In lode grande della lattina. Intendiamo con questo termine « lattina », appunto il contenitore metallico di liquido che, una volta esaurito il medesimo, può essere utilmente usato per produrre suom. Le lattine hanno un ruolo non secondario nella storia recente del movimento per la riappropriazione della musica, dei suoi luoghi e dei suoi strumenti; sono, in sostanza, la forma ultima raggiunta dall'uso antagonistico dello sviluppo delle forze produttive e della tecnologia, per imporre la propria egemonia (quella del movimento rivoluzionario) sulla produzione artistica. Ascoltare musica in silenzio e applaudire o dissentire alla fine è un conto; asco!tare musica facendo pesare sui musici il ricatto di un intervento che può essere sl di contrappunto e di accompagnamento ma anche di controllo, di pressione e di contestazione è, sicuramente, un altro. Ed è, oltretutto, una sollecitazione potente a fare musica in proprio, a fare musica quando non c'è altra musica, quella dei musici di professione. Le lattine come strumenti musicali autonomi, Canzonpi olitiche Lattacontinua Si contesta il ritmo, si contestano le parole, si contestano anche gli strumenti. Dalla forza e dalla creatività, tra la chitarra e il fucile, sono nate, stereofoniche, le lattine. come le bottiglie coi sassolini dentro o i bastoni battuti l'uno sull'altro: le percussioni in sostanza ritrovate e rinnovate; un ciclo produttivo, quello degli strumenti musicali, che - dopo aver toccato il suo tetto nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte e delle chitarre elettriche - ritrova nel lavoro dei suoi artisti più sensibili e intelligenti (anche italiani: Toni Esposito, ad esempio) la fantasia necessaria per recuperare gli oggetti comuni e banali che « fanno musica » ( le bombole di Toni Esposito, ancora); e, in questo, si incontra con un movimento di massa che agli oggetti comuni e banali fa ricorso per accompagnare e sottolineare la propria voce ( i cortei operai col suono dei bidoni, dei fischietti, delle campane; il battere le mani del «ce n'est q'un debut»). A Licola, alla « festa del proletariato giovanile », cosl è stato: lattine che ritmavano la musica, lattine che scandivano il canto; e poi, lattine che aggregavano cinquemila persone in uno stupefacente corteo di giovani uomini, giovani donne e giovani bambini che suonavano cinquemila oggetti. 59 E un canto: iamme, iamme / pisciamme 'n coppa 'a fiamme, con decine di altre strofe,, dopo: straordinario documento di cultura operaia contemporanea, unico esemplare di un canzoniere proletario di massa ancora da realizzarsi e che annovera - a nostro avviso - attualmente la sola Bandiera Rossa). Ma, le lattine possono avere altri e svariati usi, cosl come le bottiglie e i bastoni. E, sempre a Licola, infatti, ad altro son servite le lattine, quando iniziò a cantare Sorrenti Alan, musico di professione. Fu un coro di fischi, di urla, di improperi, e fu un lancio di lattine che oscurò la luna. Noi, francamente, mal sopportiamo Sorrenti Alan; ci piace, solamente la sua « Dicitencelle vuie », figuriamoci. Ma abbiamo la seguente idea: che oggi quello della musica sia un campo aperto, di sperimentazione, di confronto, di scontro anche; sia un terreno sul quale molti si muovono alla ricerca di una propria identità e che una « cultura della musica », oggi, sia necessariamente il risultato di mo!te parziali identità, di molti spezzoni e frammenti; siamo per questo contrari ai giudizi troppo netti, agli ostracismi brutali, alle affermazioni perentorie. Nonostante questo, abbiamo, naturalmente, le nostre preferenze e i nostri gusti, ma pensiamo che soprattutto in questo settore, dove i « patrimoni culturali » definiti scarseggiano, il pluralismo sia necessario come l'aria; e se allora Alan Sorrenti va gratuitamente a una festa - qualunque possa essere il suo « oscuro disegno » - abbia diritto di farsi sentire, e serenamente giudicare. E non siamo d'accordo con chi dice che, se il pubblico non comanda sul palco non _suona sul palco, non fa sentire la propria voce sul palco, ha un solo modo per far sentire la propria voce e difendersi da quella di Sorrenti: le lattine ad altezza d'uomo. Ci sono modi diversi di confrontarsi coi nemici del movimento e, invece, con chi del movimento non è, forse, né parte né alleato, ma semplice e problematico (e ambiguo anche) interlocu tore: si può, ad esempio, col suono di trentamila lattine sovrastarne il canto. Simone Dessi
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