Muzak - anno III - n.06 - ottobre 1975

La funzione dell'msegnante viene intesa ancora in senso tradinale, come trasmissione di valori culturali e di modelli di comportamento; la sperimentazione, oltre ad essere affidata esclusivamente alla categoria docente è sempre sottoposta alla approvazione e al controllo gerarchico. Gli accordi del maggio '73, per garantire la libertà di insegnamc:uto, si riferivano esclusivam..:nte ai principi costituzionali e agli ordinamenti legislativi che li applicano; il d.d. corrispondente invece, parla di ordinamenti della scuola (ancora fascisti per la maggior parte) e di « rispet10 per la coscienza morale e civile degli alunni », formulazione che, nella sua genericità, tende a fare del problema educativo un gesuitico caso di coscienza, anziché un problema sociale. La grossa novità dei d.d. è rappresentata dalla partecipazione alla vita scolastica dei genitori, portatori, in quanto tali, di interessi privatistici e di istanze molto spesso conservatrici e quindi più facilmente disposti ad assumere il ruolo di controllori sia degli insegnanti progressisti che degli alunni politicizzati. Negli accordi di maggio, invece, la scuola si apriva ai ciuadini e ai lavoratori, portatori di istanze sindacali, sociali e politiche. Gli studenti di fronte al decreti delegati Il movimento deglì studenti ha reagito ai d.d. in modo molto diversificato e in generale disorientato, anche perché spesso ha prevalso da parte delle varie organizzazioni politiche la preoccupazione di affermare la propria linea nelle varie scuole, piuttosto che quella di rafforzare e unificare il movimento di loua. Fascisti: Con rapida conversione dal « no •> al « si » ai d.d., in alcune scuole hanno presentato liste proprie. dovunque si sono adoperati per la riuscita delle liste di centro-destra, qualificatesi come democratiche e anticomuniste (il Fronte della Gioventù con manifesti murali invitava a votare le liste anticomuniste). Centro ( qualuhquisti, « indipendenti», cauolici integralisti): etichetta comune l'anticomunismo e l'apoliticità della scuola e della cultura. Appoggiati dai fascisti, dai clericali, dai presidi, dagli insegnanti reazionari avevano come unico fine. dimostrare l'inconsistenza numerica del movimento degli studenti. FGCI: il PCI ha mobilitato la organizzazione giovanile, la struttura di partito, il sindacato nella campagna eleuorale per gli organi collegiali, considerando i d.d., pur con varie riserve, un primo avvio verso la democratizzazione della scuola e un primo passo verso la riforma. La FGCI ha intrecciato al tema della partecipazione agli organi collegiali quelli di più ampia portata politica, come il voto ai diciouenni il dirit10 allo studio, la sperimentazione e la riforma della scuola. Ha presentato liste unitarie aperte a tutti gli studenti democratici. PDUP per il Comunismo (Cpu) Avanguardia Operaia (Cub): hanno individuato nei d.d., un'arma per la normalizzazione della scuola data in mano alle forze reazionarie e conseguentemente hanno portato avanti all'interno delle scuole una linea astensionista, che ha cercato di concretizzarsi in una pratica alternativa che aveva i suoi cardini nelle 150 ore, nel monte (ore seuimanali autogestite) e come obiettivi strategici scuola aperta ai lavoratori, democrazia direua, costruzione di un nuovo sapere per una società cqualitaria. Lolla continua (CPS): Ha proposto di partecipare alla elezione degli organi collegiali con « liste di movimento» (formate da militanti designati dalle assemblee) e nella campagna eleuorale ha visto una occasione di allargamento del fronte di loua antidemocristiano nella scuola. Di fronte a questa pluralità di posizioni il primo dato che emerge è che d.d., almeno per quanto riguarda l'anno passata, sono riusciti a dividere ulteriormente il movimento degli studenti e il progeuo di « conrrori forma » del governo ha pre38 