~~1 }, ~ =- 'f/,,,. .........ili) ~
al dal al dal al dal al dal al 2°ReferenduMuzak 200Muzakpremi 10 estratto un favoloso impianto hi-fi giradischi Lenco L 65 amplificatore Revac serie Classic 70 casse acustiche ESB 70 L 20 una piastra di registrazione stereo 40 a cassette della Akay mod. Cs 30 d 50 un giradischi della Akay modello Ap/001 ' 50 una discografia completa dei Pink ~ Floyd 70 30° una cuffia della Superex mod. 930 un disco a 33 giri della produzione Emi (sarà pubblicato il mese pros- 1300 simo_ l'elenco dei dischi fra cui scegliere) 31° dal 131° una cassetta della TDK al cromo 200 di 60 minuti D·~&\TDK 3 Muzakconcorso Come si vince E' un concorso: vince chi ha più fortuna, è controllato dal ministero delle finanze per cui non possiamo fare vincere chi ci pare. Come si partecipa Rispondete come volete ma sinceramente. Le schede debbono pervenirci entro e non oltre il 10-3-76. Tagliate questa pagina, compilatela in ogni parte e inviatela a: REFERENDUMUZAK Via VaJenziani 5 -00198 Roma. La ,agina deve essere quella del giornale, non sono ammesse f utocupie o copie.
e Compri Muzak: ---------- tutti mesi O saltuariamente O • Perch~ lo compri:-------------------------------------------- e Leggi prima: (o con maggior diletto)la musica, l'editoriale (contrappunti ai fatti), Planet Waves, lo speciale scuola, le interviste, il cinema & libri, la parte dedicata all'hi-fi, la critica discografica. e Hai proposte o critiche da fare? e Quanti soldi hai a disposizione mensilmente per i tuoi vizi, le tue passioni, i tuoi minuti piaceri, i tuoi consumi prediletti? nieno di 10 mila lire O dalle 10 alle 20 mila □ dalle 20 alle 40 O più di 40 mila lire. e Come li spendi? (cinema, bar, dischi, libri, riviste, li metti da parte per acquistare o acquisti moto, apparecchi stereo, registratori...). e Quanto spendi mensilmente per la musica? niente O metà o una parte più piccola O tutto quello che hai O più di quello che hai... e Ti irrita la pubblicità? Si O No □. e Che cosa ti irrita di più? e 'vorresti che 10 Muzak ci fosse: a) Qualche pubblicità particolare O b) nessuna pubblicità O c) una pubblicità fatta in modo diverso? e In che modo faresti pubblicità a un tuo ipotetico prodotto? Tante informazioni, più sincerità, meno retorica, meno idealizzazione del consumatore giovane...). e Secondo te perché tutti giornali hanno almeno un po' di pubblicità? e Questo ~ un assaggio di questionario, perché voi incominciate a rispondere.quindi a gareggiare e di conseguenza a vincere. Sul numero di gennaio e su quello di febbraio appariranno altri due questionari, analoghi nella prima parte, più ampi nella seconda e nella terza, con, in aggiunta, una quarta su argomenti di interesse generale (la violenza, la politica, la religione, la musica). A voi servirà per far pesare le vostre opinioni sulla conduzione della rivista (oltre che per tirare il colpo a beccarvi il giradischi e il resto). A noi servirà per modificarci, migliorare, continuare a scrivere senza avere davanti il fantasma del pubblico sconosciuto, ma un'immagine il più possibile precisa della sua composizione. Ci servirà come inchiesta, come guida, come collaborazione. Più questionari invierete e più volte sarete presenti nell'urna dell'estrazione, tutti i questionari che arriveranno a Muzak infatti ~aranno utilizzatL Partecipate e ricordate: rispondendo a tutte e tre le puntate del questionario avrete non una ma tre possibilità di vincere e di contare. NOME COGNOME----------------- VIA C.A.P. CITTA' 4 e Età: meno di )6 anni O dai 16 ai 20 anni O più di 20 anni. e Professione: studente O studente lavoratore O lavoratore O altro (specificare). e Professione del padre: operaio O impiegato O dirigente (o I imprenditore o commerciante o insegnante O libero professionista O disoccupato (o industriale) O. -----'---X
Collettivo redazionale - Via Valenzlanl, 5 - 00198 Roma - Tel. 49563433648. Glalme Plntor (direttore), ·Lidia Rovere (vice direttore). Carlo Rocco (capo redattore). Danilo Moronl (capo servizi musica), Diana Sentosuosso, Maurizio Salata, Marcello Sarno, Collettivo di via Anfossl di MIiano, Fernanda Plvano. Roberto SIivestri, Renzo Ceschl. Antonio Belmonte, Gino Castaldo, Sandro Portelli, Mauro Radice. Danlel Calmi, Gianfranco Binari, Agnese De Donato. Coordinazione editoriale: Lydla Tarantini. Copertina di Ettore Vitale Referendumuzak Contrappunti ai fatti • L'aborto Le radio libere Droga • Dibattito a Milano Musica e politica Interviste possibili • De Gregorl Robert Wyatt Intervista • Angelo Branduardl Weather Report Intervista • Mike Oldfield Il •• Hanno collaborato: Corrado Sannuccl, Goffredo Foti, Mario Schifano, Simone Dessi. Roberto Renzl, Marco Danl, Nino Vento, Bruno Mariani, Jacques Bor• relll. Foto di: Agnese De Donato p. 9-31-34-35-56. Luciano Morlnelli p. 10-13. Fabio De Angells p. 14-16. Tano D'Amico p. 29-30-37-38-51. Carlo Rocco p. 36-39-62. Andrea Puccini p. 46. In copertina Giovanna Marini e Paolo Pletrangell Speciale scuola • Gli studenti parlano di sesso Edizioni: Publlsuono - Via A. Valen, zlanl, 5 00184 Roma • Tel. 4956343· 3648 - Amministrazione: Patrizia Ottavlanl - Pubblicità lydla Tarantini - Segretarla adltorlala: Elvira Sallola - Direttore responsabile: Luciana Pensu11 - Abbonamenti (12 numeri) lire 5.500 ccp n. 1ft55012 Intestato a: Publlsuono - Via Valenzlanl, 5 • Roma. Un numero Lire 500, arretrato Lire 800. Diffusione: Parrlnl & C. • Piazza Indi• pendenza, 11/b • Roma • Tel. 4992. linotipia: Velox • Via Tiburtina, 196 • Roma - Fotolito e montaggi: Cfc • Via degli Ausoni, 7 • Roma - Stampa: Set • Roma. 3 Glaime Pintor 9 Giaime Pintor 10 Lidia Ravera 14 15 Gino Castaldo 19 Mauro Radice 20 Maurizio Baiata 22 Bruno Mariani 23 Danilo Moronl 26 29 Speciale scuola • Analisi dei progetti di legge iiulla riforma della scuola 36 Speciale scuola • Spazio aperto 39 Storia jazz • John Coltrane Gino Castaldo 41 Recensioni e schede 44 L'opinione di Goffredo Fofi • Mean Street 51 Recensioni • Cinema, Libri, Riviste 52 Antifemminismo Agnese De Donato 56 Fumetti Simone Dessl 57 Compra vendi & Informa 59 Hi-Fi Daniel Caimi • 61 Planet Waves 62 5 Muzak non accetta pubblicità redazionale. Gli articoli, le recensioni, le Immagini e la foto di copertina sono pubblicate a unico e Indipendente giudizio del collettivo redazionale. Registrazione Tribunale di Roma numero 15158 del 26-7-1973. Avviso fondamentale: Abbiamo cambia· to sede, Il nostro nuovo Indirizzo à Via Valenzlanl. 