Muzak - anno III - n.07 - novembre 1975

Musicanalisi Uorecchio mancante « Se la realtà è contraddittoria, l'arte non può essere forma ma tensione »: da questa considerazione nasce una nuova interpretazione del jazz-rock Un'interpretazione, cioè, ::he cerca di fornire « l'orecchio mancante»: di esaminare, in dialettica con i contenuti espressivi e i risvolti sociologici, i problemi di linguaggio della musica, e del jazz-rock in particolare. Dunque ci ns1amo. Davis è un genio o un furbo? Insomma lui e i suoi discepoli elettroacustici fanno del jazz si o no? L'aspetto più evidente del cosiddetto rock jazz è certo il fatto di essere affrontato da due punti di vista completamente diversi. °Q'.ll '69 ad oggi, cioè da quando Davis gettò il sasso con Ritches Brew, di fronte a quesre ~onorità è stato contemporaneamente possibile nut~irsi cli « buone vibrazioni » è scandalizzarsi perché una tromba è elettrificata. Il fatto può significare che già come intuizione questa musica è nata scavalcando gli schemi mentali già esistenti, moltiplicando i temi da considerare e rendendo necessario un nuovo tipo cli ascolto e cli atteggiamento. Voglio dire che per lo più i due ambienti critici chiamati in causa hanno dimostrato la incompletezza dei loro naturali metodi, non riuscendo ancora a fornire la giusta collocazione né a Davis né agli altri musicisti di quella che è definita la sua scuola. I cr.itici cli musica rock sembrano legati ad un certo pseudoromanticismo verniciato di freak e affetto da smanie letterarie con cui riescono a tenere in vita una anacronistica frattura tra ciò che è considerato istintivo « artistico » e ciò che è razionale quindi per forza « tecnicistico ». La musica è affrontata quasi esclusivamente nella sua dimensione inconscio-emotiva con l'evidente disinteresse verso un metodo che ponga il problema del rapporto tra il risultato finale e le scelte tecniche dell'artista. Il musicista è così il genio folle, il disco pura intuizione materializzata, non fatto artistico e tecnico insieme. La critica jazzistica tradizionale invece, pur avendo già in mano il metodo della necessaria analisi strutturale, manca completamente della coscienza del significato sociale ed espressivo che certe forme musicali hanno avuto 111 39 questi ultimi anni. Un pluralismo arcaico, una fissità pa: radossale di schemi critici sono il filtro attraverso cui si osservano con sufficienza tutte le esperienze « impure ». Si grida ancora: questo è jazz, questo non lo è; e si è fuori del tempo, sapendo che la storia stessa del jazz non è quella di un linguaggio colto che vive della conservazione di se stesso, ma un continuo superamento di schemi e classificazioni, operato di volta in volta attraverso il contatto con le più diverse culture musicali. La definizione di un jazz cli razza pura visto di forza nello stile più legato alla tradizione degli anni '50 cioè nell'hard bop, rischia di coprire significa ti oggi più emergenti: l'attualità, la ricerca di nuove associazioni espressive. Il jazz riappare nella sua volontà di imporsi come musica di massa. E' questa la prospettiva aperta dall'importantissima verifica iniziata alla fine degli anni '60, una volta esaurita l'attualità più immediata e sconvolgente della rivoluzione free. Una riverifica soprattutto della collocazione sociale, del rapporto quasi accademico di avanguardia-élite ad uso e consumo di un pubblico, specie in Europa, essenzialmente borghese. Un pubblico non protagonista e incapace di rimandare a quella musica il suo senso storico e politico di espressione intelligente delh realtà attuale e degli scontri che la configurano. Coscienza quindi di un nuovo bisogno di comunicazione. E' innegabile che la musica rock abbia avuto fino a pochi anni fa una ragione sociale di esistere, che sia stato insomma il risultato creativo, comunicativo di una generazione e del suo grosso scontro sociale. La dimensione sonora coinvolgente, il suono elettrico e distorto, lo stile ritm:co pesante e ossessivo rappresentano i motivi con cui ']uella base sociale ~entiva ed esprimeva il proprio modo èi essere. La rabbia, le scelte, il comportamento anche nei confronti della musica stessa: la danza, il senso di identificazione in un gruppo come sorta di una nuova tribalità urbana, la riscoperta del valore espressivo del corpo, la sessualità, la musica come esperienza totale. La coscienza di questa socialità sembra sia alla base della svolta che parte di questa generazione di jazzisti ha imposto alla sua musica. A questo si riferiscono Chick Corea, Stanley Clarke, Jan Hammer o Billy Cobham quando parlano della immediatezza come il problema più importante della loro attuale produzione. Una immediatezza che in un artista sincero significa creare attraverso un linguaggio che abbia una sua ragione di esistere, che rimandi a immagini vere, vissute. D'altra parte la tenuti generata mercificazione Weather Aeport crisi di condalla totale del rock, svuotato e ridotto a mostruosa macchina spettacolo, lascia aperto lo spazio alla ricerca di un linguaggio-ponte che permetta ai musicisti e al pubblico più seri di sfuggire alle squallide mode della decadenza e del revival per passare, attraverso la spontaneità, alla comprensione dell'intero mondo musicale jazzistico. Non che l'aspetto più importante del rock jazz stia in questa prospettiva « riformista »; l'incontro di queste due culture musicali, oltre che abbastanza naturale, in quanto espressione spontanea ➔

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