ne da parte del sistema nei confronti dell'artista sincero e appassionato è stato nei loro casi oscenamente accorciato. L'attuale riflusso di certe forme musicali, dai Rolling alle eccitanti e malsane atmosfere di rock blues cittadino dei fratelli Winter, dimostra che gli esempi di cui abbiamo detto non sono andati del tutto sprecati. Oggi Mick Jagger è un uomo d'affari impegnato nella sua battaglia contro il tempo per sembrare sempre bambino, Johnny Winter torna a suonare « ancora vivo e vegeto » dopo l'esperienza di una lunga cura disintossicante, perfino gli scapestrati Jefferson sembrano essersi accomodati in una dimensione più riflessiva. Musica psichedelica e musica intossicata La grande svolta in fatto di musica psichedelica, musica cioè che attraverso una serie di contrasti melodici e Janis Joplin timbrici arriva a coinvolgere l'ascoltatore fino a diventare immagine chiaramente visibile nella mente, è l'avvento dei Pink Floyd di Syd Barret. Già i Moody Blues, dopo un primo momento di canzonette, si sono cominciati a cimentare con discorsi più introspettivi realizzando il placido « In Search Of The Last Chord » ma la loro musica, salvo alcuni episodi tipo « Voices In The Sky », non esce mai da un certo manierismo che sarà destinato a perderla nel corso degli anni. Syd Barrett arriva sulla scena pop inglese e getta le fondamenta per il complesso psichedelico per eccellenza. Si tratta all'inizio di viaggi episodici, con i tagli di tempo della canzone, ma già in « Chapter 24 » o in « Arnold Layne » la ge nialità di un modo tutto nuovo di « sentire >> la musica è chiara non meno che nelle ultime opere. E' l'epoca di una Londra tutta piena di colori, di ragazzi e ragazze coi lunghi capelli sciolti sul27 le spalle che ti sorridono per strada. Al Round House gira la marijuana come un sacramento, ti arriva dalle mani di perfetti sconosciuti e sta• bilisce immediatamente una intimità familiare con chi ti guarda negli occhi. Si sta seduti o sdraiati ad ascoltare la musica e quando se ne ha voglia tutti a ballare. Non è necessario invitare una ragazza: si balla per ballare, spiccando balzi inconsulti, con movimenti che non hanno nulla a che vedere con quelli tipici da discoteca oggi. C'è chi balla indossando una pelliccia e chi gira in canottiera, è una bella stagione per Londra! Poi sul palco arrivano i Floyd: Apples And Oranges, mele e arancie, cantano dolcemente le voci delicate uscendo da un impasto di suoni mai ascoltati prima, angelici. Tutti ascoltano e quella musica diventa una « situazione » tangibile, una esperienza che ti accomuna con chi ti sta seduto accanto: si partecipa tutti insieme a qualcosa che non ha un nome e ti rende soddisfatto della tua generazione. Intanto c'è anche Arthur Brown che si esibisce su quelle stesse assi in abiti sonori del tutto diversi. Entrano i componenti della sua band, tutti tranne lui. Sul palco c'è uno spaventa• passeri di paglia e il chitarrista si avvicina, lo cosparge di benzina e gli da' poi fuoco con un fiammifero. Fire! Dalla fiammata esce tra l'eccitazione sfrenata del publico Arthur Brown, col suo mantello d'amianto, il trucco grottesco e la voce energica. Anticipa un modo di fare spettacolo che verrà poi ripreso da tanti anche più fortunati di lui dal punto di vista economico. Alice Cooper ricalcherà più tardi quella spettacolarità ma nello show di Arthur c'è qualcosa di spontaneo, di non calcolato, e mentre la testa gli va a trecento per tutta la metedrina che ha trangugiato già scende dal palco e si muove tra le prime file « Have ➔
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