5 • Roma. Potete telefonerei al 49.56.343 oppure 49.53.648. Per me si va... A un anno a mezzo di distanza riprendiamo l'Iniziativa del .. referendumuzak• n. 2: per sapere cosa pensate del giornale a par farvi vincere premi enormi e tanti. Rispondete con sincerità, le adulazioni, bene accette, Infatti non garantiscono le vincita (controllata da finanzieri). Sappiamo benissimo, del resto, chi vi sarà difficilissimo non adularci, anche se, come à costume di lettorl smaliziati, qualcosa per poterci Insultare lo troverete di sicuro: fate pure, non cl offendiamo. Male che va, sconfitti, lasceremo Il glornallsmo scritto e cl daremo a quello orale, creando la mllleuneslma radio libera: sono già centinai• e continuano a nascere e morire come funghi. Sulla questione abbiamo un'lntervento (un po' provocetorlo) di due compagni dell'ex collettivo di Radio Alice di Bologna. Inchieste, Interviste, dibattiti, stanno del resto (ve ne sarete accorti) sostituendo rapidamente e sempre di più I vecchi saggi e saggettl. Cosl sul problema attualissimo della musica politica abbiamo preferito ascoltare due personaggi di prima linea: Giovanna Marini e Paolo Pletrangell, dalla musica per banda alla musica contadina, da Verdi a Contessa, un seguito stimolante e volutamente • aperto • al dibattito sulla musica. Cosl come, sempre rimanendo nel nostro ruolo • storico • di megafono delle esigenze e del pareri Interni al • movimento •, continuiamo l'Inchiesta-sesso facendo parlare I giovani e analizzando, assieme a un esperto alcuni dati dell 'lnchlesta del numero 7. Dibattere, Inchiestare, Informare: cosl cambiano faccia anche le recensioni di film, libri e rivista, più brevi, più numerose, più Informative: come quelle del dischi, Insomma, tanto per non continuare a 1eparare troppo la musica dalla cultura e dalle altre cose. In preparazione di grandi Iniziative per l'anno venturo, che si apre sulla vostra lettura di Muzak 8 e In fremente attesa di Muzak 9, fatevi un buon Natale (che non si capisce perché debba essere più o meno buono degli altri giorni dell'inno) o buona lettura.
Posta Caro Muzak, sono un compagno operaio di Lotta continua che per la prima volta (a livello di curiosità) ha comprato Muzak vorrei chiederti alcune cose. A pag. 62 del n. 6 sull'articolo della droga alla fine scrivi (che chiunque sia interessato Stampa Alternativa mette a disposizione dei ciclostilati volantini e testimonianze) rispetto al problema della droga a proposito di questo io sento una esigenza di interessarmi di questi problemi che ti elenco: 1) dibattito sul Politico è Personale; 2) il femminismo; 3) l'omosessualità; 4) problema dei giovani e della droga. Forse sono stato un po' schematico comunque questi sono i problemi su cui io vorrei interessarmi (ma non perché va di moda ma perché secondo me sono reali problemi del movimento). Tanto per farti un esempio nel mio reparto (lavoro all'Enel) ci sono dei pirloni ex bru bru (catanga dell'MS) che rispetto al problema della droga e degli omosessuali sono a un livello che io giudico schifoso tipo (i barboni drogati vanno sprangati insieme a quei culatoni del Fuori) c'è un cazzo da ridere hanno tutto l'appoggio degli operai. Non è che mi stupisce che gli operai abbiano certe posizioni ma porco dio questi compagni se vuoi cresciuti nel 68 no!!! bisogna stroncarli e l'unica maniera secondo me è quella di fare chiarezza spiegare i perché dei perché sapere che differenza passa tra il fumo e l'acido a livello medico anche perché se tu riesci a farti capire essere chiaro solo in questa maniera sarai tu il punto di riferimento degli operai su tutto. Rispetto al femminismo il sesso e il politico è personale stessa menata solo che mi trovo coinvolto anch'io e questa volta chi è dalla parte della ragione è Pucci {la mia compagna) e penso che anche qua avrei un casino da imparare (imparare nel senso di crescere collettivamente). Non è che all'interno di Lotta continua non vi sia dibattito (anzi) però vorrei un confronto vorrei leggere documenti e testimonianze di altri compagni e solo voi potete darmi qualche indicazione in riguardo. Rispetto al materiale che potete procurarmi scrivetemi le modalità di pagamento (cosl saprò rego- !armi visto che ho dei grossi problemi finanziari) visto che a Pucci vorrei regalargli per il suo compleanno (30 clic.) l'abbonamento a Muzak. Ciao. Fabio Caro Muzak, ho scoperto la vostra rivista da una decina di mesi (forse meno) e mi sono accorto con stupore di avere fi. nalmente trovato un giornale che fa al caso mio. Non fatevi illusioni, non voglio farvi complimenti (non ne sono capace), ne tanto meno pubblicità, ma solo esporre i miei pensieri e il modo in cui la penso sui problemi (che sono tanti) dei giorni nostri. Ho letto su « Muzak 7 » la vostra inchiesta, nelle scuole, sul problema sesso: queste le mie conclusioni: 1) I miei coetanei/ce sono dei gran ballisti, se non tutti, in buon numero, in quanto quando di sesso si parla pubblicamente sono quasi tutti d'accordo che andrebbe liberalizzato, senza vergognarsene di parlarne in pubblico, però ci scommetto che in famiglia « tabù »; 2) Molti ragazzi si adattano a fare l'amore quando e come vuole la ragazza, le quali vogliono che vengano riconosciuti i diritti della donna, però quando vanno assieme al ragazzo si vogliono far credere le santerelline « verginelle che non sono mai ». Con questo non credete che io voglia tutte le ragazze siano vergini, anzi, tutt'altro. Leggendo queste righe voi mi direte che sono uno sbruffone, invece non è cosl, sono uno che la dice come la pensa senza tanti peli sulla lingua. Anche se mi stimo abbastanza giovane (ho 17 anni) ho avuto qualche esperienza amorosa, se mi permettete di chiamarla cosl. Tutte le ragazze che ho conosciuto (poche, non sono un chiayone) e con le quali cercavo di intavolare un discorso sul sesso mi rispondevano praticamente con le stesse parole che qui vi riporto: Voi maschi siete tutti uguali, cercate di intavolare questi discorsi (liberazione della donna, sesso) perché cosl noi pensiamo di aver trovato qualcuno diverso dai soliti· «stalloni» e poi quando ve l'abbiamo data, sparite. Circa un mese fa ho conosciuto una ragazza con la quale mi sono trovato subito bene in quanto abbiamo suppergiù le stesse idee. Nessuno dei due crede nell'amore e tanto meno nella gelosia. 