Muzak - anno III - n.06 - ottobre 1975

Folk Larivoluzione dylaniata Pubblichiamo un brano dal libro di Sandro Portelli « La canzone popolare in America» edito da De Donato, da pochi giorni in libreria. E' un saggio che si propone di ritrovare, percorrendo le strade dei folksinger, le tracce della lotta di classe che la « morbida macchina » del capitalismo americano ha tentato per anni di cancellare. Un modo giusto di parlare di musica e un libro da leggere. Bob Dylan: solo un hobo « Fu nell'inverno del 1961. Dylan aveva solo vent'anni, ma aveva già attraversato metà degli Stati, cantando per campare. Era fuggito di casa per andare a Chicago a 10 anni, aveva viaggiato con un circo del Texas a 13, e aveva girato con l'autostop per altri sette anni dal Nuovo Messico alla California (Bob Dylan - Bob Dylan Song book). Come è ormai ben noto, non è vero niente. Bob Dylan era andato via di casa, come tutti i bravi teenagers americani, solo per andare al college poco lontano e - se si esclude un'estate in Colorado - non viaggiò che con la fantasia prima di arrivare a New York per visitare Wody Guthrie in ospedale, nel 1961. Il mi 10 dei suoi viaggi è una specie di ribollitura di tutti i luoghi comuni messi in circolazione da On the Road in poi, e anzi ne segna il superamento: perché i personaggi di Kerouac compiono un viaggio vero, anche se alla ricerca del mito e dell'identità, mentre Dylan si inventa ogni cosa, viaggio, mito e identità. Il Dylan giovane è una somma di questa mitologia del mondo popolare come sede dell'unica vita che valga la pena di essere vissuta, luogo deputato dell'evasione dal banale quotidiano del- !' America provinciale del ceto medio. Attraverso questo mito Dylan forma la sua visione del mondo; non è casuale che il primo contatto avvenga attraverso lo Steinbeck di Cannery Row e il James Dean di La Valle dell'Eden con i cui personaggi si identifica completamente. Steinbeck e Dean gli forniscono la chiave per leggere la realtà in cui vive, la città mineraria di Hibbing, con una componente proletaria e il ricordo degli anni di lotta all'inizio del secolo. Attraverso Steinbeck, Dylan vive anche la sua esperienza nel quartiere bip di Minneapolis, Dinkytown, dove comincia a conoscere il folk-revival, ad ascoltare discussioni politiche, a delineare l'immagine che proietterà all'esterno. Il rapporto con Guthrie e con la musica popolare filtra tutto attraverso queste letture. Prima ancora di avere sentito parlare di Guthrie, Dylan si era costruito un'immagine che gli somigliava come una goccia d'acqua: vagabondo, nato in Oklahoma, senza famiglia, emigrato in California, musicista... L'unica cosa che manca è il Guthrie ribelle, politicizzato, comunista: depurato di questi elementi, il Guthrie di Dylan può ben somigliare agli eroi di Steinbeck, di Kerouac e di Dean più che al Woody Guthrie vero. E' proprio questo il Guthrie che 18 Dylan invoca nel suo primo atto di fede, quella Song to Woody che cantò accanto al suo letto quando finalmente riusci ad andarlo a trovare a New York e a diventarne amico. E' una specie di santone, ricco di conoscenza mistica e misteriosa, come i saggi antichi bambini di Kerouac: Hey hey Woody Guthrie, I wrote you a song / Bout a funny ol world that's a-coming along / Seems sick and it's hungry, it's tied and it's torn / lt looks it's a-dyin', and it's hardly been born. Hey Woody Guthrie, but I know that you know / Ali the things l'm a-saying and a million times more / l'm singing your song but I can't sing enough / Cause there's not many men done the things that you've clone. (« Hey, Woody Guthrie, ti ho scritto una canzone / su uno strano mondo che sta per venire / sembra malato ed ha fame, è legato e strappato / sembra che stia morendo e non è neanche appena nato. // Hey, Woody Guthrie, ma so che tu sai / tutto quello che dico, e un milione di volte di più / canto la tua canzone, ma non la posso cantare abbastanza / perché non sono molti che hanno fatto quello che hai fatto tu » ). Ma la straordinaria sensibilità del giovane Dylan, la sua capacità di cogliere al volo le idee che « volano nel vento », soverchia nei suoi momenti migliori la distorsione di fondo. Dylan si lascia coinvolgere nel fervore degli anni '60, quando « i tempi stanno cambiando », e ne diventa l'ispirato cantore. Guthrie gli fornisce temi e tecniche, e Dylan ha abbastanza indipendenza di giudizio, abbastanza intelligenza per dare nelle sue prime canzoni una risposta non conformista alle domande che il movement poneva. Canzoni come The Lonesome Death of Hattie Carro!/ e Masters of War tagliano corto con tutte le mediazioni della buona volontà non violenta, per mettere a nudo la violenza del sistema e la necessità di una risposta che non sia solo morale: i « signori della guerra » di Dylan nascosti dietro le scrivanie e nascosti dietro i muri sono gli stessi « politicanti » di Washington che non riescono a vedere la verità dentro la trasparente finestra di Talking Dust Bowl. Only a Pawn in their Game, pur senza uscire da una visione solo "meridionale" della ques.tione razziale, riesce una volta tanto a distinguere i meccanismi e le stratificazioni tutte politiche del razzismo del Sud. With God on Our Side porta fino alla dissacrazione completa la critica della storia americana che Guthrie aveva cominciato nelle sue canzoni sulla storia operaia. Nessuna di queste canzoni è riassumibile, come avviene quasi sempre per i cantanti di protesta suoi contemporanei, dentro l'ideologia dell'americanismo: in questo senso, Dylan rappresenta già una fase ulteriore del movimento. La potenza poetica delle sue canzoni sui minatori (North Country Blues), sui contadini (T be Ballad of Hollis Brown) ha lo stesso segno di quella di Guthrie, senza compiacimenti moralistici, espressa in una lucida tensione sintetica e compatta: There's seven breezes a-blowin' / Ali around the cabin door / There's seven breezes a-blowin' / Ali around the cabin door / Seven shots sing out / Like the ocean's pounding roar. / There's seven people dead / in a South Dakota farm [ ...] / Somewhere in the distance / There's seven new people born. ( « Sette venti soffiano / intorno alla porta della baracca / sette venti soffiano / intorno alla porta della baracca / sette spari escono cantando / come il ruggito dell'urto dell'oceano. / / Sette persone sono morte / in una fattoria del Sud Dakota [ ...] / Da qualche parte in lontananza / altre sette persone sono nate » ). Dylan mutua anche alcuni elementi della tecnica espressiva di Guthrie, dall'imitazione della sua voce e del suo accento nelle

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