Muzak - anno III - n.07 - novembre 1975

Posta Sono un vostro lettore dal dicembre del '73. In quel tempo avevo idee un po' balorde sulla musica: inseguivo gente come Jethro Tull, Genesis, Santana, King Crirnson che ci venivano scientificamente propagandati dal sistema. Poi cominciai a leggere Muzak e conobbi l'altra faccia della medaglia; dapprima fu una serie di scoperte, poi, fatto un profondo « mea culpa », feci mie e mi feci io stesso portatore di quelle idee che venivano fuori dal gior.. nale. Questo penso sia stato il primo effetto che voi della redazione avete ottenuto su chi, come me tanti altri, aveva voglia di affrontare le cose diversamente, ma trovando sulla sua strada i vari « 2001 » non sapeva realmente dove sbattere la testa. Certo all'inizio il giornale era un vero e proprio groviglio di gente e di idee più o meno giuste che si contendevano lq spazio per gli articoli, creando altrettanta confusione da parte dei lettori. Poi dopo varie « epurazioni » e nuove entrate si giunse ad una linea più definita che fece inorridire tutti coloro che non volevano «politica» nella rivista, ma invece sapere quanti luccichini aveva Emerson nel suo vestito. Si operò quindi anche una selezione di lettori, e questo fu un bene per tutti, per chi comprava e per chi scriveva. Ma sul più bello la rivista cessò le pubblicazioni lasciando tutti no; che ormai andavamo formar un nucleo sempre più compa nel dubbio atroce che Cefr avesse ingoiato la « pericolosa » rivista, il che non avrebbe meravigliato nessuno. . Ma, finalmente, abbiamo ritrovato nelle edicole un nuovo Muzak che questa volta, fregandosene delle critiche precedenti, ha preferito mettersi con le spalle al coperto e si è saggiamente «legato», se cosl si può dire, alle edizoni Suono, ché mettiamocelo bene in testa: oggi un giornale non può sostenersi se non piglia soldi dalla pubblicità. Ci sono stati parecchi miglioramenti nuova impaginazione, prezzo contenuto, meno foto « divistiche » con più spazio per gli articoli, un linguagiliO più concreto e immediato che viene più chiaramente recepito dal lettore meno sofisticato, una ben definita scelta politica. Ma la scelta nuova più importante è stata al creazione di un giornale che non parli solo di musica ma, affrontando temi come la droga, l'aborto, l'emancipazione femminile, e unendoli con problemi più strettamente musicali (feste liberate, autogestione ...), rappresenta le idee e la volontà non solo dei suoi lettori, ma anche di tutti quei giovani che il 15 giugno hanno espresso cosl chiaramente ciò che volevano (e non è retorica elettorale). La forza del giornale deve consistere in un dialogo continuo e responsabile tra tutti noi: voi che scrivete e noi che leggiamo, e i problemi devono essere posti in modo cosl chiaro e diretto che nessuno possa sfuggire alle proprie responsabiltà. Muzak non deve essere solo un giornaletto d'evasione ma una partecipazione diretta e costante ai fatti musicali, culturali e sociale che avvengono quotidianamen te intorno a noi e una ferma risposta alle insidie del sistema. Piccoli suggerimenti: più spazio alla posta, maggiore frequenza in edicola, le « pagelle » non servono a niente, le critiche cinematografiche fatele su film più « costruttivi », continuate con i Muzakoncerti. Scusate la prolissità. Mauro Chialastri Via Sestili, 2 - Roma Pubblichiamo questa lettera, come regalo per il secondo muzakcompleanno, gratifcante fino a far dubitare dell'autenticità. Sono un vostro abbonato ma penso proprio che non lo sarò più: apri Muzak e trovi depenalizzazione di qua, depenalizzazione di là... già che ci siete perché non promuovete una campagna per la depenalizzazione dei sequestri di persona e degli assassinii, visto che siete così permissivi? Scrivete delle assurdità che raggiungono e oltrepassano l'idiozia: l'elevazione dei « defunti rossi ad eroi, io potrei elevare allora Falvella, Ferrari, Ramelli e tanti altri. Voi scrivete « i fascisti hanno licenza di uccidere », ma se un ragazzo è sospettato avere idee di destra e dà uno schiaffo a un comunista 6 finisce dentro subito e gli assassini rossi (Valpreda) sono in libertà elevati a eroi nazionali. Voi vorreste condannare il carabiniere che guidava il camion che ha investito Zibecchi (non gli hanno ancora intestato una via a Milano?) Naturalmente Zibecchi stava facendo la magia, vero? Non è che stava buttando sassi e bottiglie contro le forze dell'ordine? Solo sui fascisti possono e devono sparare le forze dell'ordine. Se non sbaglio Almirante ha chiesto davanti a milioni di telespettatori nonché