6 Sebbene ci vediamo tutte le domeniche abbiamo deciso di comune accordo che ognuno percorra la sua strada, se poi le strade si incontreranno è un altro paio di maniche. Da quando ci siamo conosciuti abbiamo fatto l'amore un paio di volte, ma non abbiamo inteso l'atto su un piano puramente sessuale, ma come qualcosa che serve per completare un atto d'amore (anche se nessuno dei due ci crediamo) e ci siamo voluti mostrare a noi stessi un qualche cosa che in fondo va soddisfatto e non fare come molte coppie che si eccitano e poi non concludono niente e rimangono entrambi insoddisfatti. Vi chiedo scusa se vi ho rotto le scatole ma dopo la lettura dell'inchiesta su Muzak 7 non ho potuto tacere su tutte le falsità (secondo il mio parere) che sono emerse. Anche se non pubblicate la mia lettera sarei contento di ricevere una vostra opinione sulla mia lettera. Vorrei solo un piacere. Se potete pubblicare il mio indirizzo in modo che ragazzi e ragazze mi scrivano le loro opinioni. Roberto Benedet Via Borghi, 3 29100 Piacenza Se qualcuno mi scriverà sarà sicuro di avere una risposta. >.. ~/-\ ~-,._. !I ~· li ;• .}. ,p ·~; ·¼1 . . MD'l Cari amici di muzak, ho notato ultimamente che molti ragazzi della mia età (17 anni) si accaniscono contro questo giornale accusandolo di fare troppa politica e poca musica; ora io credo che questi giovani non hanno capito molto né della musica né della vita (e di questo potrei parlare per ore). Questi giovani secondo me farebbero bene a comperare il sedicente ciao 2001 ad ascoltare i dischi caldi e a votare per Tanassi. Dopo questa piccola polemica vorrei parlare dell'inserto apparso nell'ultimo numero « per chi suona la campanella»; vorrei che questo durasse per tutto l'anno scolastico con l'apertura di ampi dibattiti fra gli studenti su questa fabbrica di noia che è la scuola italiana. Dibattiti che però non diventino una speculazione del tipo « lettere al direttore » o « psicologia e psicanalisi » che altro non sono se non rubrichette per alienari e complessati. Sperando nell'allargarsi di questi dibattiti anche ad altri argomenti concludo con fraterni saluti. Caro Muzak, ho letto il numero 6: sempre notevole ... con un'unica pecca e però a mio avviso piuttosto grossa. Nel dettagliato articolo « Sotto la polvere, l'erba » a proposito di Licola, manca qualsiasi accenno all'intervento di Alfredo Cohen del « Fuori! » che ha presentato alcune tra le sue più belle canzoni, seguite e applaudite da migliaia di compagnÌ; se musicalmente non rappresentano una novità assoluta, tuttavia le canzoni di Alfredo Cohen nella tematica del testo apportano una luce del tutto nuova nelle azioni di lotta per la liberazione sessuale e omosessuale in particolare. Mi stupisce non poco quindi che Muzak, sempre solitamente aperto alle iniziative di controcultura del « Fuori! », le abbia « dimenticate» (uso le virgolette sperando si tratti solo di una dimenticanza tipografica!) nella cronaca del raduno di Licola. Con l'occasione ti prego di pubblicare anche quanto segue: si è formato a Torino un Gruppo di Liberazione Omosessuale, che si prefigge specificatamente un lavoro di sensibilizzazione dei mass-media, riunioni di autocoscienza, attività culturali alternative, e che dispone anche di un consultorio medico e legale. I compagni e le compagne interessati all'azione del Glo possono rivolgersi al sottoscritto. Grazie e a rileggervi presto. Francesco Merlini Corso Galileo Ferraris, 71 10128 Torino , ~,\.; ~) :;-:·f ' ' ~ lfD'f 1:1 Vorrei rispondere alJ'Anticomunista convinto del settembre 1975. Egregio anticomunista, non ho assolutamente intenzione di darti del fascista e nemmeno quella istintiva e animalesca di sputarti in faccia come dici vorresti fare tu. Leggi pure il tuo democratico ciao 2001 con le sue balJe varie e antidemocratiche. Certo parli bene tu, chi ti dà i soldini per andare al cinema o sputtanarli a ballare, la mamma? Con la paghetta settimanale? Che sudata eh? Ascolta pure Almirante mentre invita i giovani allo scontro fisico!! con la sua voglia d'un passato e una fifa boia del futuro più democratico. Che bello eh? Picchiare quelle sanguisughe degli operai e quei fannulloni degli studenti che non fanno niente!! Tu sei un povero complessato
che non sa cos'è la libertà o meglio la temi perché non sapresti cosa fare, ora invece hai chi decide per te!! Attaccati e gongolati pure a quei bei divertimenti e comodità, attenzione alla morale, che schifo pestare un castello di carta come la morale. Vestiti bene, ragliati i capelli, comprati i rayban, anche se è notte, la moto un portafoglio ben pieno senza fare un cazzo e urla che schifo questi contestatori. Un anarchico convinto Compagni, credo che l'autore della risposta a un « anticomunista convinto», del n. 5 di settembre di Muzak, sulla rubrica « Posta », non esprima le posizioni ideologiche del collettivo redazionale e della politica del giornale, ma siano solo le momentanee farneticazioni isolate e incontrollate di un compagno che evidentemente ha scritto in un momento in cui la passione del suo impegno antifascista gli ha annebbiato le possibilità di raziocinio. Vorrei rivolgermi a questo compagno per avviare una proficua discussione che investa il problema del rapporto dialettico che si debba (o no) instaurare con un anticomunista che è o potrebbe diventare fascista. Innanzitutto affermo che un marxista non dovrebbe mai rinunciare all'arma della dialettica, della discussione (purché democratica), del confronto anche oer far valere la superiorità teo;ica e il rigore logico del marxismo. Queilo a cui tu hai rinunciato nella tua risposta. Riguardo poi al possibile motivo che potresti tirare fuori, cioè la collocazione di fascista dell'autore della lettera, è quello che dovrà essere maggiormente dibattutto e che spero sia discusso da tutti i compagni e gli antifascisti di Muzak. Perché riguarda la politica che va a fare il giornale. Il tono, lo stile, e soprattutto, le conclusioni del tuo intervento sono assai gravi. E' chiaro indubbiamente che l'autore della lettera in questione era un giovane, e questo per il piglio della lettera e per le letture di cui ha dichiarato di interessarsi. Sappiamo pure benissimo che l'« anticomunismo», comunque ad esso ci si arrivi, è sempre frutto di ignoranza, di rozzezza culturale, di incapacità a saper discernere la realtà. E' pure un pregiudizio, un anacronismo nato da una paura antica e spesso misteriosa (dunque più paurosa). Non è certamente un'ideologia, né un qualsiasi sistema con cui si possa capire un solo aspetto della realtà. E' éunque « qualcosa » che può essere lacerato, distrutto anche totalmente, specie nei giovani, dove potrebbe non essersi ancora