rato. Comunque un aspetto importante di questo disco è la non-professionalità di me stessa: non è che io sia arrivata al disco attraverso un preciso curriculum, cioè volendo arrivare al disco. E' stato un caso, un'avventura. E' stato che un « tal personaggio » ha sentito una bobina e mi ha detto di fare un disco. M: Ma parliamo prima, un attimo, del « grosso scandalo » di Parco Lambro. A: Non so quante volte l'ho raccontato non ne posso più. Era un pomeriggio di sole cocente dopo una pioggia scrosciante. No, a parte gli scherzi, è stato bellissimo. Sai che Re Nudo era diviso in giornate: la giornata antimilitarista, la giornata della droga, dell'elefante e anche della donna' tremendo, no? Bellissima come trovata: « Facciamo la giornata della donna così arrivano quelle quattro sfigate delle femmiAntonietta laterza niste, le accontentiamo, non ci rompono il cazzo e le teniamo Il buone ». Però noi arriviamo in ritardo, abbiamo sbagliato giorno, un gran casino: il turno delle donne era prima. E' stato un caso. Adesso, a posteriori, dico che sono contenta di questa cosa, ma allora non ero consapevole, ero solo in ritardo. Cosi abbiamo cantato il pomeriggio di non so quale giornata speciale. C'erano almeno 50.000 persone, tutte Il, in questo clima boh, ti rendi conto: non so suonare la chitarra, non ho mai cantato in pubblico, una fifa incredibile. Prima aveva cantato della gente importante. Antonietta data in pasto ai leoni. No, che poi, in principio sono stati tutti buonini perché hanno detto: « Ah, il collettivo femminista bolognese, boh? ». Però buoni. Con tutte le femministe brave brave Il davanti a noi che non fiatavano. La gente stava zitta. Allora ho iniziato io, ho cantato 2 canzoni. La gente non sapeva che fare. Non capiva se aveva capito, non sapeva se applaudire, cioè, non riusciva a capire dove volessimo arrivare. Poi, a un certo punto, una femminista milanese è salita sul palco dicendo di togliere un manifesto molto offensivo nei confronti della donna che raffigurava un operaio in tuta col pugno chiuso e una donna nuda col pugno chiu· so, sl, col pugno chiuso, ma nuda. Tremenda 'sta cosa qui. Lei aveva toni bbastanza perentori, ma gentili: « Voi 'rivoluzionari'! Questo è un fatto offensivo, è una assurdità, dovete assolutamente togliere quel manifesto ». Allora si è accesa l'aria, sono volati i primi fischi. Avevano capito dove volevamo arrivare: cioè, anche se cantavamo come gli altri, eravamo pur sempre le femministe, quelle con le quali loro si sono sempre scazzati. Le canzoni dopo sono state tutto un casino. Urlavano, fischiavano ... M: Ma cantavi sempre tu? A: No dopo ha cantato anche Fufi, di Roma. M: Alcuni dicono che i casini ci sono stati perché Fufj cantava male ... A: Ma ti prego, sono assurdità. Bene o male noi facevamo un discorso provocatorio all'interno della pace po23 litico-sociale di Re Nudo. E la gente prima non sapeva come reagire. Fufi ha cantato una canzone dichiaratamente omosessuale e molto provocatoria, non era quella che si dice una « bella » canzone, però, a quel punto, non c'entrava più niente il bello. Dopo la storia del manifesto s'era rotto qualcosa. Qualsiasi cosa cantassimo o facessimo risultava provocatoria. Si sono formati dei gruppi: donne incazzate con quelli che fischiavano, che ne dicevano di tutti i colori, che si tiravano giù i calzoni per rispondere alla nostra provocazione, insomma queste venivano circondate da maschietti infuriati e sono volati anche cazzotti. Noi abbiamo continuato a cantare. Le femministe ballavano e cantavano con noi ed erano un casino. Duecento donne avevano circondato il palco. Non si capiva più niente: davanti a noi una marea di donne che si muoveva, dietro gente che premeva. Gigi Noia che è saltato sul palco urlando: « State zitte, lo impianto sta per saltare! ». Tutti gli organizza tori che ci volevano togliere i microfoni di bocca: « Salta tutto! Come facciamo?!?- » e salivano sul palco. Un vero girotondo. Poi, alla fine, verificato che questi erano proprio stronzi, cioè che non ascoltavano nemmeno le canzoni che volevano solo attaccare, abbiamo chiuso in bellezza con il culmine della confusione. Quando abbiamo cantato « E sebben che siamo donne » nella nostra versione che dice « il maschio col padrone son tutti d'ammazzar », è stato tremendo, però molto bello: nonostante il caos siamo riuscite a cantarla e ripetevamo il ritornello senza sosta. Poi siamo uscite perché altrimenti ci linciavano. M: Quanto avete suonato? A: Abbiamo tenuto botta per un'ora, non andavamo più via. E i casini sono cominciati dopo un quarto d'ora. E' stata una vera e propria lite. Noi ci davamo il cambio: canzoni, discorsi, slogan. Molto bello, anche come presa di potere di quella situazione. Cioè, che è successo? Re Nudo ha cercato di evitare lo scontro e il confronto, (p~rché poi il confronto è una cosa non verbale ma totale, non di recupero), ha voluto evitare lo scontro ghettizzando il discorso delle donne. Che poi quando noi ci siamo. espresse in un momento « normale », lo scontro c'è stato, perché è inevitabile. Nella « giornata della donna » tutto è concesso. Ma il giorno prima c'erano quattro gatti e non è successo niente. Monotonia e indifferenza assoluta. M: Ma perché, secondo te i compagni si sono incazzati? A: Perché i compagni sono dei maschi e mi stupirebbe che non si incazzassero, sarebbe una mistificazione, una sciocca mediazione. M: Cosl l'unica cosa che si può fare è incazzarsi? E' una provocazione? A: Io ti ho detto quel che è successo e ti potrei portare 1.000 altri esempi, l'eccezione, comunque mi insospettisce. Matteo Guerrintore
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==