Radiolibere Checento antenne fioriscano Le radio llbere stanno spuntando in tutta Italia come funghi. Nuovi spazi dl comunicazione e informazione? Riproduzione pedisseque delle fette di potere esistenti? Da monopolio e oligopolio o a libertà d'informazione? Su questi quesiti lntervenaono due compagni dell'ex collettivo di Radio Alice di Bologna con una Inchiesta deliberatamente polemica. Una prima voce, diversa da quella del collettivo redazionale di Muzak, a c:ul faranno seguito non solo fleblll risposte di eco, ma nuove e non meno poi iche ri- • oste. Primi passi \.. La situazione è ancora f~ida, ma alcuni caratteri fondamentali vengono a delinearsi con una ce ta chiarezza. Nulla di definitivo comunque: un abbozzo di analisi sulla situazione più per in effetti si fa un po' di storia, è stata stabilita questa frequenza ad una cena e ci era presente anche il signor Bonozzi, lui può confermare. 'Dove ci mettiamo?' - 'Ci mettiamo qui! ' - 'Perch? ' e io dissi: ' Il perché lo so io, adesso poi ve lo dirò. Va bene? ' - 'Va bene! '. E pof venne fuori il Sabelli e mi chiese: 'Ma perché 102? ' - 'Pe ché 102 è un po' più su del 101 e un po' più giù del 103 ' che potevo dire? Rerché fino a 100 c'erano i programmi Rai e io mi sono sempre guardato bene a andare dentro i canali Rai, perché io ho detto: ' Quella è una tua parte che hai e io le la lascio. E' tanta, non fai un tubo, fai un tubo, fai t e programmi, ma io sto in quella ~etta dove tu non ci sei, cosl non ti pesto, faccio il mio discorso, per la mta città '. Ecco questo è l'importante, cosi è nata la Fm ». (R~strazione effettuata e riprodotta fedelmente, a Firenze il 14 novembre al convegno nazionale « Espe rienze di comunicazione via radio in Italia », chi parl è un certo Toni di Radio Parma). aprire una discussione che . , per fornire indicazioni. El nostr a tenne una pagina ancora da scrivf!'"' 1J75; anno. di ra io re o per lo meno da colorare (più Q m~n , comunque e l'intervento·· sia teorico "'-&frattura~el-.i onopolio deLche pratico 6 è)apert fVeta la 'ca unica2i1:>nein Italia. mente a tutt' ·Una emitten e r.A unto la ~. emitteqti pùò costare a~ohe J;Denodi • 0e~ 1af1Jle_ttono ~el r~ggio 100.0 O lire 1 camP9 è va- CU: ?0/ 40 ~1fo1?letn,!r~g,iolo- • tissimo, Ja figura. litica , )IYI, « ah, .. fmalmrri'te ~ è onnirappresentativa; due scarpa gm a! 1 Pare. un spazi in un prima divisio- po',,.JIDa corsa all Eldorato. ne non di comodo ma-effet- Non•tutti trovano pepite, ·ma t'va: il prato dentro il mo- se son rose fioriran 0. 1- er padroni si fanno pubblicità, si creano ulteriori strumenti di potere e di determinazione ideologica. I partiti non dicono molto. Solo il Pci, senza troppo chiasso e fervore, richiama a una prudenziale calma istituzionale, propone il solito decentramento, ma non è indenne da contraddizioni interne che emergono per esempio dal documento dell'Flm di Torino, dalle posizioni di certa parte della sinistra: a Perugia, per esempio, si parla di una emittente regionale direttamente gestita dal partito. I socialisti, invece, sono più « sodal emocratici » e « liberali », con punte « radicali »: del resto anche Adorno non aveva capito niente. Che dire del movimento e dei suoi gruppi? In Cina ci sono 5.000 radio locali, negli Usa appena 3.299, in Italia si parla di 100 emittenti in funzione. I giorni della lotta Giudecca, giornale parlato registrato durante la manifestazione del 5 gennaio 1969 (dal disco di Gualtiero rtelli I giorni della lotta, dischi çlel sole ) . « .. e il doposcuola s'è un sto dove ce se erganizza •/ dove ce se oiganizza la I tta qe tutti • quanti t giudechi • il dopo- ' I " "I.-..-.. scuo a s e v s ro t, e 11,aoposc ola s'è uri tluritedo ch'è da usarvi tu i ijuanti / per parlar tra vo· altri / perché la radio no parla / no parla del bloco dei afitti / e la radio no parla dei casermò / e ~ radio no parla del'acua alt / dele fogne che se spact / de riscaldamento cl:~eno ghe s'è / dei salatj da fame / della nocività in abrica / no parla ~imento, la palud~ (._dolci e ora è ·un fattd di pionieri flessq,os canne, sabbie 0 . entusiasmo, passioni diverse. • bili rat-ti SP@ventosi) fuori Il fenomeno va allargandosiella situasiòn dela nostra isola / e ora noi altri averno da inventarse una radio nostra / gh'avemo da far un giornal nostro / gh'avemo da far dei <libatiti nostri / e il doposcuola s'è un momento d'organisasiòn / s'è il giornal del popolo / s'è il dibattito del popolo / s'è la radio del popolo / perché la radio no parla... ». ~ , . . dal movimento:". vistosamente, ogn QO s1crea le su mu~aglie-cinesi e le Fm ~ .; sue alleanze. Non esisJe una Benozzl Sabe1It ic;gis1azione e pare che non « Si scelta l'Fm perché ' ci sarà ancora per molto temil sistem_""pieùconomico, an- . Tutto sommato questa che se il peggiore, che esi- "mprovv·sapossibilità di fi. ste. E S,Jlpeteov'è stata scel- beralizzazione dell'informata? B' stata tabilita, e un zione adiofonica fa comodo go' di storia fa bene perché pi cere a tutti. I signori 7 Sotto I test Il manifesto di Rodio Alleo di Bologna f 10 ... Il effetti il giornale parlato delle lotte del '68/69 contiene già in sé l'idea della radio libera di movimento. Nasce direttamente da un bisogno di comunicazione, necessità di diffusione e di collegamento. Ma questo bisogno è ancora poco. E' nel '73 che comincia a porsi concretamente il problema e la possibilità di un uso operaio,, del mezzo. Nella zona indu;J striale di Caselle ( quartiere operaio di Torino) già da tre anni, parallelamente alla nascita dei corsi delle 150 ore, si propone il tema dell'informazione come momento fondamentale delle lotte operaie. Dall'intervento di adio Torino Democratica, emittente che fa capo all'Flm, al convegno di Firenze: « A Torino, quando si parla di monopolio, non si parla di Ra1, ma cfe1la Fiat, che non controlla solo la Juventus, ma anche la Stampa, unico giornale letto a Torino. La Fiat rappresenta anche un piano di ristrutturazione del terriDalla comunicazione di massa alla cultura popolare l pubblico che asc~lta è quello che non leg~, che si informa accendendo la radio al matbino presto, mentre si veste per andare in fabbrica, mentre sfaccenda per la casa o prepara il ranzo, quando torna dal lavoro alla sera, ttoppo stanco per decifrare le pagine di un giornale. A questo pubblico, che è quello radiofonico e televisivo tradizionale, vittima desigpat del pluralismo stanti<i, della disinformazione, dellà,._continuamistificazione culturale dei mass-meclia, si rivolge il collettivo (una decina fra intellett ali e giornalisti democratici milanesi) di Radio popolare, per ora con il fischio con cui hanno occu ato la lunghezza d'onda 91,800 MHz sulla modulazione di frequenza, fra P9, . .
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