trasformato in orgoglioso e radicato dogma. Quanti marxisti sono riusciti a contribuire, se non alla riconversione, anzi all'acquisizione di un'ideologia, per lo meno alla riflessione, da parte dell'altro, sui propri valori? Questo vuol dire verificare continuamente la giustezza delle nostre idee. Ma perché rinunciare alla possibilità di discutere col singolo che accetti le regole della discussione democratica, quant'anche si dichiara fascista? Saluti a pugno chiuso dal compagno Lidio Mortale Via S. Berardino, 2 84025 Eboli (SA) P.S. - Tra l'altro dovevi tener conto che, nonostante tutto, il giovane si era avvicinato a « Muzak » e avrebbe potuto continuare a leggerlo... Far valere il « rigore logico del marxismo» su Muzak non è operazione delle più facili, ma lasciamo perdere. Quello su cui mi trovo a non essere affatto d'accordo con il lettore di Eboli è il sottile distinguo fra anticomunisti e fascisti: è l'anticomunismo frutto soltanto di « ignoranza e rozzezza culturale»? Allora perché comunisti sono sempre di più operai, sottoproletari, braccianti, giovanissimi e sempre meno intellettuali, professori, professionisti, docenti e luminari della scienza? Io credo (e non è certo la passione antifascista ad accecarmi) che l'anticomunismo sia una forma di profondo rancore verso l'uguaglianza che sia il terrore (travestito da ideologia) di perdere i propri privilegi, la scelta dell'oppressione. Tra anticomunismo e fascismo c'è lo stesso rapporto che c'è tra comunismo e antifa• scismo: tutti i comunisti sono antifascisti e tutti gli antifascisti sono comunisti. Facciamo attenzione a non eccedere in sottigliezze, foss'anche in nome della giusta lotta contro la rozzezza culturale, perché potrebbe accadere di perdere di vista le discriminanti fra noi e i nostri nemici, in nome di una « discussione democratica» col « singolo », formule tutte e due piuttosto vaghe. Non intendo comunque, 7 l'ho già detto nel numero 7 e lo ripeto volentieri, difendere lo slogan liquidatorio con cui ho risposto a/l'anticomunista. Ho sbagliato, ma non certo perché l'anticomunismo sia un misterioso velo facile da lacerare in quanto «anacronistico» (sarà ana~ronistico solo quando la società non sarà più divisa in classi e forse neanche allora), perché, come giustamente scrive il lettore di Eboli, l'anticomunismo a 16 anni non è ancora « orgoglioso e radicato dogma ». L. R. Ho letto la lettera dell'anticomunista convinto e sono completamente d'accordo con lui: lottare politicamente serve a poco, come risultati della lotta e ti cambia molto a livello interno, perché rimani bene o male integrato in questa società che a me fa schifo e infatti ci vivo il meno possibile dentro e faccio i cazzi miei. Potrei definirmi anch'io un fascista, ma io credo ad una realizzazione e armonia con me stesso e con chi un giorno sceglierò come compagna della mia vita. E' inutile dire « bisogna amare tutti, bisogna lottare per tutti» quando non ami e non lotti per te. Sono invece contento della campagna per la marihuana: mi fa un gran comodo, perché ritengo che uno spinello sia un ottima alternativa armoniosa allo squallore della vita quotidiana ... per quanto riguarda il resto del giornale, mi va bene per la parte musicale e il resto (politica o che cazzo) lo ignoro completamen te. Un altro dei pochi anticomunisti convinti Bé, non esageriamo, proprio fascista no, non mi sembra che tu lo sia. Soffri semmai di un eccesso di individualismo e di quella forma di egoismo molto diffusa che è far finta che la realtà si possa accettare o evitare secondo gli umori e le decisioni soggettive, oltre che, ovviamente di un eccesso di illusioni sugli armoniosi poteri della mflrihuana. L .. /'\~..\ ~- : ;; ' \:_. lstDHt Cara Lidia Raverà, scrivo a te perché sei l'unica donna della redazione oltre a essere quella che ha firmato l'inchiesta sul sesso negli studenti (aggiungo che scrivo a te anche perché parlare agli uomini è più difficile e più inutile in quanto è difficile che capiscano fino in fondo la nostra oppressione). (...) sono assolutamente allibita e inviperita per l'immagine vergognosa che ho visto appesa a un'edicola come annuncio dell'uscita di Muzak n. 7: era, per chi non ha avuto la sfortuna di vederla, una· ragazzina piuttosto belloccia o, come dicono i maschi, « appetitosa», sdraiata con il sedere ben tornito in primo piano, nuda. Oscena. Conoscendo Muzak come rivista che non si è mai piegata ai ricatti del consumismo a sfondo erotico, mi sono stupita. Ho comprato il propagandato numero 7, ho letto l'inchiesta pubblicizzata col sedere della ragazza, e il mio stupore è ancora cresciuto leggendone f contenuti seri e non antifemministi come la pubblicità faceva temere. -Ma non finisce qui: qualche giorno dopo, passeggiando, rivedo la stessa immagine su un muro, ma il sedere è coperto da una scritta che interpreta i miei sentimenti ( « Questa immagine offende la donna. Il sesso è mercè. Anche per te? Muzak pubblica la prima inchiesta sulla sessualità degli studenti »). Poiché, evidentemente l'avete incollata voi stessi, vi chiedo, un po' meno indignata ma ancora molto perplessa, che vi è saltato in testa? Una femminista di Roma Quell'immagine offendeva la donna. Ecco la spiegazione della scritta fatta stampare e incollare, infatti, proprio da noi, immediatamente dopo aver visto uscire dalla tipografia con indignazione pari alla tua, una locandina del tutto diversa da quella che avevamo concordato. (Avevamo scelto una ragazza, sfocata, sul fondo, non nuda, non provocante, non particolarmente bella, tra l'altro, coperta dagli «strilli» presi dalle risposte all'inchiesta. Ci siamo trovati fra le mani una cosa da far invidia al signor Francesco Cardella, editore felice ( e miliardario) di innominabili libelli pornografici. Golpe grafico? Distrazione degli addetti al settore pubblicità? Sciovinisti infiltrati in redazione? Comunque siamo corsi ai ripari, non tanto per salvare la facciata di rivista dignitosa (non si saremmo riusciti, la tua lettera lo dimostra), quanto perché ci fa profondamente schifo l'uso del sesso a scopo promozionale e niente aveva a che vedere con l'assioma pubblicitario « il sesso fa vendere » la nostra scelta di pubblicare un inchiesta sul comportamento sessuale degli studenti. Se avessimo potuto, avremmo levato di mezzo e buttato via le 20 mila locandine sbagliate invece di limitarci a correggerle. Tutto questo non ci giustifica in pieno e lo sappiamo: resta da autocriticare la leggerezza. L. R.
