la vostra antenna direzionale, si traccerà di darle una regolata rispetto al trasmettitore. Cavo: Dovrebbe essere il più breve possibile per evitare dispersione di potenza, usate cavo RG8 per un trasmeccicore con impedenza 50.0., RG 11 per un trasmettitore con impedenza 75n. La spesa dell'intero impianto va dalle 50 alle 100 mila, e, se ben costruito, vi darà delle sorprese per quel che riguarda la portata, specie se avete scelto la Am invece che l'Fm. Non è neppure un impianto molto ingombrante e per farlo funzionare basca una spina di corrente ed un posto un po' elevato per mettere l'antenna; basta accettare il fatto che il vostro pubblico potenziale è la popolazione di un quartiere e non quello di una grossa città, basca rinunciare all'alta fedeltà,• canto quasi tutti quelli che vi ascoltano possiedono radioline a transistor e non si accorgeranno mai della differenza. E un impianto come questo potete anche portarvelo a scuola una mattina che è occupata facendo una bellissima figura con gli amici, oppure potreste occupare una casa e farci. un centro giovanile, posto nel quale il vostro trasmettitore vi darebbe lustro e prestigio. Per evitare problemi legali vi consigliamo solo di denunciare il possesso della radio in questura (il modulo in Stereoplay n. 27) poi, quando saprete che nel vostro quartiere di trasmettitori ce n'è già un centinaio non avrete più bisogno di preoccuparvi. Che 100.000 antenne fioriscano!

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