so forza anche dalla debolezza della controparte. Si è avuta l'impressione che la maggioranza degli surdenti non abbia compreso a fondo e fat10 propri i motivi di confliuo delle avanguardie, divise tra partecipazionisti e astensiosti, e la presentazione di una lista e di un programma elettorale non sempre sono stati occasione di una effettiva crescita politica. Inoltre, forse per la prima volta, hanno avuto spazio per la propaganda gruppi moderati e sedicenti apolitici, che hanno usato spesso l'arma della provocazione e della divisione. I risultati elettorali Da un'analisi consuntiva dei risultati delle elezioni degli organi collegiali emergono questi dati rilevanti: 1) La linea astensionista non è passata. Ha votato una schiacciante maggioranza di studenti. 2) La tesi delle destre, secondo la quale la lotta nelle scuole sarebbe provocata da pochi estremista isolati, è stata sconfessata. Il successo delle liste di sinistra ha dimostrato che la cosl detta maggioranza silenziosa ha un orientamento politico democratico e progressista (confermato, dopo il voto a diciot1enni, anche dai risultati eleuorali del 15 giugno). 3) Tra gli insegnanti è prevalso un orientamento moderato-conservatore anche se le liste dei sindacati confederali, aperte però a 1ut1e le forze « democratiche ,., hanno avuto una affermazione (per esempio a Roma 55,61% sono stati gli eletti in liste di centrodestra, 44,39% gli cleui in liste democratiche, di cui il 25,90% iscritti alla CGIL scuola). 4) La mobilitazione dei genitori democratici nei comitati di quartiere e nelle sedi dei partiti, anche se non ha dato risultati rilevanti sul piano eleuorale, è servita a sensibilizzare vasti strati popolari e del ceto medio ai problemi della scuola, portando a un livello politico più vasto, temi tradizionalmente legati alla sfera privata (crisi della famiglia, problemi dei giovani, crisi della occupazione). Normallzzazione strisciante Il meccanismo elettorale non solo ha previlegiato la componente più arretrata della scuola, quella degli insegnanti, (in un istituto, ad esempio, con 60 insegnanti e 1000 alunni, i seggi degli insegnanti nel consiglio di istituto sono otto più quello del preside, mentre 4 sono quelli degli alunni e 4 dei genitori), ma il gioco dei resti nel computo finale dei voti, ha reso possibile l'attribuzione di seggi anche a liste minoritarie, per gli· studenti quelle di destra, per cui è risultata, in molti consigli di istituto una maggioranza moderata o conservatrice. Anche in questa sede strettamente elettorale si conferma la funzione m.• malizzatrice dei D.D., volti aa •• sicurare saldamente in mani ho.- te (insegnanti, genitori e stuaenti conservatori) la gestione della scuola. Inoltre le circolari ministeriali successive hanno ribadito la volontà governativa di mantenere intatta la struttura burocratico-corporativa della « nuova » scuola. Ad esempio è stata vietata la partecipazione pubblica, sia pure a titolo di sola presenza, alle sedute degli organi collegiali e si è tentato di ripristinare la tradizionale logica coercitiva dei regolamenti di istituto, con una circolare· che propone un regolamento di istituto " tipo ,. per tutte quelle scuole che non ne abbiano elaborato uno proprio. Dopo un anno di D.D. è ormai chiaro con quali meccanismi la scuola riesce a conservarsi uguale a se stessa, ma è altrettanto chiaro quali sono gli obiettivi per i quali è possibile, da subito, initiare una battaglia per la difesa dell'agibilità politica della scuola, contro la normalizzazione, e per una effettiva apertura dell'istituzione alle forze sociali, contro il corporativismo. Per questo è importante che il rinnovo della componente studentesca negli organi collegiali avvenga più rapidamente possibile e veda gli studenti più decisi su una linea unitaria. Luisa Palombo Lidia Caimi

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