sta ai lettori di Muzak come antitesi della cultura scolastica: come qualcosa, cioè, che va nel senso di capire la realtà e il peso della propria condizione, non di evaderla a favore di nozioni astratte da smerciare in cambio del diploma. C'è chi fa l'amore e chi no Il 65% dei ragazzi ha g1a fatto almeno una volta l'amore, delle ragazze il 56%. Comunque più della metà. La punta massima di liberazione appartiene alla borghesia, la massima percentuale di vergine, 47% al proletariato. Per i ragazzi è il contrario: il 7 5 % dei giovani proletari fa l'amore. La prima considerazione che ci viene in mente, purtroppo, è questa: i modelli di comportamento sono imposti soprattutto alle classi inferiori, per rinforzare la loro subalternità. Se il modello femminile è ancora, anche se con minore perentorietà, quello della vergine pura e incontaminata di tradizione democristiana, il mo<l<:llo maschile è indubbiamente, « tante amanti, tanto onore». Infatti tra i maschi e femmine della classe alta c'è una certa omogenità. Ma non vogliamo scambiare l'aver fatto l'amore con la liberazione sessuale: sono quasi sempre i ragazzi a prendere l'iniziativa, nessuno ammette di avere problemi sul suo sesso, cioè una almeno di quelle diffusissime paure di « non essere all'altezza » che vanno sotto l'etichetta di gallismo. Il 70% circa delle ragazze nega recisamente di essersi mai masturbata. Molto spesso nello stesso affermare di aver fatto l'amore c'è una sottile componenterepressione: « Tra le ragazze hanno risposto soltanto quelle che avevano già avuto qualche esperienza con l'altro sesso. Le altre non hanno toccato la scheda », ha dichiarato un'insegnante in uno dei licei inchiestati. E' una repressione di tipo nuovo, quasi rovesciata: 9ieci anni fa era vergogna non essere vergini. Adesso la vergogna cambia colore? Mi piace tanto la mia compagna di banco, ma gli omosessuali mi fanno schifo. Il 15% delle ragazze ha ammesso di aver provato attrazione verso le altre ragazze, ma solo il 2% ha un atteggiamento positivo nei confronti dell'omosessualità. Maschi e femmine a stragrande maggioranza si dichiarano soddisfatti del loro essere maschi e femmine. « Esibizioniste lesbiche » è definizione ancora troppo frequente del movimento di liberazione della donna da parte maschile. Evidentemente lo stadio di liberazione concesso e incoraggiato dalla nuova faccia svedese del moralismo della borghesia non comprende ancora l'apertura alle esperienze « irregolari », al piacere che non procrea, non sposa, non sistema. E anche aver presente la potenza repressiva del nemico non serve a Amore grammatica , In terza media hanno iniziato a parlarsi, in quinto ginnasio a chiamarsi per nome e ad uscire insieme; poi si sono abituati a vedersi molto spesso: sono studenti delle classi miste. E le disperate invocazioni dei ragazzi, digiuni di latino e di troppe altre cose, molte volte hanno infranto le timorose resistenze delle compagne. Da troppo poco tempo liberi di uscire di casa al pomeriggio, per sprecarlo troppe volte a studiare. Loro non hanno avuto bisogno di abbordare le ragazze per la strada; per farti capire che ci sono anche loro, ad avere in ogni caso diritto a non morire di isolata vegetazione. Ad avere una persona chiunque, l' spesso comunque. E magari da schiacciare, da bravi maschi sciovinisti, perché cosi vuole il bombardamento sottocultura/e di cui sono vittime e complici. Non hanno avuto bisogno di arroganza e di cortesia, o addirittura di particolari scaltrezze nei placcaggi. Nel frattempo i privilegiati scolarizzati avevano imparato a studiare molto, e soprattutto a casa di lei, con gli altri compagni di classe. Per riverniciare la propria pubblica immagine di scavezzacollo, lui un giorno l'aveva invitata a cercare i più disparati e reconditi libri in biblioteca; e poi di nuovo a cercar sassi al museo delle scienze naturali. Avevano iniziato a frequentarsi cos;, con tante scuse. E da Cicerone al primo bacetto, molto tempo era stato necessario e tanti sorrisi e tentati approcci; tutto un cercarsi, riconoscersi e tentare di capirsi, facilitato dal contatto quotidiano. E quando furono grandicelli, ormai sapevano quasi tutto; tznche se sua madre non li lasciava mai soli in casa e lei non era ancora mai andata all'AIED. * * * E cosi nel modo attualmente meno traumatico, si era formata una nuova scolastica coppietta. Nata dall'esigenza di non rimanere schiacciati dall'apologia dell'arrampicatore sociale, moderno Robinson Crusoe, che la borghesia continua a di/fondere per incoraggiarel'individualismo e la sfiducia nelle soluzioni collettive; pensando magari di screditare cosi, con fulgidi esempi, la solidarietà degli sfruttati. E viene riproposta come nel romanzo di Defoe, lo stesso rapporto tra uomo e mondo circostante: la natura è il regno dell'uomo che va conquistato, che l'uomo da solo, anche in una isola deserta, anche nella rovina o nello abbandono della intera propria specie, nell'ultima apocalittica soluzione, è sempre in grado di conquistare. Non hanno precisato a quale prezzo, i posteriori decantatori delle robinsonate. LII coppia non va, ma è ancora meglio di niente. A chi si rifiuta alla sorte di Robinson Crusoe, non resta che, provvisoriamente, cercare di non morire, per resistere e poi contra/laccare; non ha importanza se il nostro esercito sarà diviso in coppie o se non lo sarà. « Una gioia de potrà suscitare la nostra invidia, è solo nell'aria che abbiamo respirato, fra persone cui avremmo ?Otuto rivolgerci, con donne che avrebbero potuto farci dono di st ». L'ha detto un tedesco - Walter Beniamin - 40 anni fa. Marcello Sarno
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==