cittadini italiani, che le Forze dell'ordine abbiano il permesso di non sparare! E poi apro Muzak settembre 75, posta, in risposta a una lettera di un anticomunista convinto (a proposito, perché non ti sei firmato?) e le cui parole condivido, avete di nuovo oltrepassato l'idiozia, e in più invitate all'odio e alla violenza fisica: « parole poche, sprangate tante » Del resto non c'è da stupirsi: voi ragionate con le spranghe e coi bastoni. Ma ricordatevi che non sarete certo voi di Muzak ad estinguerci ... Spero che dal momento che vi definite democratici pubblicherete questa breve ma signifcativa lettera. Luca Personemi, Bergamo simpatizzante dell'Msi Dopo aver letto quell'assurda lettera apparsa su « Muzak 5 » non ho resistito ed ho scritto queste righe, rispondendo a quel « babbeo » che si definisce « un anticomunista convinto » ma che non è altro che un fissato che non ha capito nulla della vita. 1) Muzak non fa nulla di antidemocratico e non incita affatto all'odio, o meno che parlare dei problemi dei govani e degli errori della società è un incitamento all'odio ...!!! 2) Questo tizio ci vene a parlare di Almirante (gulph ! assurdo) che in TV chiede la pacificazione nazionale e poi incita allo scontro fisico e ad anche peggio i suoi «camerati»-!!! 3) Il fascismo è morto? Cosl dovrebbe essere, ma purtroppo ciò non è vero e tutti ormai conoscono la triste realtà. Infine, se Muzak è una rivista musicale che non gli va a genio, che non la comprasse, sarebbe meglio!!! Un compagno di Roma Marco '58 Vorrei rivolgere a « un anticomunista convinto » le mie più calde e convinte congratulazioni per la sua lettera pubblicata sul n. 5 di Muzak. Almeno qualcuno ha avuto il coraggio di ammettere che la politica è un « cesso » (cosa giusta), e non un qualcosa da lodare osannare o che altro. Non so le sue idee politiche, ma le mie condannano fermamente la politica (di parti ti) e i suoi sostenitori. Io credo nell'amore e nella pace. non nella politica. Non firmo per paura di qualche spranga rossa o nera in testa. Un altro anticomunista convinto Love + Peace P.5. - Spero che voi politicanti siate gli ultimi esemplari di una razza in estinzione sulla terra. La risposta « Parole poche sprangate tante », formula liquidatoria per una lettera anticomunista ha raggiunto il suo scopo: scatenare un dibattito aprressivo e stimolante sulla faccia della democrazia. Bisogna discutere e convincere chi scrive che Va/preda è un « assassino elevato a eroe nazionale» o bisogna aspettarlo sotto casa e caricarlo di legnate? lo non so rispondere: le lettere dei lettori mi hanno costretta a rivedere le mie posizoni « violente» (ad ascoltare gli impulsi immediati, lo confesso, imbraccerei più che altro un paio di fucili davanti ai casi disperati: dubitare dell'innocenza di Pietro Va/preda può essere solo malafede, fascismo, follia). Ciononostante le lei/ere mi hanno turbata, non tanto per i contenuti, quanto per la calligrafia (alludo ali'« anticomunista convinto » che si firma « Loue + 11eace ») infantilissima (Terza media?), per l'ingenuità grave ma patetica che contrantJone l'amore e la pace alla politica, per quel vibrante « voi politicanti » che riconosco come pesante retaggio di un'educazione borghese, fatta di padri che vietano la lettura del quotidiano e che si scandalizzano quando il giornaletto di musica parla di comunismo. Davanti a tanta inconsapevolezza, poso volentieri la spranga e poiché « anticomunisti convinti » a 15 anni non lo si è mai ( non tanto perché non si possa essere convinti, quanto perché la convinzione anticomunista ha poco della convinzione e molto della menzogna, dell'interesse, del falso funzionale, cosa, spero, di altre età), invito « Love+ peace » a pensare, spogliandosi il più possibile dei luoghi comuni, dell'idiozia ereditaria, delle balle che gli hanno raccontato. Questo aggiustamento della mia posizione lo allargo anche all'anticomunista della prima lettera, quello a cui ho risposto con tanta violenza: « Chi ti scrive una lettera si mette in posizione di dialogo con te, non puoi rispondergli a sprangate», mi ha fatto notare un amico. E su questo mi autocritico. Diverso, molto diverso, il discorso per Luca Personemi, che scrive per insultarci e dirci che hanno fatto bene ad ammazzare Zibecchi visto che stava in piazza contro le forze dell'ordine, che si firma simpatizzante del Msi. La sua non è una lettera ma un manifesto missino, una propaganda delinquenziale, la stessa che sta dietro la morte, le bombe, la strage.

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