Cinema C~un ~anioneseduto mprimafila Ci piace riprendere il discorso dei filoni con quello che è il padre di tutti, l'amante costante di intere leve di frustrati, la matrigna perversa ma generosa di registi e produttori. Parliamo, è evidente, del film erotico (o porno), che ha avuto nell'agosto scorso un vero e proprio revival. Già, da noi tutto arriva smorzato, ma il festival del film porno di Parigi ha dato le indicazioni concrete di quello che sarà fra qualche anno la svedesizzazione dei nostri costumi. Godete repressi di tutto il mondo, gioite vecchi e nuovi pornofili, e godete pure voi (ma sl, via, perché no? ) moralisti ipocriti di tutt'ltalia: finalmente, almeno, i vostri strali si potranno rivolgere contro autentiche pornopellicole e non contro ingenui e brutti filmacci conditi di un misero sesso intravisto. Che è successo a Parigi? I giornali ne hanno riportato varie cronache: in sintesi si poteva assistere a una specie di maratona della pornografia. Al punto che, se uno si eccita veramente a questo tipo di filmetti, rischia di uscire su l'orlo dell'infarto secco. Ma in realtà, salvo qualcosa, non si tratta neanche di prodotti particolarmente eccitanti. Cose viste e riviste e anche, scusate, abbastanza sapute. Per il cinema vale, è chiaro, lo stesso discorso delle riviste porno, ma forse - se si può - è anèhe peggiore: il giornale, bene o male (anzi malino o malissimo) lascia un minimo di spazio alla fantasia: vedere una donna nuda (o un uomo, se preferite ) in posizione come si dice non proprio casta può essere stimolo di una qualche rimemorazione, o immedesimazione, o, che ne so, di qualche fantasia. C'è insomma spazio per non essere proprio del tutto idiotizzati e repressi ancor di più. Ma il cinema porno ti fa vedere proprio tutto e allora uno si chiede: e a me? Cioè, se ci capite, perché mai uno dovrebbe essere contento a vedere due, tre, sei, ventisette persone, superare in fantasia anche il kama-sutra mentre lui sta seduto su una sedia, vestito, e in mezzo ad estranei che, magari, sono anche brutti? Erotlka. oslcotlka. nevrotlkA 54 Al massimo il poveretto, se ha proprio voglia di esercitarsi in equilibrismi pseudoerotici, nutrirà profonda invidia per i fortunati e se una biondona nuda e disponibile occhieggia dallo schermo e poi viene, diciamo cosl, soddisfatta (bontà sua) da un altro (e viceversa) , uno si sente ancor più represso di quando è entrato. Ma, e qui il punto, il tapino non lo sa. E si guardano bene questi falsi liberatori dei costumi dal farglielo sapere, Esce sl, il povero spettatore, complemente schizofrenizzato, ma tutto sommato pensa di aver adempiuto a un dovere. Torna a casa e anche per quel giorno la sua libido è sublimata (al livello un po' basso, ma pazienza) . Se non fosse vero sembrerebbe di leggere un libro di fantascienza. Carina poi la notizia riportata da qualche quotidiano che i sociologi e gli psicologi di massa hanno seguito con interesse questo festival per capire cosa spinge il pubblico a consumare prodotti di tanta sottocultura erotica (viva De Sade, fra parentesi). Quando, tutto sommato, basterebbe la notazione, persino banale, che tutto può esser reso consumabile e più che ·mai i surrogati: costano me0 no e sono socialmente innocui. Ma se la gente imparasse per davvero a fare l'amore, questi ignobili pezzetti di celluloide avrebbero, nelle pattumiere, il loro posto assicurato. Ma, e qui il nodo, se tutti imparassero a far veramente l'amore, imparerebbero anche a lavorare meno e meglio, a consumare in modo diverso, a non farsi imporre tutto in nome del profitto e delle supreme ragioni dell'imperialismo, culturale o economico che sia: e vi pare che ce lo permetterebbero? G.P. &otikaerotika psicotika Di sfuggita, e tanto per non sembrare poco patriottici., parliamo anche di un film il cui titolo e i cui strilli pubblicitari farebbero pensare a una pellicola porno. Allora diciamo subito che: è casta come un giglio ed è brutta come !'on. Gava senior. Si tratta di un filmino semplice e altrettanto pieno di pretese. Risultato? Un'emerita idiozia. Senonché qualcuno accecato dal « sesso » potrebbe cascarci e uscirebbe deluso e per niente eroticamente rinfrancato. La storia non mette conto di essere raccontata, visto che il regista è talmente presuntuoso da credere che gli sia concesso fare film senza trama definita, con pessimi attori, una fotografia demenziale, un affastellarsi isterico di strilli e un continuo fare il verso a personaggi culturalmente ben più spessi: da Pirandello a Robbe-Grillet, da Freud a Zeffirelli, e potete citare pure un nome a caso che nel film ve lo ritroverete, anche se ridotto a barzelletta (e convenite che ridurre, non so, Zeffirelli, che è già una freddura, a barzelletta ce ne vuole). Ma, si domandano i lettori-spettatori, e tutte quelle frasette di elogio che compaiono sulle locandine, giudizi di illustri critici? Non le abbiamo verificate: ma ci possono essere tre ipotesi. 1) Son tutti rincretiniti; 2 ) son corrotti (ma è fantascientefica, beninteso); 3) le frasi vanno completate più o meno cosl « un capolavoro » ( di idiozia) , « il film più sconvolgente dell'anno » (per la sua imbecillità), (chi crede di vederci) « un gioco pirandelliano » ( è un emerito idiota) e via estrapolando. Dopodiché, ammesso pure che i critici si siano rincretiniti, a noi, scusate, ma che ce ne frega? G.P.
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