La Pioneer mette questo spazio a disposizione di chiun- --------------------------------- que abbia qualcosa da dire sul problema della comunicazione musicale. Inviate i vostri interventi a: Spazio Libero Pioneer-Audel - Via Ximenes 3, 20125 Milano « LA MUSICA PORTA ALLA ROTTURA DEGLI SCHEMI, DEI FILTRI E DEI GIOCHI DI PRESTIGIO... » Continua il dibattito sulla musica, scriveteci le vostre opinioni, verranno pubblicate sul numero successivo. Da quando nei primi anni '60 ai tempi dei Beatles, la cosidet· ta musica giovanile, per i gio· vani. come la volete chiamare, ha fatto ingresso prepotentemente sul mercato dei dischi, sconvolgendo e mutandolo profondamente, si è sempre legata questa musica. altre musiche da quella popolare al free jazz, ad un senso di liberazione, senso politico, di intervento sulla realtà per mutarla. Una volta si svisceravano testi e suoni dei gruppi rock inglesi o di quelli della West Coast, a ricercare qualche parola impegnata, politica. Si prendeva Dylan come profeta ideale di una generazione. Adesso, dopo quindici anni si comincia a definire lucidamente il fatto che il rock in ogni sua forma è sempre stato prima di tutto. anche se non esclusivamente, un grosso affare. Ci interessa prima di tutto il paese in cui viviamo; il passaggio da una economia agricola all'industrializzazione è stato cosi pieno di contraddizioni, intoppi, miserie, carenze di pianificazione, rapine su vasta scala a tutti i lavoratori CQe, oggi, 1975, nell'area dei paesi •sviluppati» capitalisticamente l'Italia è forse l'unico in cui è ancora possibile la correzione di questo sviluppo verso l'interesse delle masse popolari, Questo grazie alla forza dello schieramento operaio, della sinistra tutta. Il punto, allora, è uno: usare la musica per il progresso, per andare avanti. per contribuire a questo processo che, se non è rivoluzionario, come minimo, va avanti per migliori condizioni di vita di tutta la collettività. Ma la musica è poca cosa; di fronte, per esempio alla vertenza Leyland-lnnocenti. C"è qualche cosa che la musica può fare, come strumento di lotta per far sì che la British Leyland non metta sulla strada 1500 metalmeccanici milanesi? rano in Italia, che si vogliono porre a diretto servizio della classe operaia. E nessuno può avere ragioni per dirgli di non fare in questa o quella fabbrica occupata concerti di canzoni politiche; un modo per aumentare la tensione emotiva della lotta e per contribuire economicamente a mantenere la lotta stessa. Ma in un'ottica più vasta cosa può fare la musica per mutare i rapporti fra la gente, i rapporti fra chi detiene potere di informazione e detta modelli di comportamento, e chi subisce potere e modelli? Molto, certo, e penso sia la chiave di volta della possibilità di intervento. Oltre, ben oltre le rapine economiche, quello che lo sviluppo del capitalismo porta via a tutti, proletari e borghesi, è il contatto di ognuno con la propria esistenza e con quella degli altri. Tutto passa attraverso reificazioni, quantificazioni, svilimenti pratici quotidiani. L'uomo, la donna, non sanno più nulla perché nulla vivono come esperienza diretta, fisica, non mediata. Tutto passa attraverso grandi modelli, sensi generali, regole, funzionali alla struttura di sfruttamento della società capitalista. Quello che la musica può portare è la rottura di questi schemi, filtri, giochi di prestigio operati dal sistema di informazione dello stato borghese. Giochi di prestigio perché quello che è realmente stupefacente è il fatto che ci sia gente, tantissima, tutta in pratica, che di fatto accetta di lavorare una vita per poco più del pane; senza casa. senza nessuno spazio per sé. E ulteriore incredibile gioco di prestigio, basato sul condizionamento dell'informazione, è che una buona parte della popolazione dia fiducia. elettorale e quotidiana, ai suoi stessi boia. E la musica? La musica può essere, uno dei pochi mezzi di comunicazione non passato attraverso la logica, le parole, le vanificazioni verbali che giocano intorno alle cose senza mai toccarle per quello che sono. Può essere qualche cosa nella misura in cui NON usa nulla della sotto-logica borghese e occidentale del « tutto definito », « tutto chiaro e risolto » a priori. Può essere qualche cosa ogni volta che si pone come diversa dal pacchetto di emozioni già confezionate e risolte, carosello emotivo indifferentemente per massaie o intellettuali di sinistra, dove cambiano le parole d'ordine, i cardini di identificazione (da piange il telefono alla morte di questo o quel compagno) ma il meccanismo, il finto scambio rimane lo stesso. Scardinare la logica borghese, il senso del già detto e già fatto. Ogni volta. Senza •logica». Ma11lmo VIiia Ho sedici anni, frequento la terza media. Scrivo da anonimo per non farmi criticare dai miei paesani che vanno pazzi per « Yuppi Du », ecc. lo sono d"accordo con Battiate che un disco del genere andrebbe bene per i cani. Purtroppo al mio paese saremo una trentina a ragionare in questo modo, alla gente cretina e truffata non si può far capire che tipi come Battiate o Eno, per esempio. si rompono il c... a introdurre l'intelligenza nell'elettronica, e poi magari la gente ha anche la faccia di criticarli. Il popolo di oggi preferisce andare nel passato e non nel futuro. Questo tipo di musica è un'espressione superintelligente, che non è cosa per 1'80% degli italiani, dilettanti. « Per fare della musica ci vuole almeno un po' di intelligenza... ». Ma ci vuole solo quella? Allora è stupido colui che non riesce a farne perché « non è entrato nel giro »? E se c'è l'intelligenza e mancano i mezzi? E se dentro si hanno le idee, e si ha la capacità di svilupparle meglio di quanto non facciano i Pooh, i Camaleonti, le Orme, i Sensation's Fix, ecc.? E se, tristissima condizione, ci si trova in una città in cui NON ESISTONO locali in cui suonare e fare i soldi per l'amplificazione? E dopo avuta l'amplificazione, dove andare? A Catania, a Palermo ... A Roma ... Ecco la meta, l'ideale, il sogno irrealizzabile, perché i treni costano, gli indirizzi mancano, e la scatola chiusa non fa fruttare l'industria discografica. Bisogna essere a Roma o poco di più, per essere P.F.M. oppure B.M.S. o... Sensation's Fix? È BELLO FARE MUSICA CON INTELLIGENZA, ma avere intelligenza vuol dire comprendere come è difficile (dopo aver tentato per anni) far ascoltare della musica a qualcuno ... Giorgio Carena, Enna. ® È una ipotesi di lavoro su cui si muove una certa parte dei musicisti democratici che ope• --------------PIONEER' 8
Contrappunatiifatti Dottore, hopeccato Più di mezzo milione di firme contro le norme fasciste sull'aborto sono state raccolte e convalidate. A primavera dovrebbe svolgersi il referendum Pur di evitare la consultazione popolare il parlamento sta approvando di corsa una legge che toglie alle donne il diritto di decidere da sole, sottoponendole al giudizio di un medico. Quando si tratta di abrogare la volontà delle masse, il parlamento si dimostra di una solerzia rara. Tanta solerzia l'avevamo vista solo quando si trattava di insabbiare scandali petroliferi. E noi siamo contenti, sinceramente, di questa prova di forza della democrazia, che resiste alle anti-democratiche e non pluralistiche (nonché arcaiche e obsolete) norme del ricorso al referendum popolare. Adesso, mi diceva una mia amica, potrò abortire. Naturalmente se potrò dimostrare di avere seicento figli da mantenere, un marito alcolizzato cronico, duecentododici anni, l'Rh incasinato, due figli con il labbro leporino, quarantadue aborti spontanei aUe spalle. E con tutto ciò il mio aborto dovrà essere autorizzato da un si9 gnore (medico e privilegiato, maschio e dunque non fecondo, privilegiato e dunque reazionario, non fecondo e dunque difensore della specie). Il quale signore, sotto il cui camice batte un cuore (di maschio), potrà opporsi, permettere, concedere, disquisire, fregarsene. Ciò è, in effetti, molto bello e giusto: è un modo intelligente di far trionfare la giustizia eterna e ideale sull'egoismo del piacere, lo