Muzak - anno III - n.06 - ottobre 1975

Dall'avvento dei primi gruppi « beat » sulla scena internazionale una storia parallela a quella della musica si è cominciata a sviluppare in un certo mondo: quella della droga. Naturalmente a ben vedere l'abitudine di fumare marijuana o, in certi casi, di fare uso di sostanze molto più « pesanti » non è nulla di nuovo e ha le sue radici nell'esperienza dei primi jazzisti che traevano « ispirazione » dalle vibrazioni elettriche della marijuana messicana in un tempo in cui non era nemmeno vietato farne uso. E' vero del resto che per le prime star del beat accadde qualcosa a differenziarle da tutte le stelle del mondo dello spettacolo che erano venute prima. Ricorda John Lennon: « Ci svegliammo una mattina e per qualche motivo eravamo diversi da quello che erano state le varie " stelle " prima di noi ». L'idolo pop vive in una dimensione tuttosommato molto meno avventurosa dei vecchi musicisti di jazz e il suo contatto con la droga ha luogo, almeno da principio, in un tempo e un luogo dedicati all'ispirazione. Da questo punto di vista tutto è concesso: cocaina, eroina, tutto purché l'artista escogiti nuovi modi di comunicare, combinazioni di pensieri inedite. Del tutto nuovo è il rapporto tra l'artista pop e il suo ammiratore: chi suona e chi ascolta sono ora legati dalla medesima esperienza e l'ascoltatore ricercherà spesso le condizioni in cui l'artista suona la sua musica per poterla rivivere nello stato d'animo più simile a quello in cui è stata creata. Il pop diventa un fenomeno di massa e di massa diventano anche tutti i modi di vita ad esso legati, dalla moda alla droga. I primi a fare allusioni scoperte alla droga sono naturalmente gli ascoltatori, i seguaci del movimento, così quando esce Sergent Pepper con Lucy In The Sky With Diamonds saranno i seguaci-studiosi dei Beatles Dietrolamusica Inchiavdeifix Dall'alba della psichedelia londinese e westcoastiana alla pittura sonora di Jimi Hendrix, droghe leggere e droghe pesanti hanno contribuito a generare due diverse tendenze nell'approccio con la musica pop. a scoprire che le iniziali del brano sono LSD. John Lennon nega questa lettura ma il significato che conta, quello che resta, è quello che le centinaia di migliaia di giovani hanno scelto e Lucy In The Sky rimane per loro il primo messaggio esplicitamente lisergico della nuova musica. Un processo analogo si svolge per Happiness Is A Warm Gun del disco bianco. Non importa se la frase è stata in realtà ispirata dall'opuscolo di una fabbrica di fucili e significa effettivamente « la felicità è un fucile caldo », per gli attenti proseliti il senso sarà « la felicità è un cannone (nel senso di sigaretta imbottita) caldo » o, per chi si è spinto già più oltre, « la felicità è una siringa calda ». Tutti i testi, in un'epoca in cui droga comincia a significare apertura e liberazione, vengono esaminati con occhio attento e malizioso e nemmeno i Beatles occupati nei loro piccoli trastulli borghesi sfuggono a 21\ questo vaglio. Poi esistono altri personaggi circondati da un'aura molto meno raccomandabile dei « quattro di Liverpool ». Ci sono gli Stones, i ragazzacci per antonomasia, con tutte le loro storie di pasticche di anfetamina, le orge e gli arresti a catena. Mick e compagni irridono con insolenza al sistema giudiziario che continua ad arrestarli, Brian Jones viene ammonito dal giudice che si occupa del suo processo a comportarsi meglio, a rendersi conto di rappresentare un modello per tantissimi giovani. Proprio la morte di Brian è la prima doccia fredda sull'entusiasmo un po' diabolico di chi si è convinto dell'immortalità della propria generazione. In quella occasione si riflette anche sul- !' omertà che assai poco ha di rivoluzionario che circonda l'ambiente: quando i suoi amici si accorgono che lui è morto, affogato nella piscina, abbandonano tutti la sua casa e non si potrà sapere mai con certezza che cosa è accaduto. I Rolling sono un affare troppo grosso per rischiare di comprometterlo con un caso di cronaca nera e al resto della band non resta che trovarsi un altro chitarrista e commemorare il compagno in uno storico concerto ad Hyde Park. Ancora non si parla di distinzione tra droghe leggere e droghe dure ma nell'ambito della scena pop internazionale questa distinzione va operandosi naturalmente: anfetamine ed eroina per il blues ed il rock blues e hashish e marijuana per la musica cosiddetta psichedelica. C'è la musica dura e intossicata di Janis Joplin e le atmosfere favolistiche e inebrianti dei Pink Floyd, i fiumi di LSD 25 dei west coastiani e Jimi che già dedicato ad esperienze più dure, rimane sempre legato all'esperienza lisergica e in ogni «bomba» che procede ad iniettarsi nel sistema venoso c'è sempre una forte componente di acido. Gli eroi pop danno l'esempio e anche la droga diventa un fenomeno di moda, di essa nasce un vero culto, insieme al culto della pazzia. Non è ancora chiaro il fatto che certe droghe, l'eroina per esempio, non portano proprio da nessuna parte e altro non sono che un anestetico per sopportare i disagi di una realtà che si è già rinunciato a cambiare. I corpi sono ancora integri e cosl pure le menti e molti percorrono una strada senza ritorno illudendosi che per loro sarà diverso. Non si aspetta Janis di rientrare un giorno perfettamente nelle statistiche che vogliono la sopravvivenza media di chi usa abitualmente eroina dai tre ai cinque anni al massimo! Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e altri ancora avevano certo deciso di non diventare mai vecchi e invece non sono nemmeno arrivati ai trent'anni. Il processo di distruzio-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==