Bettina Torrenl, 18 anni, ha frequentato la seconda liceo, al liceo Man• zonl di MIiano, figlla di un avvocato democristiano. Andare a scuola ali'inizio per me significava trovare la gente, gli amici, un giro. La consumavo. Poi ho incominciato a farci politica e quindi a usare la scuola. Adesso ogni tanto la odio e se posso non la uso affatto. Sono stufa. A scuola bene o male ci stai, e, in qualche modo, subisci la sua disciplina, ti tocca studiare ... è come un lavoro: ti irregimenta e non ti lascia il minimo spazio. Ogni giorno che passa, ogni ora, sempre Il, sempre uguale... capisci? Un'insofferenza di base; e se fai tanto di pensare a qualcosa di estraneo, di estraneo alla tua vita scadenzata entri in crisi. E allora? E allora niente. Cerco di starmene il più possibile nei corridoi. Cosa ci faccio? Niente. Chiacchiero, litigo, mi diverto su quelli che escono di classe con un tre nuovo, i soliti scherzi con i secchi d'acqua. Oppure faccio politica, chè è molto spesso soltanto qualche cartello da scrivere, le riunioni, i collettivi, i bisticci con il preside ... Interviste La cultura di scuola non è cultura, ma la cultura è un bisogno reale. A scuola si va un po' per forza e un po' per stare insieme. I professori son dei poveracci malpagati. La noia è la bestia Ma l'anno scorso c'era molta meno gente nei corridoi, c'era meno menefreghismo. La gente ha incominciato a cercare di riso!vere la noia ali' interno della scuola bizzarrendosi con i programmi di studio più o meno alternativi... A stare nei corridoi alla fine ti annoi. .. puoi starci un mese, ma poi... sei sempre lì, a non far nulla, sei sempre Il a scuola. La cuitura scolastica non atti• ra più nessuno, ma si può sempre inventare qualcosa... poi ci sono i professori di sinistra e il mito dell'intellettuale di sinistra ... E' pur sempre un liceo questo. Ma la noia resta. Si, per me è un grosso problema questo della noia, mi annoio e non mi vergogno di dirlo, non è mica colpa mia, e non capita certo solo a me. Anzi si può dire che il passaggio Scuola-Noia-Politica sia inevitabile. Una delle cose più divertenti? L'arrivo delle prime classi all'inizio dell'anno, la gente nuova, le ginnasiali che i primi mesi ti vengono a chiedere sugli anticoncezionali e su tutti quei problemi 11e ne approfittano per informarsi anche su qualche ragazzo con la pipa e la barba che hanno visto, che le ha guardate ... Il « bello », il più corteggiato è Emanuele. Uno dei pochi « leader » rimasti. No, non è niente di speciale, in realtà è un compagno come gli altri, solo si fa notare di più. Una volta sì che era diverso, quando andavo io al ginnasio, nel 1969 ... 30 più cattiva. Per noia si arriva a far politica, a giocare nel corridoi, per noia si arriva anche a studiare ... I Decreti delegati sono un po' un ritardo, un po' un regresso. L'insoddisfazione, la sensazione che manchi qualcosa, che si perde tempo che domani non Allora, nelle prime assemblee, i leader ci sembravano esseri straordinari che dicevano cose straordinarie. Erano come dei sacerdoti. Si capisce che i leader affascinavano, ed essere la ragazza di quello dell'ultimo anno che la fa da mattatore in tutte le assemblee, che lo temono e lo odiano tutti i professori, che tutte gli stanno dietro... era una tentazione troppo forte. Adesso mi pare siano cambiate tante cose, Esistono meno i leader, la gente parla e discute di politica, anche senza farla, men, tre prima c'era grossissima partecipazione, questo sì, magari maggiore, ma meno discussione. Oggi la gente è critica, le cose più o meno le sa... il rapporto è tutto diverso ... non c'è più posto per i sacerdoti. Ma soprattutto è cambiato l'ambiente e la mentalità delle ragazze. Intanto sono molte, relativamente a prima, quelle che parlano, poi c'è il collettivo femminista, c'è più coscienza e più autonomia. Per quelle delle quarte forse è sempre un problema parlare in assemblea o nei collettivi... ma nel collettivo femminista no... incominciano ad uscire dal guscio... a capire ... Sai com'è. Non voglio dire che la situazione ora sia chissà come ... però è un fatto, per esempio, che non basta più essere bella per fare quello che vuoi. L'interesse inizia a spostarsi sull'intelligenza, sulla simpatia. Sì, certo, magari ad essere brutta continua a venirti il complesso si trovi lavoro. Serenella, Bettina, Adriano e Giorgio parlano della scuola. d'inferiorità, ad essere obbligata, perché nessuno ti guarda, a realizzarti nelle cose resta un brutto affare. Il Manzoni non è una scuola di rivoluzionari, ma la media è per lo meno riformista e dentro la scuola, nell'insieme dei rapporti fra gli studenti, fra studenti e istituzione c'è un continuo miglioramento. Ci saranno anche delle forme di qualunquismo di sinistra, forse il liceo è anche più facile, ma che male c'è, marginale, di tante lotte. anche questo è un risultato, Un progetto legge? Abolire la divisione in ore, l'obbligo di frequenza... e poi, va bè, le bocciature. Giorgio Clalaghl. 18 anni. ha froquan• tato le terze dell'Istituto professlonalo, a Milano, figlio di operai. Io, come tutti, credo, sento dei bisogni culturali, ma fra questi ciò che mi offre la scuola non ci sono rapporti, se non sporadici. Prendiamo, l'esperienza più fresca. Tre anni fa ovvero un professore del PCI di « Cultura
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