spirito sulla carne, la carità cristiana sul corpo altrui: meglio del!'eucarestia. Ma non solo: perché chi ne esce rafforzata e intatta è la democrazia pluralista (ma che razza di termini usano questi signori? ) , il parlamento sulle masse (che vogliono questi cialtroni?), unire uomini divisi fino a ieri, non braccianti e studenti, ma signori uomini (o donne che si dovrebbero vergognare) in ibridi senza precedenti: comunisti con galantuomini democristiani, socialisti con i fantasmi liberali e gli americani a Roma del PSDI. Ah! La reversibilità delle alleanze! Il superamento delle formule e il privilegiamento dei programmi! Ma è anche un trionfo della professione medica. Per la prima volta nella storia (o in consonanza con la platonica utopia dello stato retto dai filosofi) ai medici è dato lo stesso potere dei confessori. Ma che dico! Più molto più potere. Essi decideranno delle condizioni economiche, psicologiche, delle convinzioni morali, delle questioni mediche, di quelle storiche, contingenti, e di quelle filosofiche assolute. Siamo alla metafisica. Sottoposta a un processo da parte di un signore in camice bianco, vi poniamo un quiz: chi sarà assolto? La donna ricca e potente, o la povera donna qualunque? Non è una questione di femminismo, non solo di femminismo, è una questione di classe. Giaime Pintor
Radiolibere Checento antenne fioriscano Le radio llbere stanno spuntando in tutta Italia come funghi. Nuovi spazi dl comunicazione e informazione? Riproduzione pedisseque delle fette di potere esistenti? Da monopolio e oligopolio o a libertà d'informazione? Su questi quesiti lntervenaono due compagni dell'ex collettivo di Radio Alice di Bologna con una Inchiesta deliberatamente polemica. Una prima voce, diversa da quella del collettivo redazionale di Muzak, a c:ul faranno seguito non solo fleblll risposte di eco, ma nuove e non meno poi iche ri- • oste. Primi passi \.. La situazione è ancora f~ida, ma alcuni caratteri fondamentali vengono a delinearsi con una ce ta chiarezza. Nulla di definitivo comunque: un abbozzo di analisi sulla situazione più per in effetti si fa un po' di storia, è stata stabilita questa frequenza ad una cena e ci era presente anche il signor Bonozzi, lui può confermare. 'Dove ci mettiamo?' - 'Ci mettiamo qui! ' - 'Perch? ' e io dissi: ' Il perché lo so io, adesso poi ve lo dirò. Va bene? ' - 'Va bene! '. E pof venne fuori il Sabelli e mi chiese: 'Ma perché 102? ' - 'Pe ché 102 è un po' più su del 101 e un po' più giù del 103 ' che potevo dire? Rerché fino a 100 c'erano i programmi Rai e io mi sono sempre guardato bene a andare dentro i canali Rai, perché io ho detto: ' Quella è una tua parte che hai e io le la lascio. E' tanta, non fai un tubo, fai un tubo, fai t e programmi, ma io sto in quella ~etta dove tu non ci sei, cosl non ti pesto, faccio il mio discorso, per la mta città '. Ecco questo è l'importante, cosi è nata la Fm ». (R~strazione effettuata e riprodotta fedelmente, a Firenze il 14 novembre al convegno nazionale « Espe rienze di comunicazione via radio in Italia », chi parl è un certo Toni di Radio Parma). aprire una discussione che . , per fornire indicazioni. El nostr a tenne una pagina ancora da scrivf!'"' 1J75; anno. di ra io re o per lo meno da colorare (più Q m~n , comunque e l'intervento·· sia teorico "'-&frattura~el-.i onopolio deLche pratico 6 è)apert fVeta la 'ca unica2i1:>nein Italia. mente a tutt' ·Una emitten e r.A unto la ~. emitteqti pùò costare a~ohe J;Denodi • 0e~ 1af1Jle_ttono ~el r~ggio 100.0 O lire 1 camP9 è va- CU: ?0/ 40 ~1fo1?letn,!r~g,iolo- • tissimo, Ja figura. litica , )IYI, « ah, .. fmalmrri'te ~ è onnirappresentativa; due scarpa gm a! 1 Pare. un spazi in un prima divisio- po',,.JIDa corsa all Eldorato. ne non di comodo ma-effet- Non•tutti trovano pepite, ·ma t'va: il prato dentro il mo- se son rose fioriran 0. 1- er padroni si fanno pubblicità, si creano ulteriori strumenti di potere e di determinazione ideologica. I partiti non dicono molto. Solo il Pci, senza troppo chiasso e fervore, richiama a una prudenziale calma istituzionale, propone il solito decentramento, ma non è indenne da contraddizioni interne che emergono per esempio dal documento dell'Flm di Torino, dalle posizioni di certa parte della sinistra: a Perugia, per esempio, si parla di una emittente regionale direttamente gestita dal partito. I socialisti, invece, sono più « sodal emocratici » e « liberali », con punte « radicali »: del resto anche Adorno non aveva capito niente. Che dire del movimento e dei suoi gruppi? In Cina ci sono 5.000 radio locali, negli Usa appena 3.299, in Italia si parla di 100 emittenti in funzione. I giorni della lotta Giudecca, giornale parlato registrato durante la manifestazione del 5 gennaio 1969 (dal disco di Gualtiero rtelli I giorni della lotta, dischi çlel sole ) . « .. e il doposcuola s'è un sto dove ce se erganizza •/ dove ce se oiganizza la I tta qe tutti • quanti t giudechi • il dopo- ' I " "I.-..-.. scuo a s e v s ro t, e 11,aoposc ola s'è uri tluritedo ch'è da usarvi tu i ijuanti / per parlar tra vo· altri / perché la radio no parla / no parla del bloco dei afitti / e la radio no parla dei casermò / e ~ radio no parla del'acua alt / dele fogne che se spact / de riscaldamento cl:~eno ghe s'è / dei salatj da fame / della nocività in abrica / no parla ~imento, la palud~ (._dolci e ora è ·un fattd di pionieri flessq,os canne, sabbie 0 . entusiasmo, passioni diverse. • bili rat-ti SP@ventosi) fuori Il fenomeno va allargandosiella situasiòn dela nostra isola / e ora noi altri averno da inventarse una radio nostra / gh'avemo da far un giornal nostro / gh'avemo da far dei <libatiti nostri / e il doposcuola s'è un momento d'organisasiòn / s'è il giornal del popolo / s'è il dibattito del popolo / s'è la radio del popolo / perché la radio no parla... ». ~ , . . dal movimento:". vistosamente, ogn QO s1crea le su mu~aglie-cinesi e le Fm ~ .; sue alleanze. Non esisJe una Benozzl Sabe1It ic;gis1azione e pare che non « Si scelta l'Fm perché ' ci sarà ancora per molto temil sistem_""pieùconomico, an- . Tutto sommato questa che se il peggiore, che esi- "mprovv·sapossibilità di fi. ste. E S,Jlpeteov'è stata scel- beralizzazione dell'informata? B' stata tabilita, e un zione adiofonica fa comodo go' di storia fa bene perché pi cere a tutti. I signori 7 Sotto I test Il manifesto di Rodio Alleo di Bologna f 10 ... Il effetti il giornale parlato delle lotte del '68/69 contiene già in sé l'idea della radio libera di movimento. Nasce direttamente da un bisogno di comunicazione, necessità di diffusione e di collegamento. Ma questo bisogno è ancora poco. E' nel '73 che comincia a porsi concretamente il problema e la possibilità di un uso operaio,, del mezzo. Nella zona indu;J striale di Caselle ( quartiere operaio di Torino) già da tre anni, parallelamente alla nascita dei corsi delle 150 ore, si propone il tema dell'informazione come momento fondamentale delle lotte operaie. Dall'intervento di adio Torino Democratica, emittente che fa capo all'Flm, al convegno di Firenze: « A Torino, quando si parla di monopolio, non si parla di Ra1, ma cfe1la Fiat, che non controlla solo la Juventus, ma anche la Stampa, unico giornale letto a Torino. La Fiat rappresenta anche un piano di ristrutturazione del terriDalla comunicazione di massa alla cultura popolare l pubblico che asc~lta è quello che non leg~, che si informa accendendo la radio al matbino presto, mentre si veste per andare in fabbrica, mentre sfaccenda per la casa o prepara il ranzo, quando torna dal lavoro alla sera, ttoppo stanco per decifrare le pagine di un giornale. A questo pubblico, che è quello radiofonico e televisivo tradizionale, vittima desigpat del pluralismo stanti<i, della disinformazione, dellà,._continuamistificazione culturale dei mass-meclia, si rivolge il collettivo (una decina fra intellett ali e giornalisti democratici milanesi) di Radio popolare, per ora con il fischio con cui hanno occu ato la lunghezza d'onda 91,800 MHz sulla modulazione di frequenza, fra P9, . .
