Umanistica », ci lasciava una certa libertà di studio. Nel programma ministeriale per « Cultura Umanistica » si dovrebbe studiare la storia, l'Illuminismo, il Rinascimento e cose così. Ma non è mica una cosa seria: è una materia importante come religione, anzi anche meno, quella magari ha una funzione immediatamente ideologica, questa invece... Ora questo professore era abbastanza democratico, ma aveva paura di perdere la cattedra. E alla fine, gira e gira, i contenuti erano quelli del programma e dovevano venire fuori. In caso contrario erano incazzature. Non ti faceva pm rientrare in classe per un mese ed era molto più noioso ·di un 4. Era, in breve uno che cambiava i metodi, ma non i contenuti. L'anno scorso, invece m'è capitato un professore estremista, uno di avanguardia operaia ed è stato tutto diverso. Ci lasciava anche la scelta degli argomenti. Non aveva preconcetti. Con lui ho fatto uno studio sul Movimento degli studenti. Altri hanno scelto argomenti come la musica, gli spettacoli, le trame nere, la situazione Medio Oriente, il terzo mondo, il Portogallo. La musica e gli spettacoli apparentemente sono stati gli unici argomenti prettamente culturali, ma in realtà lo erano anche gli altri, si badava alla conoscenza approfondita delle cose. Si è sovrapposta la conoscenza alla cultura... non credo del resto che siano due cose separate. Cos'è per me la cultura? Conoscere per cambiare, per dirla con formula. La cultura come la si intende in genere a scuola viene rifiutata, non ci si crede ... è una cosa morta. Per dire: in una classe abbiamo chiesto e ottenuto di sostituire Dante all'Inferno con Che Guevara in Bolivia... Ci sono due livelli della cultura. C'è l'erudizione, cioè sai delle cose ma le tieni nel cassetto. Poi c'è l'altro livello che ti porta a conoscere delle cose perché ci vivi e ti interessa cambiarle. Allora ci intervieni e per questo ti può servire tutto, anche la storia dell'età della pietra ... Per me quello che conta è la finalità. Per esempio leggo romanzi solo per svago, oppure, quando possono fornirmi degli elementi, per capire la realtà. Però allora li studio, non li leggo. Mentre invece la cultura che ti danno a scuola non è finalizzata a niente bhè certo le materie tecniche ti danno qualcosa, ma sono finalizzate alla produzione ... e non è una bella cosa. Non me la sento di parlare in generale della cuitura a scuola, anche se c'ho pensato spesso, una cosa molto complicata. Ognuno si rapporta alla cultura in modo diverso: dipende dalla propria esperienza, dalla forza e dall'unità fra gli studenti nella classe... Ci sono tre elementi: il professore, la materia, tu nella tua situazione. Queste sono, come si dice? ah sl, le variabili. Per dire, può capitarti in una cena 31 situazione con un certo professore di Matematica, che di solito serve solo per la Matematica, ti serva invece per farti una mentalità matematica, per aiutarti a ragionare meglio... Da quando c'è il professore estremista sono finite le discussioni di metodo, lunghe e noiose, alla fine inutili e frustranti. Abbiamo cominciato a scegliere argomenti e a portar li fino, in fondo. E' già abbastanza positivo riuscire a rifiutare la vecchia cultura e cercare e trovare le cose più ,coinvolgenti, più immediate, anche se non si arriva ancora a rivitalizzare la cultura vecchia. Lo studio mi è sempre servito per capire qualcosa di più. In fondo vado a scuola perché non trovo un lavoro, perché non voglio perdere il mio tempo e perché non voglio restare sola. La scuola è pur sempre un posto che ti costringe ad entrare in rapporto con la gente ... Ma imparo anche qualcosa rispetto alla mia qualificazione professionale. Penso che il ruolo della scuola rispetto alla qualificazione professionale sia a due livelli: la scelta del ramo e il livello della conoscenza professionale. Rispetto al primo la scuola non ha nessuna funzione: hai già scelto andando al professionale, ma rispetto al secondo ne ha una determinante ... Ci sono molte cose che mi piacerebbe imparare a fare, ma ci vorrebbero 203 vite per imparare a farle tutte ... Ogni anno ne cambio una un po' il chimico... un po' il fotografo ... Però, senti, le mie tre più grandi soddisfazioni le ho provate quando ho fatto la mia prima radio, il mio primo miscuglio, la mia prima fotografia ... Ti sembrerà strano ma per me questa è cultura... non so bene come spiegarlo... è legata alla tua produzione, ma è una tua creazione di qualcosa. Una proposta legge per la riforma della scuola? Scuola unificata a tutti i lizavelli, gratuita e di massa ( senza selezione interna e con l'abolizione della separazione rigida tra le materie). Serenella Cipolla, 17 inni, ha tre• quentato la prima magistrale, • Ml, fono, figli■ di opar■I. Io ho rifatto per due volte il primo anno delle magistrali, quest'anno mi iscrivo al serale. Non avevo voglia di stare a casa, ma neanche di lavorare. Ho fatto per un anno la segretaria in uno studio di avvocati, ma mi sono stufata subito e così finite ~
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