torio, e la classe operaia della zona Caselle vi si trova investita in pieno: raddoppiamento dell p' sta dello aeroporto, ·il s, rgere di una vera e propria città satellite con un numero di abitanti oscillante da 40 .000 a 80.000 ... e gli opc ai si sono resi conto del fatto che il ,loro diritto di parola vale all'interno della fabbrica sui problemi specifici che li riguardano, ment~e invece, per quel che riguarda i bisogni dei luoghi dove abitano, i loro dir i ti e le loro possibilità sono estremamente arret ati •· L'obiettivo d' R.T.D. è quello di realizzare trasmissioni coordinando semplicemente informazioni lregistrate dai Consigli 1 di fabbrica della zona. Un'altra emittente agisce parallelameme:rì Si tratta della radio allestita all'interno i:lella Singer occupata. Due ore di trasmissione al giorno durat;ite l'orario di mensa delle fabbricne realizzate per mezzo di un vecchio trasmettitore dei cachi mesi co 11 ore quotidiane di tr~smissione. A Dal ocumerttò éli-'costituz~ ne de col ettivo, Mu-r:'ak pubbl' ca -alcuni sttalc.i:. Chi ascol a la radio « Il ~bblico della dio (Rai j~è costituito per il 66% da persone con nessuna istruzione~ istruzion) elemen'ta!e; per il 19% da person ·• con is~ruzione media 'nferiore, per il 12% '>Crsonecon istruzione melia superiore e per il 3% oltanto di laureati. Il 34% sono casalinghe, il 22% o~rai, il 1'% impiegati, il 7 % agricoltori, il 6% pensionati. E' un pubblico in cui prevale nJ:ttame~te la coI?~nent -pr~l~- _. tar1a, numericamente oscill~~ da 1 milione ( prima delle 7 di mattino) a 7 milioni (ii,!-') le 13). y Che cosa dà la radio al proletari La Rai, nel compie-sso, forrabinieri modificato, costato, in tutto, 70.000 lire. Ambedue le emittent', specificamente legate alle esigenze della lotta e alla contrinformazione, non si pongono problemi di continuità di funzionamento. Ombre rosse sul movimento Quando viene a mancare la specificità, quando la radio è 'à / per- il movimento e non da / del movimento, quando si impo e l'ideologia del servizio/ si diventa barbieri. Barba e capelli, secondo -una neutralità inesistente di chi si pone all'ester- .. no e vuole fornire un prodotto che crei consenso, per la giusta causa, s'intende, ,% ma pur sempre consenso Rischla di essere la storia di Canale 96 ( emittente di Avanguardia operaia di Milano) che nasce, muore e rinasce ( ? ) in una brevissima stagione. E' ancora troppo presto per un giudizio complessivo, si possono però ind'viouare già alcune j falle. Canale 96 si a ancora portavoce di una logica di gruppo che dà le drifte della rivoluzione: al concetto di pubblic9-, troppo carico di E,Centi ocialdemocratici, si o tit isce il concetto di movimento, ma la sostanza non cambia: ancora una volta sono le differenze, le separ/azioni, che vengono occultate: iLmovimento / pubblico non si identifica, non crea, non difende. Studenti, operai, donne, disoccupati, omes s suali, briganti, eterosessuali, giovani proletari, giovani sfaticati, a tutti si può pari-are della fotta, del Progetto di Organizzazione ( il partito A.O.), tutti si ricompone in barbosissimi ed estenuat;iti dibattiti: tutta tranne gli ascoltatori che si riducono ai soli Militanti di Partito e ai compagni Ficcanaso. Nonostante ciò ci dispiace un casino che Cana!e"'9~sia momentaneamente muto: conjraddizioni i se o ■ al pubblico. La repressionemìete ,ancora troppe vittime: condanniamo fermamente! punto di vista hélla classe ~tator1. Possol).ocomprenal potere. In questo ~ioca co- derc, (o sserc integrati) colme lemento P,Crmanentcdi legamenti diretti. Sono ad con o;n;iismo, anche quan~o ore fisse, ma notzie utili o apre degli spazi di co tra.,d- interessanti devono essere dizione Gli argomenti dcli- date anche aprendo parentesi caU gli sca-rl'dalil,e informa- ne corso degli altri prozioni sulla conaizionc e le gràmmi secondo la Logie lotte proletarie-i sono ben èiella colonna sonora unica... sistemati in rubriche aP,- I collegamenti diretti: positc ,in qualche modo un modo nuovo di virgolct ati, cosl da sottoli- raccontare. neare ~ particolarità, o addirittura la eccezionalità del La logica dei collegamenti caso. I punti di vista eh si diretti non è quella di farsi • h' l • bi • d • raccontare dalla gente, n;ia rie tamanof ai pro emi e di raccontare insieme all proletari - quando sono ci-, . . . tati _ sono posti come unò gente, nei modi d1 racc?ntaaei possibili punti di vista, re c~e non _sono_~ropri del quasi si:mI?r contrappos i ad \_.Jlled1atore d1 not1~1e i_nasoun altro di segno opp<?.sto. no _ap~unto ~r<;>~rd1ei mecChe cosa contrappone Radio Popola~ I notiziari sono brevi, comprcndòn0Jc...notiz1e cli attualità, ma privilegiano le informazioni che riguari:lano e scadenze più immediate che interessaho da vicino gli a11 car;usrruespos1t1v1della gente. ( Si rammenti ~come s'è detto prima - cHe si patia ad un pubblico Q:Oletario, e si è già escluso a priori l'interesse per il pubblicò che proletario non è) . E' questo uno dei migliori punti di verifica di tutta la Dietro lo specchio dell' stl uzlone « Non si tratta di costruire strutture di servizio al movimento (come si è pensato troppo a lungo, pensando che il mezzo fosse neutrale, che la forma comunicativa fosse senza spessore e che quindi i tecnici potevano costruire la radio vuota, i politici poi l'avrebi>ero rie\llpita). Si ., tra ta invece di determinare erreni d1 pratica che, mentre ono costrui • da settori di movimento~agiscono in modo da pròdurre indicazione politica . Si tratta di un;ipotesi astratta? Onde Rosse l'emittente di Bra si muov in parte su questo terreno ed è riuscita a crearsi un seguito mòlto grosso sia all'interno el movialen) to che nella cattiva coscienza dell'istituzione. Onde Rosse ha avuto pochi giorni di trasmission~ ed è stata sequestrata due , olte. L sce t del m zzo radiofonico presuppo il riconoscimento di crn terreno -+ nisce uno strumento che è veicolo de11aideologia e del impostazione: se cioè passando direttamente per i bisogni immediati della classe, facendo di questi bisogni il punto centrale del messaggio, si fa non un appello di. '. · r,incip'o ricorfipqrsi 'èlella eia se at orno ai propri interessi, ma una esposizione • ar icol ta e n pedan e, di- ,. re ta, pochissimo melliata, ~ in cui di voita in volta i proletari ricoifoscòno elementi concreti clic li riguardano da vicino.--- -----' Questi collegamenti non saranno circoscritti a principali situazioni trai:lizionali di lotta, ma dovranno csse~e metodo. Con la gente àl mercato, sui prezzi; con la gente in treno sui trasporti; con la gente in fila alla posta e con i postelegrafonici sul servizi postale; con i vecchi per le pensioni; con la gente ali' idroscalo sulle vacanze, sui-+ l ... •
estremamente più ricco di quello che poteva essere registrato, diffuso, comunicato dalla informazione scritta; presuppone una disponibilità degli strumenti (l'elettronica) ad essere spiegati alla necessità del movimento. Realizzare questo progetto significa trasformare il modo della comunicazione-informazione, maanche la forma stessa del linguaggio specifico partendo da una situazione e dalle caratteristiche stesse del linguaggio: ovvero dalla sua capacità di funzionare come feed-back moltiplicato, oltre che come moltiplicazione politicoagitatoria del messaggio. « Se diciamo che a parlare è direttamente la classe operaia, non vogliamo intendere una forma di spontaneismo da proletkult, per cui è la figura sociologica operaia che parla, ma intendiamo che il suo punto di vista agisce trasformando la forma della comunicazione, oltre il suo contenuto » ( cit. da A/ traverso, soldi; con gli studenti davanti alla scuola; con la gente davanti ai cinema; con le madri a una scuola materna; con i soldati in libera uscita; con i tramvieri al capolinea; con i giovani alle feste, ai concerti, alle partite; con gli ammalati; con la gente nei quartieri sui trasporti, lo smog, il verde, la edilizia, i rumori, ecc. ecc. E poi musica, sport, salmonellosi, economia, spettacoli ... ..Spettacolo: recensioni, comprensibili, degli spettacoli che i proletari hanno la possibilità di vedere; discussione aperta con gli ascoltatori e confronto, al microfono, con gente dello spettacolo; che cosa sono, per chi sono le produzioni di avanguardia; recupero dei testi dialettali (non solo lombardi); riascolto critico delle cosiddette « trasmissioni per le masse» ... settembre '7 5 ) . Ed è proprio su questa teorizzazione che si fonda l'ipotesi di Radio Alice, l'emittente di Bologna di cui si parla da più di un anno. Ancora non si sa nulla sulla sua realizzazione, certo un progetto che è consapevole che l'unica sua forza è la forza stessa del movimento, un'ipotesi che non è assolutamente una scarpa comoda. Volere riprodursi attraverso un'emittente, fondare un uso collettivo del mezzo tecnico, non volere rinunciare a nulla della coscienza acquisita in anni di lotte e di pensiero operaio, porta a un conflitto immediato non solo con il potere più arretrato e repressivo, ma anche con i partiti della sinistra che, nel caso specifico di Bologna e dell'Emilia:, rappresentano ormai l'istituzione e la conservazione del potere, la negazione della creatività e della fantasia. Al movimento, dunque, stanno spuntando le antenne. ...Salute: Prendiamo ad esempio l'epidemia di salmonellosi: cos'è successo davvero, che ne dicono i proletari meridionali, come si poteva evitare; e ancora: ci sono anche qui le infezioni intestinali, chi ha da segnalare casi, esperienze? Sono malattie dei poveri, perché? Recupero delle esperienze di medicina alternativa, medicina di fabbrica, quale medicina; i cibi; le adulterazioni; i bambini e gli spazi di gioco; l'igiene mentale; i manicomi, dialoghi con i malati di mente ... ...Economia: innanzittutto costante spiegazione degli avvenimenti economici, ribaltando, in modo molto chiaro e semplice, le teorie della propaganda borghese (basti pensare che cosa si poteva dire sull'austerità, o si può dire sulla disoccupazione, o sulla crisi del vino) . InchieA chi sta comoda la scarpa? Il sistema è molto più ricco di antenne. Senza contare mammai Rai la percentuale sulle cento radio italiane è così approssimativamente da indicare: 30 per cento genericamente di sinistra (e a questo genericamente è meglio non dare un significato troppo positivo), 70 per cento di destra, comunque dichiaratamente votato al qualunquismo più conservatore. Una percentuale a dir poco scoraggiante. Via via si va configurando un oligopolio sull'informazione radiofonica che rispecchia fedelmente l'attuale divisione del potere sui prati della comunicazione. « E' noto che l'Espresso ha già discusso in consiglio d'amministrazione il progetto esecutivo di 5 stazioni radio, che Rusconi ha messo l'occhio su Radio Milano International ( sarebbe solo una base di lancio, ndr) che la Firet, proprietaria di tutti i poiti radio del Nord Italia ste. Un corso di economia riferito a temi di attualità, ecc... ...Sport: risultati delle gare di interesse nazionale; risultati e servizi sulle competizioni locali (citate solo dalla stampa specializzata) e sugli sport minori. Commento critico dell'ideologia del pallone. A questi cenni, a carattere esemplificativo, si aggiungano tutta una serie di temi e iniziative possibili: dalla consulenza legale ( le indicazioni utili ai proletari, date dagli avvocati e magistrati democratici), alla guida dei prezzi, dall'agricoltura ai servizi sulle scuole, dalla letteratura a una scuola popolare (come lezioni di lingue con ascoltatori che vengono al microfono) , fino a servizi dall'estero su realtà sconosciute ai proletari, e servizi costanti di controinformazione. 12 per le emittenti di Montecarlo e dalla Svizzera, è pronta a lanciare Radio Piemonte da una posizione e con una potenza che potrebbe coprire tutta la pianuda padana » ( cit. da Prica comunicazione, ottobre '75). Gli orchi, con i loro stivali dalle sette leghe, guatano la pianura per poi divorare la succulenta preda. Qualcuno, però, già si avanza. Due scarpe destre per camminare storto « Secondo noi lo spazio che oggi può essere gestito con un mezzo come la radio è uno spazio di apertura, con anche i suoi spazi di consumo, di divertimento, di musica. Io credo che sia molto più utile fare una radio così, per cui c'è una lenta trasformazione del mezzo, piuttosto che fare un tipo di radio che rischia di chiudersi immediatamente tutta una serie di vie, una fetta di pubblico che può ancora essere recuperata su certi discorsi, su certi livelli di controinformazione (sic) » ( da un'intervista a Grazia Coccia di Radio Milano Centrale). Qualcuno ha mal digerito Althusser? Non si dilunghiamo su problemi di maschere e di ideologia come falsa coscienza. Vogliamo dire che R.M.C. è piena di compagni che li lavorano? Vogliamo dire che R.M.C. è una bella radio? Ma sì, diciamolo; è un piacere sintonizzarsi su questa emittente: linda, moderna, graziosa e democratica. Si parla dell'occupazione delle case; di aborto, dalla viva voce di Adele Faccio; il parlato non supera mai i 20 minuti, la musica è, finalmente, piacevole e stimolante. Cosa si può volere di più? un buon deodorante è un buon deodorante. Tick è una modesta genesi e tock una debole apocalisse, e tick-tock non è poi un grande intreccio. Una radio « sarà sempre più parte integrante dell'economia libidinale del sistema quanto più sarà concepita e realiz-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==